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27 Gennaio 2019Incontro con Andrea G. Pinketts
27 Gennaio 2019Le obiezioni
Obiezioni |
Risposte |
Non cambia nulla (legge “fotocopia”) |
Se non cambia nulla perché tanto rumore? In effetti il cambiamento è reale e si basa essenzialmente sulla valorizzazione del percorso professionale e la diversificazione del sistema, unica via d’uscita allo spreco di risorse e al fallimento di molte carriere scolastiche (il 46% degli studenti, oggi, arriva in ritardo di almeno di un anno alla quinta classe superiore) |
Una riforma a costo zero |
E’ invece la prima volta che esiste un impegno serio al finanziamento dell’innovazione. Prova ne sia il primo articolo della legge e iol piano di finanziamento già presentato dal Ministro. La legge 30 del 2000 non conteneva alcuna previsione di spesa, e tutti gli impegni di “risparmio per l’investimento” promessi dal precedente Governo sono andati in fumo. |
Scelta anticipata del corso di studi |
Effettivamente si sceglie a 14 anni, ma non tra scuola e lavoro, ma tra un tipo di scuola (licei)e un altro (istruzione e formazione professionale). La legge ribadisce il diritto dovere all’istruzione (12 anni) almeno finché non si sia acquisita una qualifica o un titolo di studio. Non si esce dal sistema senza una competenza certificata. |
Il canale professionale come canale di serie B, per i “poveri” |
Il “canale” professionale (o tecnico-porofessionale) ha la stessa dignità di quello liceale, anche se utilizza metodologie, contenuti e percorsi diversi per adattarsi alle aspirazioni, ai progetti e alle attitudini dei ragazzi. Il canale professionale non è più un binario morto che portava solo alla qualifica, ma può condurre ai più alti livelli di preparazione, concorrenziali con l’Università. Solo così si può evitare la dequalificazione dei licei (che non hanno retto alla scolarizzazione di massa) e la dispersione di centinaia di migliaia di studenti che abbandonano la scuola senza qualifica. |
Ritorno ai vecchi programmi |
Si è adottato il termine “piani di studio” invece che curricoli per renderlo più comprensibile ai cittadini (compresi gli insegnanti). Resta il concetto di curricolo (in uso a livello internazionale), definito come l’insieme degli obiettivi, dei contenuti, delle attività, dei metodi e dei criteri di valutazione che deve essere elaborato dalla comunità professionale, cioè gli insegnanti sulla base dei “livelli essenziali” o standard definiti dallo Stato. |
Una legge che invade le competenze delle Regioni e viola la Costituzione |
La legge delega fissa soltanto le “norme generali” e i “livelli essenziali delle prestazioni” come previsto dalla Costituzione. Alle Regioni spetterà la gestione e amministrazione dell’intero sistema di istruzione e la possibilità di intervenire parzialmente nei piani di studio per obiettivi legati al contesto locale. E’ l’inizio della fine del centralismo, il più grande male del nostro sistema scolastico, denunciato find alla suia origine, la legge Casati del 1859. |
Con “educazione morale” si torna allo Stato etico |
E’ un richiamo indispensabile alla nostra tradizione spirituale, che non può essere ignorata in nessuna progetto che riguarda la formazione delle giovani generazioni. In uno stato democratico e pluralistico, resta a ciascun individuo la responsabilità delle scelte anche morali, alla quale viene educato anche dalla scuola oltre che dalla famiglia. Infatti il secondo ciclo di istruzione – dice la legge – è finalizzato a sviluppare l’autonoma capacità di giudizio e l’esercizio della responsabilità personale e sociale” (art.2, lett.g) |
Si perde tempo, si poteva correggere la legge 30/00 invece che farne una nuova |
La legge 30/00 era inapplicabile non solo per ragioni “politiche” e tecniche esempio: l’onda anomala), ma anche perché elaborata senza alcuna considerazione del nuovo assetto costituzionale, pur promosso ed approvato dal precedente Governo (legge n.3/00). |
Con l’anticipo si stravolge la finalità della scuola primaria |
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Con l’anticipo, si trasforma la scuola dell’infanzia in una servizio assistenziale |
L’anticipo della scuola dell’infanzia è un dato di fatto – sia nella scuola statale che non statale – ed è il risultato della carenza del servizio di asilo nido (assai costoso per le famiglie) ma soprattutto della maturazione anticipata dei bambini, un fenomeno in atto con l’evoluzione sociale e culturale del paese. Comunque la legge prevede che vengano predisposte tutte le iniziative organizzative per impedire ogni effetto indesiderato di tale anticipo ( |
Scomparso l’obbligo scolastico |
Falso. Resta l’obbligo fino ai 15 anni e comunque resta anche l’estensione dell’obbligo formativo, diversamente formulato, fino a 18 anni, ovvero per 12 anni di scolarità |
Nessun riferimento all’educazione degli adulti |
Vero, salvo che per la previsione di investimenti |