Titiro e Melibeo
27 Gennaio 2019Zaira Gangi
27 Gennaio 2019All’inizio del ‘600 in Inghilterra si verificò una profonda trasformazione sociale. I protagonisti di questa rivoluzione furono due ceti sociali emergenti, che negli ultimi decenni avevano visto accrescere il loro peso economico grazie all’agricoltura, all’industria, e al commercio, cioè la nobiltà di campagna e la borghesia cittadina
dalla Storia moderna di Carlo Zacco
Le rivoluzioni inglesi
In Inghilterra nasce lo Stato Parlamentare
Ceti emergenti. All’inizio del ‘600 in Inghilterra si verificò una profonda trasformazione sociale. I protagonisti di questa rivoluzione furono due ceti sociali emergenti, che negli ultimi decenni avevano visto accrescere il loro peso economico grazie all’agricoltura, all’industria, e al commercio:
1) Nobiltà di campagna;
2) Borghesia cittadina;
Queste due classi emergenti rivendicavano dunque più potere, che in quel tempo era tutto in mano al Re e alla grande aristocrazia, coi quali si scontrarono.
Situazione religiosa. In Francia l’editto di Nantes aveva unificato la nazione sotto l’unica religione cattolica. In Inghilterra vi era ancora una maggiore varietà:
1) Chiesa anglicana. Soggetta e controllata dalla monarchia, sosteneva il progetto assolutista del Re; i vescovi sedevano nella Camera dei Lords.
2) Chiesa presbiteriana. Di austera ispirazione calvinista, opposta alla chiesa anglicana, voleva eliminare la gerarchia episcopale, sostituendola con rappresentati eletti dalle comunità;
3) Puritani. Anch’essi di ispirazione calvinista, votati ad un rigoroso moralismo, si battevano per la libertà religiosa; il puritanesimo era diffuso tra i ceti borghesi cittadini e tra la piccola nobiltà di campagna, cioè i due ceti sociali che stavano acquisendo maggior potere economico, e che erano rappresentati nella Camera dei Comuni.
Gli Stuart. Alla morte senza eredi di Elisabetta I Tudor, la corona passò agli Stuart:
1) 1603 – Giacomo I, figlio di Maria Stuarda;
2) 1625 – Carlo I, figlio di Giacomo.
Gli Stuart tentarono di ripristinare la monarchia assoluta e l’unità religiosa, sul modello francese, sostenuti dalla Chiesa Anglicana e dalla grande aristocrazia. In particolare Carlo I voleva:
1) Affermare la volontà del sovrano su quella del Parlamento;
2) Imporre un’unica confessione religiosa.
La petizione dei diritti. Furono questi i motivi profondi della rivoluzione, anche se gli scontri iniziarono per questioni finanziarie. La Magna Charta, infatti, stabiliva che il Re non potesse imporre tasse senza avere l’autorizzazione da parte del Parlamento. Nel 1628 Carlo I fu costretto a convocarlo per finanziare la guerra contro la Spagna, e il parlamento, per tutta risposta, presentò la Petizione dei diritti, una carta in cui si contestava al Re di aver imposto tasse senza l’approvazione del Parlamento, e aver ordinato arresti arbitrari. Carlo I sciolse il parlamento.
Il Covenant. Ancora una volta Carlo I fu costretto a convocare il parlamento nel 1640, per ottenere fondi finalizzati a domare una rivolta in Scozia. Il Parlamento, questa volta, presentò richieste tassative firmando il Covenant:
1) Obbligo di convocare il Parlamento ogni 3 anni;
2) Divieto discioglierlo arbitrariamente;
3) Controllo del Parlamento sulla nomina dei ministri;
4) Abolizione delle cariche vescovili;
La guerra civile. Scoppiò la guerra: l’Inghilterra si divise, le due parti si armarono:
1) Dalla parte del Re: Chiesa anglicana, grande aristocrazia;
2) Dalla parte del parlamento: piccola nobiltà, borghesia cittadina;
In un primo momento il Re conseguì alcune vittorie. La situazione cambiò quando la parte avversaria fu guidata dal generale Oliver Cromwell, piccolo nobile di campagna puritano, che organizzò l’esercito secondo il New model army, armate unite da forte disciplina, dedizione al capo, e vocazione religiosa.
Morte del Re. Carlo I fu sconfitto e si ritirò in Scozia. Cromwell cacciò dal parlamento la parte più moderata e fece condannare a morte il Re. Nel 1649 Carlo I fu ghigliottinato pubblicamente e venne proclamata la Repubblica.
La dittatura di Cromwell. Dal 1649 a 1658 il paese fu governato da Cromwell che instaurò una dittatura personale con il ruolo di Lord Protettore. La repubblica era governata in modo autoritario:
1) Represse le forze rimaste fedeli al Re;
2) Represse anche le frange più radicali come i Levellers (che sostenevano il suffragio universale), e i Diggers (che sostenevano l’uguaglianza sociale);
3) Favorì gli interessi di quelli che avevano preso parte alla rivoluzione: borghesi, piccoli nobili.
Economia. Cromwell rilanciò l’economia con una serie di riforme:
1) Diede maggior impulso alle Enclosures;
2) Promulgò l’Atto di navigazione (1651): il commercio da e verso l’Inghilterra diveniva monopolio delle navi inglesi.
La «Gloriosa Rivoluzione»
Carlo II. Alla morte di Cromwell l’Inghilterra sprofondò nuovamente nel caos: nel 1660 il Parlamento decise di restaurare la monarchia e assegnò la corona a Carlo II Stuart, figlio del re giustiziato. Carlo II decise di condividere il potere col parlamento: restaurò la camera dei Lord e la Chiesa Anglicana.
Giacomo II. Alla sua morte, nel 1685, gli successe il fratello, Giacomo II, e la situazione precipitò di nuovo. Egli infatti si era convertito al cattolicesimo, e cercò, ancora, di instaurare l’assolutismo: governo personale, libertà religiosa anche per i cattolici.
Gloriosa rivoluzione. Di fronte all’eventualità di un ritorno dell’assolutismo, il Parlamento decise di offrire la corona alla figlia di Giacomo II, Maria Stuart, moglie di Guglielmo d’Orange, governatore delle Province Unite. Nel Novembre 1688 Guglielmo d’Orange sbarcò in Inghilterra e indossò la corona; Giacomo II fu deposto e si rifugiò in Francia: nasceva la monarchia parlamentare Inglese, su iniziativa del Parlamento, senza spargere una goccia di sangue. Gli Stuart governarono fino al 1714.