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12 Marzo 2012Il pensiero incarnato in Emmanuel Levinas – recensione di Giovanni Ghiselli
14 Marzo 2012Con la riforma della scuola media superiore, anche il Liceo artistico ha subito una sostanziale e profonda trasformazione sia nel monte ore totale sia nelle articolazioni d’orario delle diverse discipline.
Hanno avuto termine, così, le diverse sperimentazioni (progetto Brocca, progetto Leonardo, progetto Michelangelo) che nel corso degli anni ’90 del secolo passato hanno cercato di costruire, secondo punti di vista diversi, una nuova immagine della didattica nel campo artistico coinvolgendo nelle sperimentazioni, contemporaneamente, sia i Licei artistici sia gli Istituti d’arte.
Molte discipline specifiche e caratterizzanti il vecchio corso quadriennale del Liceo artistico sono state completamente eliminate dal piano degli studi mentre altre sono state fortemente ridimensionate nell’impegno orario e, quindi, anche nei contenuti programmatici, nelle conoscenze e nelle competenze da acquisire avendo il nuovo Liceo artistico assorbito anche gli istituti d’arte con le loro diverse e differenti caratterizzazioni. Il nuovo Liceo artistico costituisce, quindi, l’unica istituzione scolastica che, con il Liceo musicale e coreutico, tratta della didattica della comunicazione artistica nelle sue differenti manifestazioni.
Come gli altri licei anche il Liceo artistico, nei suoi indirizzi previsti dalla riforma (Arti figurative, Architettura e ambiente, Design, Audiovisivo multimediale, Grafica e Scenografia), si caratterizza articolato in due bienni e un quinto anno conclusivo.
In questa nuova scansione del percorso didattico quinquennale le “Discipline geometriche” sono collocate nel primo biennio, come materia propedeutica, perché le sue conoscenze e competenze sono necessarie per affrontare le differenti specializzazioni degli anni successivi. Le indicazioni nazionali, con riferimento a questa disciplina recitano, infatti: “Il primo biennio sarà rivolto prevalentemente alla conoscenza delle convenzioni e della terminologia tecnica, finalizzati alla interpretazione del linguaggio della disciplina nonché all’uso degli strumenti e dei metodi proiettivi fondamentali necessari alla comprensione della struttura geometrica della forma, della sua costruzione e rappresentazione. Lo studente dovrà essere in grado di organizzare i tempi ed il proprio spazio di lavoro in maniera adeguata ed essere consapevole che il disegno geometrico è un linguaggio che richiede rigore tecnico ed esercizio mentale.” Più oltre le stesse indicazioni, in modo dettagliato precisano ” . . . lo studente sarà condotto a tradurre i dati metrici e geometrici degli oggetti e dello spazio sul piano bidimensionale, realizzando una visione unitaria dell’oggetto simile alla visione reale ed utilizzando i metodi appresi di descrizione delle forme, come uno strumento comunicativo essenziale all’approccio progettuale del biennio successivo e del quinto anno.”
Il nuovo Liceo artistico non ha più, quindi, la fisionomia d’istituto superiore fondamentalmente ad indirizzo pratico ma si caratterizza come scuola superiore ove lo studio si qualifica principalmente per l’aspetto teorico. La “licealizzazione” , intesa come scuola che favorisce lo studio teorico e la concettualizzazione supera, quindi, la vecchia impostazione del fare artistico inteso, in buona sostanza, con il fare manuale a memoria di quando l’apprendimento avveniva nelle botteghe.
Vorrei ricordare, a tal riguardo, che Leonardo da Vinci aveva già, a suo tempo, annotato che l’arte andava trasmessa per “scienza” intesa come ” Il risultato delle operazioni del pensiero, specialmente, in quanto oggetto di codificazione sul piano teorico e di applicazione sul piano pratico” e non per “conoscenza” intesa come “Nozione, acquisizione sul piano logico o dell’esperienza” .
Da questa considerazione, fatta mia fin dall’inizio della professione d’insegnante, ha preso avvio, e si è poi ampliata, una ricerca condotta nel corso della carriera scolastica che ha cercato di evolvere in aderenza alle mutanti necessità della società sviluppando quella “didattica per parti” che ho chiamato “Geometria descrittiva dinamica: Indagine insiemistica sulla doppia proiezione ortogonale di Monge” che si è collocata, nel 2008, al sesto posto della sezione licei tra i progetti presentati in concorso al “Premio didattica della scienza” indetto dal MIUR.
Il lavoro è assimilabile a un percorso didattico costituito da “learning objects” che, supportato dalla tecnologia digitale, pone al centro della didattica non tanto il “disegno come strumento grafico” quanto il “disegno come pensiero” e, quindi, come linguaggio scientifico della comunicazione iconico-descrittiva personalizzandola al singolo studente. Il concetto guida del metodo didattico si basa sia sul recupero dell’elementarità degli enti fondamentali della geometria sia sull’aspetto dinamico della costruzione dell’immagine intendendo con “elementare” non ciò che è semplice, ma ciò che permette, pur nella sua semplicità, la costruzione graduale e dinamica di una complessità applicando precise leggi geometriche, sviluppando processi e definendo percorsi e procedure, applicando operazioni e sequenze codificate acquisite in forma teorica, idonee alla trasposizione grafica dei concetti geometrico-descrittivi.
Il lavoro di ricerca sviluppato e verificato nel corso degli anni con le diverse classi rende concreta una contaminazione tra insiemistica e geometria, tra logica e immagine attuando una didattica individualizzata sulla base delle singole e diverse sensibilità degli studenti oltre ad una connessione disciplinare contaminando l’espressione artistica con concetti di logica e insiemistica.
Vorrei ricordare che a tal riguardo l’art. 4 del Regolamento del 15 marzo 2010 con riferimento al Liceo artistico precisa che con i suoi piani degli studi esso ” Guida lo studente ad approfondire e a sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie per dare espressione alla propria creatività e capacità progettuale nell’ambito delle arti.”
Le esercitazioni grafiche, infatti, essendo esposte in forma scritta obbligano lo studente, nella trasposizione in forma grafica, a sviluppare e acquisire quella libertà di pensiero che fa del prodotto grafico “Il risultato delle operazioni del pensiero” a conferma della citazione di Albert Einstein che “La creatività si identifica in gran parte con il coraggio di ragionare” .
Che sia la volta buona per avviare un processo di rinnovamento della Geometria descrittiva!
Elio Fragassi