Tracce di temi per la Tipologia D: tema di attualità
27 Gennaio 2019Sara Renda
27 Gennaio 2019Appunti di Economia aziendale
Si dicono scritture di assestamento quelle che si compongono al termine dell’esercizio per trasformare i valori di conto in valori di bilancio, cioè in valori idonei a rappresentare il reddito d’esercizio e il patrimonio di funzionamento.
Il punto di partenza del complesso di operazioni contabili che conducono alla formazione dei conti finali di bilancio è la situazione contabile redatta al termine delle rilevazioni d’esercizio, la quale esprime i valori di conto quali risultano per effetto dei fatti di gestione manifestatisi finanziariamente nel corso dell’esercizio stesso. Tali valori richiedono di essere completati, integrati e rettificati per determinare e dare espressione ai costi e ricavi di competenza dell’esercizio e ciò perché i costi e i ricavi si manifestano secondo una dinamica monetaria che non corrisponde sempre alla competenza economica.
Le scritture di assestamento si distinguono in:
scritture di completamento;
scritture di integrazione;
scritture di rettificazione;
scritture di ammortamento.
le scritture di completamento
Le scritture di completamento rilevano componenti di reddito, interamente di competenza dell’esercizio, la cui registrazione è differita alla fine del periodo amministrativo perché solo allora ne diventa certo o liquido l’ammontare.
Tali variazioni origineranno modificazioni nella consistenza di taluni valori finanziari, quali il denaro in cassa, i c/c bancari e postali, i crediti verso clienti, ecc. Tra questo tipo di scritture troviamo le rilevazioni di:
– interessi maturati sui c/c bancari e postali;
– gli interessi maturati nei confronti di clienti e fornitori;
– i fitti attivi e passivi;
– le cedole con scadenza 1/1.
Una particolare scrittura di completamento può è quella che in sede di valutazione dei crediti verso la clientela, si proceda alla eliminazione contabile dei crediti di cui risulti accertata la definitiva inesigibilità. Ci sarà una rilevazione di una perdita su crediti se si tratta di perdite sorte nell’esercizio o di una sopravvenienza passiva qualora risalgano ad esercizi precedenti e non trovino copertura nell’apposito fondo rischi.
Raggruppamento dei conti correnti bancari
Dopo la rilevazione delle competenze di fine periodo, i conti accesi alle singole banche esprimeranno un saldo a credito o un saldo a debito dell’azienda e pertanto saranno raggruppati a seconda del segno nel conto banche c/c attivi o banche c/c passivi.
Le scritture saranno:
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DARE |
AVERE |
data |
cod. |
Banche c/c attivi |
8.350.000 |
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Banca x c/c |
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5.260.000 |
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Banca y c/c |
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3.090.000 |
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Banca z c/c |
34.910.000 |
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data |
Cod. |
Banca w c/c |
17.460.000 |
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Banche c/c passivi |
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52.370.000 |
Credito o debito I.V.A.
Dopo la rilevazione della liquidazione IVA relativa all’ultimo mese trimestre dell’anno, il conto erario c/IVA evidenzierà un saldo che dovrà essere trasferito:
– al conto debiti IVA v/Erario, se si tratta di un saldo a debito;
– al conto crediti IVA v/Erario, se si tratta di un saldo a credito.
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Erario c/Iva |
5.856.000 |
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Debiti Iva v/Erario |
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5.856.000 |
Credito o debito verso istituti di previdenza
L’azienda anticipa per conto dellINPS gli assegni per il nucleo familiare e altre somme mentre è debitrice per contributi dovuti, può accadere che la sua posizione di fine anno sia debitoria o creditoria a seconda dei casi. Per fissare il segno di tale posizione si storna il saldo del conto istituti di previdenza, utilizzato durante l’anno, al conto debiti verso istituti di previdenza o al conto crediti v/istituti di previdenza.
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Istituti di previdenza |
5.856.000 |
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Debiti v/istituti di previdenza |
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5.856.000 |
le scritture di integrazione
Le scritture di integrazione immettono” nel sistema dei valori di bilancio alcuni componenti di reddito la cui manifestazione monetaria avrà luogo nel futuro o nei futuri esercizi, ma che sono di competenza del periodo che si chiude.
Tali valori di reddito sono misurati da valori finanziari presunti: ratei, crediti e debiti da liquidare, fondi per oneri futuri e fondi rischi.
I ratei attivi e passivi
I ratei sono valori finanziari presunti che misurano quote di costi o ricavi che si manifestano monetariamente in via posticipata ma che, proporzionalmente al tempo decorso, sono di competenza dell’esercizio.
Si avranno pertanto ratei passivi, in quanto la loro rilevazione sia effettuata in via posticipata, sui seguenti costi: interessi passivi su mutui, interessi passivi su riporti, interessi passivi su obbligazioni emesse e fitti passivi di locali a uso magazzino o adibiti ad uffici. Si avranno, invece, ratei attivi quando siano a rilevazione posticipata, relativamente ai seguenti ricavi: interessi attivi su capitali dati a prestito, interessi attivi su titoli a reddito fisso, interessi attivi per dilazione di pagamento e fitti attivi di fabbricati di proprietà dati in locazione.
Esempio: L’azienda ha contratto un mutuo di £ 30.000.000 al tasso del 14%, i cui interessi si pagano semestralmente a rate posticipate l1/2 e l1/8 . Calcoliamo il rateo:
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Interessi passivi su mutui |
1.750.000 |
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Ratei passivi |
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1.750.000 |
Il TFR maturato nell’esercizio
Il TFR per l’azienda è un debito a formazione progressiva che, dati il meccanismo di calcolo e l’incertezza del momento in cui avverrà il pagamento, può considerarsi un debito da liquidare. Il calcolo della quota di TFR maturata nell’esercizio deve essere effettuato in base alle disposizioni contenute nell’art. 2120 del Codice Civile, le quali prevedono che essa comprenda:
– la quota annua;
– la rivalutazione dei debiti per TFR.
(L’incremento del debito per TFR sarà al netto del recupero contributivo dello 0.50% delle retribuzioni lorde liquidate nell’esercizio).
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Trattamento di fine rapporto |
10.036.000 |
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Debiti per TFR |
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10.360.000 |
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Debiti per TFR |
513.000 |
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Dipendenti c/recupero contributi |
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513.000 |
Fatture da ricevere e da emettere
Si riferiscono ad operazioni già avvenute, per le quali, tuttavia, non si è ancora emesso o ricevuto il relativo documento in base al quale avviene di norma la loro contabilizzazione.
1. Nelle vendite con fatturazione differita le merci risultano già consegnate, ma la relativa fattura sarà emessa entro la fine del successivo mese di gennaio, naturalmente il ricavo di vendita sia di competenza dell’esercizio che si chiude.
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Clienti c/fatture da emettere |
18.300.000 |
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Merci c/vendite |
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18.300.000 |
2. Nel caso di acquisti in attesa di fattura siamo di fronte a merci già consegnate per le quali non si è ancora ricevuta fattura; poiché tali merci figureranno tra le rimanenze o sono già state vendute si impone la contabilizzazione a fine esercizio (in modo analogo si rileveranno i costi di competenza per consumi di energia elettrica, acqua, gas, e altri servizi):
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Merci c/acquisti |
22.400.000 |
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Fornitori c/fatture da ricevere |
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22.400.000 |
Altri debiti e crediti da liquidare
Oltre alle fatture si possono avere note di accredito da emettere nei confronti di clienti per abbuoni concessi, per resi di merci o per premi da liquidare e note di accredito da ricevere da fornitori per le medesime cause.
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Resi su vendite |
450.000 |
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Debiti da liquidare |
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450.000 |
E ancora in relazione alle vendite o agli acquisti per i quali siano stati pattuiti sconti di quantità (premi) da commisurare al volume annuo delle negoziazioni, si dovranno rilevare i premi da liquidare ai clienti a da ricevere dai fornitori:
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Premi su vendite |
2.150.000 |
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Debiti da liquidare |
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2.150.000 |
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Crediti da liquidare |
3.420.000 |
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Premi su acquisti |
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3.420.000 |
Fondi per rischi e oneri
Il principio della competenza economica impone di considerare alcuni costi e perdite che sono di pertinenza dell’esercizio in corso perché in esso risiede la loro causa generatrice. Tali costi e perdite sono contabilmente misurati da valori finanziari presunti che prendono appunto il nome di fondi per rischi ed oneri.
I fondi per rischi e oneri sono valori finanziari presunti che rappresentano la previsione di future perdite o di futuri esborsi che si ricollegano all’incerto verificarsi di eventi sfavorevoli in corso alla fine dell’esercizio.
Si possono ricordare i seguenti:
· Fondo rischi su crediti: si ricollega al rischio generico di inesigibilità dei crediti;
· Fondo imposte: serve per fronteggiare il rischio di decisioni sfavorevoli in merito a controversie già in atto con gli uffici fiscali;
· Fondo responsabilità civile: fronteggia il rischio per l’azienda possa essere chiamata a risarcire i danni da essa causati a terzi e non coperti da assicurazione;
· Fondo per controversie legali: pone a carico dell’esercizio gli oneri che potrebbero derivare da cause legali;
· Fondo rischi su cambi: relativo alle eventuali perdite previste in relazione al complesso delle partite attive e passive in valuta estera.
Le scritture (per gli altri fondi l’articolo di partita doppia è analogo):
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Accantonamento per rischi su crediti |
2.875.000 |
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Fondo rischi su crediti |
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2.875.000 |
Per quanto riguarda i crediti occorre una precisazione.
1. I crediti ritenuti sicuramente inesigibili vengono annullati, rilevando in contro partita una perdita su crediti oppure, se risalgono ad esercizi precedenti, utilizzando contabilmente il conto fondo rischi su crediti ove esista e sia sufficiente;
2. I crediti di dubbia esigibilità vengono totalmente o parzialmente svalutati, rilevando una variazione economica negativa nel conto svalutazione crediti e accreditando il conto fondo svalutazione crediti;
3. I crediti di normale inesigibilità, per i quali sussiste sempre il rischio generico, danno luogo alla costituzione o all’adeguamento del fondo rischi su crediti.
Le scritture di rettificazione
Con le scritture di rettificazione si rinviano al futuro costi e ricavi che, essendosi già manifestati sotto il profilo finanziario, sono già stati rilevati.
Nell’ambito di queste scritture considereremo pertanto le rilevazioni concernenti: le rimanenze di magazzino, i risconti attivi e passivi.
Le rimanenze di magazzino
Le rimanenze possono essere considerato sotto un duplice aspetto:
· Nell’aspetto economico esse rappresentano fattori produttivi a veloce ciclo di utilizzo che, non sono ancora stati utilizzati;
· Nell’aspetto contabile, invece, esse sono complessi di costi d’esercizio che si rinviano al futuro come rettifica indiretta e indistinta dei costi di acquisizione e di gestione delle merci, degli imballaggi e degli altri materiali di consumo. Questa rettifica costituisce un insieme inscindibile di componenti negativi di reddito.
1) Valutazione delle rimanenze
La valutazione deve essere effettuata al costo di acquisto ovvero al valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato, se minore. Per costo di acquisto si intende il costo di fattura addebitato dal fornitore e i costi accessori direttamente imputabili all’acquisto e sostenuti per portare i beni nel luogo e nello stato in cui si trovano. Esistono vari metodi per la valutazione delle rimanenze:
· Metodo del costo medio ponderato: consiste nell’assumere come costo la media ponderata dei costi di acquisto, integrati dei costi accessori;
· Metodo FIFO: secondo il quale si ipotizza che le merci vengano vendute secondo l’ordine con cui sono state acquistate, sicché le rimanenze risultano idealmente costituite dalle quantità più recenti e sono vendute al costo effettivo degli ultimi acquisti;
· Metodo LIFO: si impone che le merci che vengono vendute per prime siano quelle acquistate per ultime; le rimanenze si ritengono idealmente rappresentate dalle quantità acquistate in epoca più remota e la valutazione è pertanto effettuata al costo effettivo degli acquisti più lontani.
Il valore di realizzazione si identifica generalmente con il prezzo di vendita al quale, in normali condizioni operative, i beni potrebbero presumibilmente essere ceduti sul mercato, dedotti gli oneri ancora da sostenere per il realizzo.
2) Rilevazione delle rimanenze
La rilevazione delle rimanenze dà luogo al rinvio di un complesso indistinto di costi d’esercizio che in tal modo verranno rettificati. Si avrà, pertanto, la rilevazione di un componente positivo di reddito cui si accompagna l’inserimento di un elemento attivo del patrimonio di funzionamento:
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Magazzino merci |
123.500.000 |
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Merci c/rimanenze finali |
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123.500.000 |
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Magazzino imballaggi |
9.800.000 |
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Imballaggi c/rimanenze finali |
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9.800.000 |
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Magazzino materie di consumo |
3.900.000 |
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Materie di consumo c/rim. Finali |
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3.900.000 |
I risconti attivi e passivi
I risconti scaturiscono dalla manifestazione e rilevazione anticipata di determinati costi o ricavi che maturano in base al tempo e che a fine esercizio si riconoscono parzialmente di competenza futura. Si avranno dei risconti attivi qualora abbiano liquidazioni anticipata e coprano un periodo di tempo che si estende a due o più esercizi, relativamente ai seguenti costi: fitti passivi, interessi passivi, oneri di sconto di effetti commerciali, oneri di assicurazioni di ogni genere. Si avranno risconti passivi, sempre che abbiano manifestazione anticipata e siano proporzionali al tempo, i seguenti ricavi: fitti attivi, interessi attivi.
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Risconti attivi |
1.200.000 |
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Premi di assicurazione |
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1.200.000 |
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Fitti attivi |
3.150.000 |
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Risconti passivi |
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3.150.000 |
Le scritture di ammortamento
L’ammortamento è un procedimento tecnico – contabile con il quale si attua la ripartizione dei costi pluriennali nel tempo in funzione del loro presunto concorso alla produzione d’impresa.
Sulla base dei programmi di utilizzazione dei beni materiali e immateriali, sarà necessario predisporre un piano di ammortamento:
I. Valore da ammortizzare: è rappresentato dal costo di acquisizione diminuito del presunto valore di recupero, cioè del ricavo che si prevede di conseguire, al termine del periodo di utilizzo, cedendo il bene a terzi.
II. Durata dell’ammortamento: significa prevedere la durata utile del bene, cioè il periodo di tempo per il quale esso sarà utilmente impiegato nei processi aziendali. A tal fine sarà necessario tenere presenti molteplici fattori: lobsolescenza, l’inadeguatezza delle dimensioni, i mutamenti dei mercati.
La durata dell’ammortamento è la durata economica , cioè il tempo di prevista vita utile dei beni.
III. Criterio di ripartizione: si riferisce alla modalità in cui, una volta definiti il valore da ammortizzare e la vita utile del bene, si perviene a stabilire l’entità delle quote da addossare ai vari esercizi.
L’ammortamento ha la funzione di definire il valore residuo del bene da iscrivere nel bilancio, valore che esprime lipotetico contributo che tali fattori a lento ciclo di utilizzo daranno alle produzioni future.
Ammortamento indiretto
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Ammortamento fabbricati |
10.500.000 |
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Fondo ammortamento fabbricati |
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10.500.000 |
Ammortamento diretto
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DARE |
AVERE |
Data |
Cod. |
Ammortamento costi dimpianto |
1.200.000 |
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Costi dimpianto |
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1.200.000 |
della classe 4c 2005 Sezione serale
Istituto di Istruzione Superiore
“L. Scarambone” Lecce