L’esempio di Cesare Borgia nel Capitolo VII de Il Principe
Nel Capitolo VII de Il Principe, Niccolò Machiavelli presenta Cesare Borgia (detto il Valentino) come un esempio paradigmatico di principe che ha saputo unire virtù e fortuna nella sua ascesa politica, ma che alla fine è stato sconfitto da circostanze avverse.
Machiavelli aveva avuto modo di osservare da vicino le azioni di Cesare Borgia durante le sue missioni diplomatiche per la Repubblica fiorentina e ne rimase profondamente colpito, tanto da considerarlo il modello ideale del “principe nuovo” che deve costruire il proprio potere con abilità e determinazione.
La fortuna iniziale di Cesare Borgia
Cesare Borgia ottenne il potere grazie all’appoggio del padre, Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia), il quale utilizzò la propria autorità per favorire l’ascesa del figlio. Grazie alle risorse e all’influenza del papato, Cesare riuscì a conquistare e consolidare il dominio sulla Romagna. Tuttavia, Machiavelli sottolinea che affidarsi esclusivamente alla fortuna (in questo caso al sostegno paterno) non è sufficiente per mantenere il potere a lungo termine.
Le azioni politiche e militari di Cesare Borgia: la dimostrazione della virtù
Machiavelli elogia Cesare Borgia per la sua capacità di agire con determinazione, astuzia e spregiudicatezza. Per consolidare il proprio potere, egli mise in atto diverse strategie:
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Eliminazione dei nemici interni – Cesare seppe eliminare i signori locali che potevano opporsi al suo dominio, evitando che potessero complottare contro di lui.
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Creazione di un esercito fedele – Non si affidò a truppe mercenarie o ausiliarie, ma cercò di formare un proprio esercito, rendendosi indipendente militarmente.
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Riforma della Romagna e uso della crudeltà efficace – Affidò il governo della regione a Ramiro de Lorqua, un uomo duro e spietato, per ristabilire ordine e disciplina. Quando però la sua brutalità divenne impopolare, Cesare lo fece giustiziare pubblicamente a Cesena, mostrandosi così come il “giusto vendicatore” agli occhi del popolo. Questa mossa rientra nella logica machiavelliana della crudeltà “bene usata”:
“Si debbe usare la crudeltà tutta insieme, acciocché, assaporandosi meno, offenda meno.”
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Neutralizzazione dei nobili che lo avevano aiutato – Per evitare di essere tradito da coloro che avevano favorito la sua ascesa, Cesare Borgia attirò i suoi ex alleati (i condottieri della compagnia degli Orsini) in una trappola e li fece eliminare a Senigallia nel 1502 (il cosiddetto “inganno di Senigallia”).
Tutte queste mosse dimostrano la virtù di Cesare Borgia, cioè la sua capacità di agire in modo risoluto e strategico per mantenere il potere.
Il declino di Cesare Borgia: il limite della fortuna
Nonostante la sua abilità, Cesare Borgia fu infine travolto da eventi che non poteva controllare:
- Nel 1503, Papa Alessandro VI morì improvvisamente, privandolo del principale sostegno politico.
- Il nuovo papa, Giulio II, gli fu ostile e ostacolò il suo dominio.
- Fu infine sconfitto e imprigionato, fino alla sua morte nel 1507.
Machiavelli riconosce che Cesare aveva fatto tutto il possibile per consolidare il proprio potere, ma la sua sfortuna (la morte improvvisa del padre) gli impedì di completare l’opera. Questo dimostra che la virtù può controllare la fortuna solo fino a un certo punto:
“Io non saprei che lo riprendere, perché deliberò quello che si debbe fare da un uomo prudente e virtuoso per mettere le basi al suo potere.”
Conclusione: Cesare Borgia come esempio di principe machiavelliano
Cesare Borgia rappresenta per Machiavelli un esempio quasi perfetto di “principe nuovo”, in grado di costruire il proprio potere con astuzia, forza e determinazione. Tuttavia, il suo fallimento dimostra il limite della virtù di fronte alla fortuna.
L’insegnamento principale del capitolo VII è che un principe deve essere abile nel prevenire i pericoli e nel consolidare il potere il più rapidamente possibile, riducendo al minimo la dipendenza dalla fortuna. Questo concetto si collega al capitolo XXV, dove Machiavelli ribadisce che la fortuna favorisce chi agisce con audacia e determinazione.
Cesare Borgia, dunque, è il modello di un leader capace, ma anche un monito per coloro che credono di poter controllare completamente il destino senza tenere conto delle circostanze imprevedibili.