Capitolo undicesimo dei Malavoglia di Verga
28 Dicembre 2019Storia di una capinera di Giovanni Verga
28 Dicembre 2019‘Ntoni, il nipote ribelle di Padron ‘Ntoni ne I Malavoglia, è un personaggio fondamentale per comprendere le tensioni tra tradizione e modernità nel romanzo.
Le sue inquietudini e la sua insoddisfazione riflettono il desiderio di sfuggire alla vita opprimente e faticosa dei pescatori siciliani. Egli incarna il conflitto tra il desiderio di migliorare la propria condizione e il legame con le tradizioni familiari, e la sua ribellione segna una frattura profonda nella coesione della famiglia.
1. Insofferenza per la vita tradizionale
Sin dall’inizio, ‘Ntoni mostra segni di insoddisfazione per la vita che lo attende ad Aci Trezza, soprattutto dopo il suo ritorno dal servizio militare. Invece di accettare il destino che la sua famiglia ha vissuto per generazioni, ‘Ntoni comincia a sognare una vita diversa, libera dai vincoli della povertà e dalle aspettative sociali che lo legano al mare e alla fatica.
Una citazione che esprime chiaramente il suo desiderio di cambiamento è quando si lamenta delle difficoltà economiche della sua famiglia e delle privazioni che la vita da pescatore comporta:
“La roba non basta mai, e ci tocca star lì come i cani alla catena, legati al remo o alla rete.”
Questa frase riflette non solo la sua insofferenza verso il lavoro fisico, ma anche il suo senso di claustrofobia emotiva, come se fosse incatenato a una vita che non vuole vivere.
2. Il confronto con il mondo esterno
Dopo aver passato del tempo fuori dal paese durante il servizio militare, ‘Ntoni torna con idee nuove e un maggiore desiderio di indipendenza. Ha visto altre realtà, e la semplice vita di Aci Trezza, con le sue restrizioni, gli appare ora ancora più soffocante. ‘Ntoni sente il peso delle aspettative della sua famiglia, ma al tempo stesso vede nella vita di città una possibilità di liberarsi dalle catene della miseria.
In una delle sue riflessioni più amare, ‘Ntoni esplicita il suo disprezzo per la vita da pescatore, che vede come una condanna alla povertà perpetua:
“Che vita è la nostra? Sempre in mare, sotto il sole e sotto la pioggia, a guadagnare il pane con il sudore della fronte, e poi, quando uno ha lavorato tanto, si trova peggio di prima.”
Questo desiderio di emanciparsi dalla miseria si scontra con la realtà sociale di Aci Trezza, dove il destino di ciascuno sembra già scritto. La sua insoddisfazione cresce con l’accumularsi delle sventure familiari e l’incapacità di trovare una via d’uscita dalla trappola della povertà.
3. Il desiderio di evasione
Il desiderio di evasione di ‘Ntoni si manifesta anche attraverso le sue frequentazioni dei locali di paese, dove inizia a vivere una vita più spensierata e meno legata ai valori tradizionali della famiglia e del lavoro. Cerca rifugio nell’alcol e nella compagnia di persone che vivono ai margini della legalità, distaccandosi sempre più dagli insegnamenti del nonno e dai valori del sacrificio e dell’onore familiare.
Verga descrive bene questa inclinazione di ‘Ntoni a evadere dalle sue responsabilità e il suo crescente disprezzo per la vita sacrificata della famiglia, in uno dei momenti in cui ‘Ntoni si allontana dal dovere:
“Non c’è più bisogno d’essere schiavi del remo, come ai tempi di suo nonno; adesso c’è chi sa godersela senza rompersi la schiena.”
Questo rifiuto del sacrificio e della fatica quotidiana rappresenta la rottura con la tradizione. ‘Ntoni è il simbolo della tensione tra chi vuole liberarsi da un destino soffocante e chi, come suo nonno, è disposto a sacrificarsi per mantenere l’unità e la stabilità familiare.
4. La crisi morale e il distacco dalla famiglia
Con il progredire della storia, ‘Ntoni si distacca sempre più dalla sua famiglia. Il suo desiderio di libertà si trasforma in una spirale di autodistruzione, portandolo ad azioni illegali e infine all’arresto. La sua crisi morale culmina nel momento in cui, durante una discussione con il nonno, ammette la sua incapacità di adattarsi alla vita che gli è stata assegnata, esprimendo un’amara consapevolezza del suo fallimento.
In uno dei momenti più intensi, ‘Ntoni si confronta con Padron ‘Ntoni, ormai stanco e sfiduciato, e gli dice:
“Io non voglio far più niente. Sono stanco di questa vita da bestia, di correre dietro al pane con le unghie e con i denti.”
Questa frase rappresenta il culmine dell’insofferenza di ‘Ntoni e della sua completa rottura con il mondo dei Malavoglia. Non riesce più a tollerare il sacrificio continuo che la vita da pescatore richiede e si ribella apertamente, ma la sua ribellione è destinata a fallire, poiché non trova alternative praticabili.
5. Il fallimento del sogno di libertà
Il percorso di ‘Ntoni è segnato da un tentativo costante di sfuggire al destino di miseria che la sua condizione sociale gli impone, ma ogni suo sforzo finisce per aggravare la sua situazione. Dopo l’arresto e la prigione, ‘Ntoni è un uomo distrutto, consapevole che il suo desiderio di cambiamento e libertà lo ha portato solo alla rovina e alla perdita dei legami familiari.
L’ultimo incontro tra ‘Ntoni e la famiglia segna la sua completa resa:
“Adesso sono fuori del nido… il nido è per chi se lo sa tenere.”
Con questa frase, ‘Ntoni ammette che il suo tentativo di ribellarsi non ha fatto altro che allontanarlo dalla sua famiglia e dalla possibilità di un’esistenza dignitosa, seppur modesta. La sua ricerca di libertà si è rivelata un’illusione, e alla fine si ritrova solo, senza più un posto nella società o nella famiglia.
Conclusione
‘Ntoni Malavoglia è un personaggio tragico, simbolo della tensione tra il desiderio di cambiamento e la realtà opprimente del mondo rurale siciliano descritto da Verga. La sua inquietudine e insoddisfazione lo portano a cercare una via d’uscita dalla povertà e dalla fatica, ma alla fine scopre che la sua ribellione è inutile, e che la sua ricerca di libertà lo condanna all’emarginazione e alla solitudine.