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18 Giugno 2016- Sacerdozio femminile
- Sono legate alla dea Vesta, che etimologicamente corrisponde a una dea greca: Hestia. Sono esattamente la stessa parola. Inizia con spirito aspro che in latino si trasforma in V. Sono dee che non hanno una grande mitologia ma hanno grande importanza nel rito nel culto.
- Loro caratteristiche principali
- Sono vergini
- Protettrici del focolare domestico e pubblico: per capire il significato del fuoco dobbiamo pensare a società molto primitive in cui centro della casa e dello stato è il fuoco perché il mito greco ci ha molto riflettuto su. Il fuoco rappresenta la condizione civile e civilizzata: permette la cottura della carne.
Nel pensiero greco mangiare la carne cotta è una caratteristica peculiare dell’uomo e in particolare dell’uomo civilizzato, perché nella struttura tassonomica, nell’ordine delle cose, gli animali mangiano la carne cruda e gli uomini quella cotta, dei non mangiano carne.
Mito greco è pieno di esempi di uomini o creature che non mangiano la carne cotta e questo determina la loro inciviltà, come Polifemo. Dice che i ciclopi non hanno paura degli dei anche se figli di dei. Leggi ospitalità greche sono come ius gentium per romani, sono universali. Per questo è definibile un mostro contro cui eroi si battono li sconfiggono per dare inizio a società civilizzata. Fuoco ha molta importanza quindi in questo senso.
Poi esiste anche un senso pratico oltre che simbolico: cibo, riscaldamento, la luce, la comunicazione con gli dei perché è elemento primario del sacrificio (il fumo è mezzo di comunicazione fra dei e uomini). Non dimentichiamo mai aspetti pratici di questi elementi di cui ci occupiamo, bisogna partire sempre dall’aspetto pratico.
- Vesta: necessità di dare aspetto divino al fuoco: infatti fuoco è legato molteplici divinità non solo a Vesta, ma anche Efesto/Vulcano. Vesta però non è il fuoco di per se come può essere come associato ad Efesto, ma è legata all’aspetto domestico il più civilizzato del fuoco. Efesto può essere fuoco anche negativo.
Fatto che fuoco arda sempre nella casa rappresenta continuità della famiglia, nell’ambito pubblico la continuità della civitas, che significa sia città che comunità.
- Nella casa la custodia del focolare veniva affidato a una delle figlie. Le vestali svolgono lo stesso ruolo a livello pubblico che le ragazze giovani non sposate svolgono nella casa.
- La sede del fuoco pubblico è il tempio di Vesta.
- tempio circolare: è legato a un motivo funzionale: riproduceva la forma del focolare.
- Nel foro romano si vede attaccato al tempio di vesta la casa delle vestali: edificio a due piani con statue che raffiguravano le vestali le guide del collegio delle vestali
- Il collegio era guidato da una sacerdotessa capo
- Questo incarico conferiva alle sacerdotesse un grande prestigio.
- Differisce dalla regola generale di cui abbiamo parlato, ovvero sacerdozi temporanei: dura 30 anni, si viene cooptate per entrare nel collegio tra sei e 10 anni, molto preso.
- Hanno obblighi molto pressanti durante il periodo di sacerdozio: anche questo le distingue dagli altri sacerdozi
Mantenimento di una assoluta castità: perché indica integrità assoluta del focolare, centro della civitas.
Se le vestali saranno inviolate allora inviolabile anche la cotta e comunità. Stesso discorso Atena per mondo greco, dea vergine, inviolabile, le città protette da Atena sono inviolabili come Atena.
Alla fine 30 anni ricevono una doteda parte dello stato e potevano sposarsi ma di solito non lo facevano perché godevano di grandissimo prestigio.
Chi viola questo obbligo viene punita severamente: vengono chiuse in una sorta di cella e sepolte vive. La severità nei confronti delle vestali che commettono questo crimine, ci sono state ma non tantissime e gli autori lo hanno documentato. La punizione varia a seconda dei momenti: momenti di pace civica in cui non c’è stata severa punizione, o momenti di crisi in cui si vuole ristabilire ad una tradizione ci si vuole rifare al mos maiorum, uso degli antenati.
- In epoche come questa in cui c’è ritorno alle tradizioni c’è anche severità nei confronti delle vestali.
Sotto Domiziano 81-96 d.C. ci furono molti processi alle vestali e punizioni severissime sia per la vestale sia per amante della vestale. Era un’epoca in cui si voleva ristabilire una tradizione, più o meno contemporaneo di Domiziano è lo storico Tacito, che ha scritto un’operetta sulla Germania in cui dà un quadro molto idealizzato di questi barbari germanici, descritti come nemici molto temibili perché sono ancora non corrotti dal lusso legato alla civiltà. Esalta in particolare come modelli di virtù le donne dei Germani, ma le esalta in termini come donne dei primi tempi della storia di Roma. Non era un etnografo, non è andato in Germania a conoscere usi e costumi, ha consultato fonti letterarie, lo considera un modello idealizzato di virtù. Tacito ha lo scopo di avvertire i romani sulla pericolosità dei nemici, molto più virtuosi perché non corrotti. Donne che descrive hanno un solo marito, stanno sempre in casa (donna domiseda, donna che ha sede nella casa), sono caste, hanno pudore, allevano da sole in figli, non esiste nessun controllo dei figli, fanno molti figli e venerazione nei confronti delle donne adulte.
- Altro momento sono i momenti di crisi per la società soprattutto momento della II guerra punica. Nel 216 a.C. i romani vengono clamorosamente sconfitti a Canne, città della Puglia da Annibale. Sconfitta clamorosa, muoiono entrambi i consoli e molti soldati romani sembra che Annibale possa avanzare fino a Roma. Uno dei momenti storici determinanti c’è timore che Annibale arrivi e occupi la città si cerca un capro espiatorio. La mentalità religiosa romana dice che eventi di questo tipo sono rottura della pax deorum = accordo dei e uomini intesi sempre come comunità, viene mantenuta finché entrambe le parti assolvano i propri doveri, il colpevole di questa rottura è sempre un uomo che ha commesso qualcosa di sbagliato, la ricerca della colpa è sempre stata ammessa come prima ipotesi nella procedura del rito. In questa occasione drammatica si viene a scoprire che due vestali hanno violato il divieto di castità: si procede a punizione severissima nei loro confronti, lo dice Tito Livio. Una delle due viene punita con sepoltura viva, l’altra si suicida per la pressione subita. L’amante di una delle due punito nel modo rituale per il colpevole viene bastonato fino alla morte dai pontefici. C’è innanzitutto questa espiazione secondo il rito. Tutti questi gesti terribili sono leciti perché sono approvati e anzi stabiliti dal rito. Non basta, si procede a una serie di riti di espiazione: la sconfitta a Canne viene considerato un prodigio, segno mandato dagli dei non chiesto da uomini, in questo diverso da auspicio che invece viene chiesto. I prodigi vanno espiati perché segnano rottura pax deorum.
Espiazione con procedimento
- Si consultano i libri sibillini sono una raccolta di oracoli provenienti dall’ambito della sibilla cubana.
Hanno storia mitica: acquistati da Tarquinio Prisco o Superbo da una vecchietta che vuole venderli a re a prezzo esorbitante allora re rifiuta, allora ne brucia tre e propone stesso prezzo, rifiuta, brucia altri tre e rifiuta alla fine accetta.
La divinazione nel mondo romano è la lettura dei segni non invasamento. Volo uccelli, lettura interiora degli animali sacrificati, non c’è idea di leggere il futuro, gli auspici riguarda solo l’immediato presente. Auspici si prendono per un immediato futuro, fondazione città, svolgere una guerra, seduta del senato. Mia lettura futuro in generale mentre sibillina è divinazione apollinea futuro in generale e legate allo stato del trans, invasamento dal dio, erano un medium. Questo tipo di divinazione non la approvano ne amano. Sono un elemento estraneo che esiste nella religione romana però hanno questa grande antichità quindi grande prestigio e si ricorre ai libri sibillini. Casi molto particolari. Sono estrema ratio.
- Vengono consultati da sacerdoti appositi che hanno questa funzione, hanno procedimento complicato: si prendono parti di versi uniti in un verso unico per formula finale che prescrive riti da compiere. Quindi non si tratta ancora di profezia ma prescrizione rituale.
- Quello che viene fuori dalla lettura riti sibillini viene prescritto un sacrificio; nel caso della sconfitta di Canne viene prescritto un sacrificio umano viene praticato nel foro boario, sacrificare una coppia di galli e una coppia di greci. Tito dice che è un rito per niente romano, assolutamente non romano. Si tratta di un esempio di rito eccezionale è l’unico esempio di sacrificio umano esistente nella religione romana. Venivano accusati di praticare questi sacrifici cartaginesi e fenici, era una pratica barbara. Una coppia di galli e di greci perché si tratta dei nemici storici, popoli stranieri sacrificati per sopravvivenza del popolo romano. La punizione terribile delle vestali perché la colpa potrebbe essere stata la loro, poi sacrificio umano
- Ultima pratica viene consultato Apollo delfico. In tutto il mondo mediterraneo compresa anche Roma Apollo di Delfi era punto di riferimento fondamentale. Viene mandato Fabio Pittore che prescrive dei sacrifici da compiere. Vestali erano capro espiatorio.
- Godevano di molti privilegi: erano donne eccezionali, perché
- Non erano sotto la tutela legale del pater familias. Cosa eccezionale perché sappiamo che pater familias soprattutto età repubblicana aveva teoricamente potere diritto di vita o di morte poi nella pratica non succedeva ma aveva un potere assoluto nella famiglia.
- Non erano sotto tutela neanche del pontefice massimo che era capo del collegio.
- Privilegi pratici: essere figure di grande prestigio
- uniche autorizzate ad attraversare centro di Roma che era pedonale sul carpentum (carrozza a due ruote), che denotava il prestigio delle vestali.
- potevano farsi precedere da un littore, che era guardia del corpo che spostava la folla quando camminavano, ed era prerogativa dei magistrati.
- Poi avevano in riconoscimento di immagine pubblica perché negli spettacoli pubblici sedevano nei posti d’onore, prime file per personaggi più importanti, e questo rimane anche in età augustea e poi imperiale.
E’ un sacerdozio molto molto importante per il significato che ha e sacerdozio molto impegnativo. Camillo per questo pone vestali come punto di riferimento per Roma.
Puntualizzazioni:
- Le vestali sono considerate insieme al tempio simbolo dell’esistenza e della sopravvivenza di Roma
- La loro importanza confermata dalla presenza di questo culto nel mito più antico, cioè madre di Romolo e Remo era una vestale (Rea Silva).
Mito narrato da Tito Livio: lei era stata costretta a diventare la vestale, siamo in una fase in cui Roma non esiste, la città in cui si svolgono vicende è Alba Longa, fondata da Iulo, figlio di Enea. Siamo in una fase molto antica. Rea Silva è figlia di Amul’io, fratello di Numitore. I due fratelli invece di dividersi il potere se lo contendono: Numitore scaccia il fratello e non vuole far rivendicare trono quindi unica figlia che Amul’io ha la costringe a farsi vestale mettendo il pretesto di fare un grande onore a lei e al padre perché era sacerdozio con grande carica onorifica per una donna e per la sua famiglia. Lei è una sacerdotessa quindi ha obbligo della castità però si innamora di lei un dio, Marte. Ha un rapporto con lei (poi le fonti si dividono se è violenza subita o anche lei si innamora). La cosa veramente importante per il mito non è questo, perché lei è figura strumentale del mito, il punto è che da questo rapporto nascono i due gemelli Romolo e Remo. Nelle origini del mito di Roma ci sono quindi le vestali, questo culto precede addirittura la fondazione di Roma.
Divinità fondamentali per Roma: Marte, Vesta, Venere. Discorso della discendenza da Iulo Ascanio viene sfruttata dal punto di vista ideologico politico dalla gens Iulia che si dice discendente da Iulo.
- Le vestali sono donne eccezionali., perché la donna romana normalmente ha come obiettivo il matrimonio. Non possiamo dire che i romani basi società sulla castità delle donne, le vestali sono un’eccezione, svolgono un servizio per la comunità e devono essere l’eccezione perché sia confermata la norma. La stessa cosa si vede in Grecia nel culto in cui sacerdotessa Pizia gli viene richiesto di non sposarsi mai perché intesa come sposa di Apollo, quindi non può essere sposa di nessun altro. La castità delle vestali per il focolare. Castità intesa come non matrimonio è eccezione.
Invece la castità intesa come comportamento rispettoso verso le donne sposate è un cardine del mos maiorum, soprattutto della città antica e repubblicana: le donne ideali secondo Tacito sono quelle che hanno un solo marito per tutta vita, solo esse non sono corrotte dal punto di vista del comportamento.
Le vestali poi preferivano non sposarsicosì da non essere sottomesse al marito: preferivano essere indipendenti dalla tutela giuridica di un uomo, cosa importante soprattutto per età repubblicana, mentre in età imperiale donna che ha avuto più di tre figli diventa indipendente legalmente quindi tutt’e più libere.
Ode di Orazio: ode III 30, vv. 6-9
Non omnis moriar multaque pars mei
uitabit Libitinam; usque ego postera
crescam laude recens, dum Capitolium
scandet cum tacita uirgine pontifex.
E’ evidente quanto sia orgoglioso di sé, mostrandosi come il primo che ha portato a Roma le forme della poesia greca dice che la poesia è più importante dei monumenti di bronzo e qui dice che grazie alla sua poesia non morirà del tutto. Molta parte di me eviterà Libitina, dea dei morti. Io sopravvivrò fino a quando però il pontefice salirà al Campodoglio con la vergine vestale silenziosa.
La cosa veramente interessante è che Orazio è nell’età contemporanea di Augusto: l’epoca aurea in letteratura, ci dà una visione emica di cosa pensavano i romani dell’epoca di Roma: identità e sopravvivenza di Roma indentificata con questo tipo di rito. Non allude a un rito particolare ma a questa immagine. Il Campidoglio dove si trova tempio di Giove capitolino e pontefice massimo e la vestale. Questi sono i segni che indicano per un romano la sopravvivenza di Roma e la sopravvivenza del mondo civile. Conferma. Finché ci sarà tutto ciò ci sarà chi potrà apprezzare mia poesia. Proietta in un futuro indeterminato