Fabrizio Cotogno
27 Gennaio 2019Gli asintoti tangenti alla curva all’infinito
27 Gennaio 2019di Nicola Diomaiuto
Il pensiero amoroso del giovane Leopardi è invece totalmente imperniato su concezioni classicistiche e figure puramente idealizzate di donne. La donna : una figura creata nell’immaginario e nel sogno, non pertinente alla vita del poeta, come espresso ne ‘La sera del dì di festa, in cui il riferimento alla donna appare quasi un atto di cortesia dovuto agli esempi del passato e non l’espressione di un sentimento più intimo, estraneo al pessimismo che comincia a delinearsi nel pensiero del poeta, il quale comincia ad avvertire l’angoscia data dalla fugacità della vita e lincalzare della morte.
Nel pensiero leopardiano la figura femminile acquisisce nuove connotazioni nei ‘Grandi Idilli. Le donne presentate sono figure giovanili (‘A Silvia, ‘Il sabato del villaggio) e rappresentano, per il poeta, il periodo di speranze proprio della giovinezza, in cui l’idea dell’avvenire suscita grandi aspettative, e sono associate a temi festivi, o perlomeno gioiosi, accomunate da una continua tensione al piacere. Leopardi però lega sottilmente tali temi alla fugacità della vita stessa, presentando alla fine di tali Idilli la figura di un’altra donna: la Natura matrigna ; di cui l’uomo è succube, e che, indifferente alle sofferenze umane, segue il suo corso sopprimendo illusioni e seminando rammarico tra uomini sensibili come il poeta, che si ritraggono allora nel loro interno e fuggono la compagnia e l’amore per gli altri.
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