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27 Gennaio 2019Difficoltà di apprendimento e pedagogia speciale
27 Gennaio 2019Il genio e le opere di Leonardo, artista riconosciuto come un modello sia in Italia, sia all’estero
La vita
Italia, bell’Italia: terra di santi e navigatori, poeti e grandi artisti…
Tra Empoli e Pistoia, sabato 15 Aprile 1452, nel borgo di Vinci nasce Leonardo di Ser Piero d’Antonio.
Il padre, notaio, l’ebbe da Caterina, una donna di Anchiano che sposerà poi un contadino.
Nonostante fosse figlio illegittimo il piccolo Leonardo viene accolto nella casa paterna dove verrà allevato ed educato con affetto. A sedici anni il nonno Antonio muore e tutta la famiglia, dopo poco, si trasferisce a Firenze. Fu la sua e la nostra fortuna, perché senza quel trasloco oggi forse nessuno lo conoscerebbe.
La precocità artistica e l’acuta intelligenza del giovane Leonardo spingono il padre a mandarlo nella bottega di Andrea Verrocchio: pittore e scultore orafo acclamato e ricercato maestro, il migliore che Firenze avesse a quel tempo. L’attività esercitata da Leonardo presso il maestro Verrocchio è ancora da definire, di certo c’è solo che la personalità artistica di Leonardo comincia a svilupparsi qui.
All’età di 20 anni, nel 1472, Leonardo risulta iscritto come maestro nella Compagnia dei Pittori, segno quindi che l’apprendistato dal Verrocchio è terminato, pur non abbandonando la sua bottega.
Leonardo possiede una curiosità senza pari, tutte le discipline artistiche lo attraggono, è un acuto osservatore dei fenomeni naturali e grandiosa è la capacità di integrarle con le sue cognizioni scientifiche.
Nel 1480 fa parte dell’accademia del Giardino di S. Marco sotto il patrocinio di Lorenzo il Magnifico. E’ il primo approccio di Leonardo con la scultura. Sempre un quell’anno riceve l’incarico di dipingere l’Adorazione dei Magi per la chiesa di S. Giovanni Scopeto appena fuori Firenze. Oggi quest’opera si trova agli Uffizi di Firenze. Ma nell’ambiente fiorentino probabilmente comincia a sentirsi un po’ stretto.
Forse la non inclusione fra i quattro maestri che dipingeranno le pareti della Cappella Sistina lo spingono a partire. O forse è solo il suo irrefrenabile desiderio e bisogno di scoperte, quell’ineluttabile inquietudine a percorrere nuovi orizzonti creativi, madre di tutti i geni.
Nel 1482 parte e si presenta al Duca di Milano Lodovico Sforza, in una lettera il suo curriculum vitae che descrive le sue attitudini di ingegnere civile e costruttore di macchine belliche nonché le capacità operative.
L’accoglienza fu buona e abiterà in Porta Ticinese con i pittori fratelli De Predis.
Nel 1483, dipinge la Vergine delle Rocce nelle due versioni di Parigi e di Londra, nella chiesa di San Francesco Grande. E’ sempre di questi anni l’esercitazione per il monumento equestre in bronzo a Francesco Sforza.
Nel 1489-90 prepara le decorazioni del Castello Sforzesco di Milano per le nozze di Gian Galeazzo Sforza con Isabella d’Aragona.
Nel 1494 come ingegnere idraulico si occupa della bonifica della tenuta sforzesca nella bassa lombarda.
Nel 1495 inizia il famoso affresco del Cenacolo nella chiesa Santa Maria delle Grazie. Questo lavoro diventa praticamente l’oggetto esclusivo dei suoi studi. Verrà terminata nel 1498. L’anno successivo Leonardo fugge da Milano perché invasa dalle truppe del re di Francia Luigi XII e ripara a Mantova e Venezia.
Nel 1503 è a Firenze per affrescare , insieme a Michelangelo, il Salone del Consiglio grande nel Palazzo della Signoria. A Leonardo viene affidata la rappresentazione della Battaglia di Anghiari. Tormentato dall’ansia di trovare nuove tecniche artistiche non porta a termine neanche quest’opera. In quest’anno dipingerà incompiuta anche la Gioconda, orgoglio dell’attuale Musée du Louvre a Parigi.
Nel 1506 rientra a Milano, poi i suoi viaggi per l’Italia si fanno sempre più frequenti pur mantenendo Roma come punto di ritorno.
Nel 1513 il re di Francia Francesco I lo invita ad Amboise. Leonardo si occuperà di progetti per i festeggiamenti e proseguirà con i suoi progetti idrologici per alcuni fiumi di Francia.
Il 23 Aprile 1519 redige il suo testamento citando in esso tutte le persone che erano state vicine.
Il 2 Maggio 1519 Leonardo lascia le sue spoglie mortali e viene sepolto nella chiesa di S. Fiorentino ad Amboise. E dei resti non vi è più traccia a causa delle profanazioni delle tombe avvenute nelle guerre di religione del XVI secolo.
STUDI E PROGETTI
Leonardo comprese l’importanza della sperimentazione scientifica meglio di ogni altro scienziato del suo secolo. Le sue teorie scientifiche, così come le sue innovazioni artistiche, erano basate su un’attenta osservazione e una precisa documentazione.
Purtroppo, come accadde spesso per i progetti artistici, molti suoi trattati scientifici non furono mai portati a termine. I suoi manoscritti constano di cinquemila pagine di appunti, molti dei quali sono leggibili soltanto allo specchio poiché furono scritti alla rovescia, da destra verso sinistra.
Anticipando numerose scoperte dell’era moderna, Leonardo studiò, nel campo dell’anatomia, la circolazione sanguigna e il movimento degli occhi, fece scoperte sia di meteorologia sia di geologia, studiò l’effetto della luna sulle maree, presagì alcune concezioni moderne riguardo alla formazione dei continenti e approfondì lo studio delle origini dei fossili.
Fu anche uno degli iniziatori della scienza dell’idraulica e il primo a considerare la botanica una scienza autonoma. Progettò un efficace sistema di canalizzazione dei fiumi e inventò molte macchine ingegnose, tra le quali lo scafandro.
Fino all’ultimo studiò e analizzò il volo degli uccelli, e le sue scoperte sul volo comprendono princìpi tuttora validi di aerodinamica.
Maestro in tutte le arti, ricercatore in molti campi della scienza, Leonardo è sicuramente degno dell’appellativo di Homo Universalis, Uomo Universale.
Gli studi di Leonardo affrontano ogni campo dello scibile, dalla scienza alla pittura, all’urbanistica, all’ingegneria, riscontrando in ognuno grande successo : in quello scientifico la sua opera richiama il metodo galileiano, in quello artistico la rivoluzione caravaggesca..
Leonardo interroga tutto: “Io domando”, scrive spesso nei suoi quaderni.
Ma questa sua grande curiosità è accompagnata da un altrettanto grande desiderio di concretizzare le sue conoscenze: scienza e pratica sono quindi indissolubili: “Quelli che si innamorano della pratica senza la scienza sono come il nocchiero che monta sulla nave senza il timone o la bussola, e non ha mai la certezza di dove va”. Da questo punto di vista si possono analizzare i vari schizzi e progetti di Leonardo.
Importanti furono gli studi di Leonardo riguardo all’urbanistica: durante il periodo della peste a Milano, elaborò un progetto di città ideale, che teneva conto dei problemi e delle esigenze cittadine.
Per primo infatti capì la necessità di decentrare la popolazione, che si ritrovava ammassata entro le mura, costretta in lugubri vicoli e abitazioni: nel suo disegno il popolo risiedeva in campagna, mentre ai nobili era riservata la città.
Questa aveva una pianta a scacchiera, senza mura, nella quale compariva una rete di canali per lo smaltimento dei rifiuti.
C’erano inoltre sopraelevate per il passeggio dei pedoni e scale a chiocciola che collegavano i vari piani.
Oltre all’elaborazione teorica, Leonardo si applicò in Francia nella bonifica di paludi ed acquitrini.
Lo spirito ingegneristico di Leonardo si applicò anche nella creazione di nuove tecnologie: profondamente affascinato dal volo, passò interi anni a costruire macchine per volare che, dapprima simili ad uccelli, diventano pian piano vere e proprie antenate dei nostri aeroplani.
Abbandonata infatti l’idea di azionare queste macchine con la sola forza muscolare, inserì congegni meccanici, dando vita a due diversi progetti: uno in cui l’uomo stava disteso, l’altro in cui era in piedi.
LEONARDO ARCHITETTO E URBANISTA
Nel periodo milanese ebbe modo di indagare su problemi di architettura, ingegneria militare e civile, meccanica dei fluidi acustica, balistica, ottica e statica.
Dopo il 1500 dedicherà la sua attenzione allo studio delle acque, trascurando la produzione di modelli meccanici.
Affiancò all’analisi del corpo umano lo studio di altre entità naturali: monti, valli e terremoti.
Uomo di scienza perfeziona progetti ingegneristici coevi, come quelli di Francesco di Giorgio o del Brunelleschi, forte dell’aiuto del Pacioli e della conoscenza di testi classici e contemporanei a cui può accedere durante il soggiorno milanese.
L’obbiettivo delle sue macchine filatrici, dei suoi torcitoi, binatoi, telai meccanici, affilatoi di lime e aghi è quello di unire le forze dell’uomo a quelle della natura.
In base a questa prospettiva, dove la tecnica non si disgiunge mai dalla bellezza e dall’utilità, non si sottrae neanche l’architettura che è compimento delle opere di natura.
INGEGNERE MILITARE
L’attività di Leonardo architetto e ingegnere bellico segna ne il percorso biografico.
Le sue competenze sulle macchine da guerra, cannoni, carri d’assalto e le molteplici procedure d’assedio, risultano nuovamente attuali quando si trova a Venezia come consulente militare della Repubblica.
Come architetto militare è aggiornato sulle proposte del Brunelleschi, del Taccola, di Francesco di Giorgio e del Valturio.
Con la creazione di armi da fuoco riesce a perfezionare armi terrestri e navali, grazie alle sue competenze fisiche riesce ad aumentare il volume del fuoco e la velocità di caricamento e sparo, di creare nuovi proiettili ogivali, granate scoppianti, falariche, cannoni e spingarde
STUDI DI ANATOMIA
Essendo un appassionato indagatore di nuovi strumenti di rappresentazione, Leonardo non si accontentò di apprendere le leggi dell’anatomia dalla scultura antica o da fonti di seconda mano, e anche in questo caso ribadisce il primato dell’esperienza.
Praticò la dissezione dei cadaveri, umani e animali, ebbe modo di accedere negli ospedali di Santa Maria Nuova a Firenze e Santo Spirito in Sassia a Roma.
Gli studi anatomici vinciani sono sia topografici che fisiologici; le indagini vengono condotte in situazioni normali e patologiche sull’apparato muscolare, circolatorio, genito-urinale, sui nervi , sulle cartilagini, sugli strati della pelle e sullo scheletro. Gli organi cavi vengono studiati mediante l’iniezione di masse solidificabili.
Degli studi di anatomia leonardeschi farà tesoro il fiammingo Andrea Vesalio, studioso di anatomia a Padova e autore del “De humani corporis fabrica”, primo trattato di anatomia moderna.
STUDI SUL VOLO E SUL COSMO
Gli studi sul volo adattato all’uomo sono ricchissimi di osservazioni scientifiche. Il limite e il fascino delle sue indagini sta nell’analogia che cerca sempre di stabilire tra l’uomo e gli esseri naturali: insetti e uccelli.
Anni di studi infruttuosi lo videro impegnato alla sperimentazione di una macchina per il volo, ma il tentativo di spostare e sostenere il corpo umano nell’aria fallisce in quanto, non conoscendo il motore a scoppio, non fu in grado di creare organi di propulsione adeguati a quelli di sostentazione.
Nonostante ciò il suo contributo è eccezionale, conoscendo la resistenza opposta dall’aria al moto dei corpi, riesce a progettare il precedente dell’aliante, del paracadute e del moderno elicottero.
Grazie a questi studi sono state condotte le indagini del Codice Leicester, in seguito oggetto delle analisi di Galileo.
LA PITTURA
La pittura è di maggior discorso mentale e di maggiore artificio e meraviglia che la scultura, conciossiaché necessità costringe la mente del pittore a trasmutarsi nella propria mente di natura, e a farsi interpre
quella le cause delle sue dimostrazioni costrette dalla sua legge, ed in che modo le similitudini degli obietti circostanti all’occhio concorrano co’ veri simulacri alla pupilla dell’occhio, e infra gli obietti eguali in grandezza quali si dimostrerà maggiore ad esso occhio, e infra i colori eguali qual si dimostrerà più o meno oscuro, o più o men chiaro; e infra le cose di eguale bassezza, quale si dimostrerà più o men bassa; e di quelle che sono poste in altezza eguale, quale si dimostrerà più o meno alta; e degli obietti eguali posti in varie distanze, perché si dimostreranno men noti l’un che l’altro.
E tale arte abbraccia e restringe in sé tutte le cose visibili, il che far non può la povertà della scultura, cioè i colori di tutte le cose e loro diminuzioni.
Questa figura le cose trasparenti, e lo scultore ti mostrerà le naturali senza suo artifizio; il pittore ti mostrerà varie distanze con variamento del colore dell’aria interposta fra gli obietti e l’occhio; egli le nebbie, per le quali con difficoltà penetrano le specie degli obietti; egli le pioggie, che mostrano dopo sé i nuvoli con monti e valli; egli la polvere che mostrano in sé e dopo sé i combattenti di essi motori; egli i fumi più o men densi; questo ti mostrerà i pesci scherzanti infra la superficie delle acque e il fondo loro; egli le pulite ghiaie con varî colori posarsi sopra le lavate arene del fondo de’ fiumi circondati delle verdeggianti erbe dentro alla superficie dell’acqua; egli le stelle in diverse altezze sopra di noi, e così altri innumerab
Dice lo scultore che il basso rilievo è di specie di pittura; questo in parte si accetterebbe in quanto al disegno, perché partecipa di prospettiva; ma in quanto alle ombre e lumi, è falso in scultura e in pittura, perché le ombre di esso basso rilievo non sono della natura del tutto rilievo, come sono le ombre degli scorti, che non ha l’oscurità della pittura o scultura tonda; ma questa arte è una mistione di pittura e scultura.
Manca la scultura della bellezza de’ colori, manca della prospettiva de’ colori, manca della prospettiva e confusione de’ termini delle cose remote all’occhio; imperocché così farà cogniti i termini delle cose propinque come delle remote; non farà l’aria interposta infra l’obietto remoto e l’occhio occupare più esso obietto che l’obietto vicino; non farà i corpi lucidi e trasparenti come le figure velate che mostrano la nuda carne sotto i veli a quella anteposti; non farà la minuta ghiaia di varî colori sotto la superficie delle trasparenti acque.
La pittura è di maggior discorso mentale che la scultura, e di maggior artificio; con ciò si a che la scultura non è altro che quel ch’ella pare, cioè nell’essere corpo rilevato, e circondato di aria, e vestito da superficie oscura e chiara, come sono gli altri corpi naturali.