I racconti della Kolyma di Varlam Tichonovic Salamov
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27 Febbraio 2021Dopo che gli alleati, vincitori della seconda guerra mondiale, posero fine alla colonizzazione italiana, si creò una monarchia che fu abbattuta da Gheddafi, a sua volta destituito dopo decenni di potere assoluto
La Libia
Classe Quinta A Liceo Classico “A Pansini” di Napoli – a.s. 2014-15
I confini
La Libia è una Repubblica dell’Africa Settentrionale; essa confina a Sud con il Niger e il Ciad, a Est con l’Egitto e il Sudan, a Nord con il Mar Mediterraneo e la Tunisia, a Ovest con l’Algeria.
Il territorio
Il suo territorio si presenta prevalentemente desertico, ma si possono trovare rare oasi tranne nella parte settentrionale dove ci sono altipiani rocciosi, sabbiosi e sassosi.
Per quanto riguarda i fiumi, pochi di loro sono perenni. I numerosi uadi recano acqua per brevissimo tempo nel periodo delle piogge: sono perenni il Kiam, il Ramla e il Derna, che hanno una falda acquifera che diventa sempre più profonda nell’interno. Condizioni più favorevoli presenta la Cirenaica, che ha nell’altopiano una complessa rete di acque sotterranee che sgorgano poi in sorgenti.
Nelle aree depresse esistono laghi di piccole dimensioni per lo più salati.
Il clima accentua i suoi caratteri desertici a mano a mano che dalle regioni costiere ci si spinge verso l’interno. La piovosità presenta valori bassi con notevolissime variazioni da un anno all’altro.
La costa ha temperature medie di 27°C in luglio e 14°C in gennaio e precipitazioni concentrate nel semestre invernale.
Verso l’interno l’escursione diurna e annua, tende ad aumentare e la piovosità diminuisce.
Seguono aspetti predesertici, con temperature sempre più elevate, forti squilibri giornalieri e piogge sempre più scarse.
Flora
La vegetazione, a causa dell’aridità del clima, è scarsa: macchia mediterranea lungo la costa, mentre verso l’interno prevalgono la steppa semidesertica e poi il deserto vero e proprio. Nelle oasi crescono le palme da datteri.
Fauna
La fauna è ridotta: roditori del deserto, iene volpi, sciacalli; nelle zone meno aride vivono le gazzelle. Abbondano gli insetti e i rettili.
Etnie, lingue e religione
La maggior parte della popolazione trae origine dalla fusione degli arabi con i berberi, ma vi sono anche tribù di berberi non amalgamatesi, gruppi di arabi che hanno mantenuto i caratteri originari e popolazioni sahariane come i Tuareg. Numerosi gli stranieri, attirati fin dagli anni ’70 da una legislazione che favorisce l’immigrazione. La popolazione è in aumento, al ritmo del 1,9% annuo, ma la densità media rimane molto bassa e la popolazione si addensa lungo la costa, nella capitale e in alcune oasi.
La lingua principale è l’arabo e la religione è quella islamica.
Economia
La coltura più estesa è quella dell’orzo, altre sono quella dei datteri e degli ortaggi nelle zone dove c’è l’acqua. Tuttavia la fonte principale di ricchezza in Libia è il petrolio. I giacimenti si trovano nel deserto e sono sfruttati da una quarantina di compagnie. Grazie alle enormi entrate finanziarie derivate dal petrolio, la Libia è l’unico paese dell’Africa che non ha bisogno di aiuti internazionali.
Immigrazione
Uno Stato da cui ogni anno immigrano verso l’Italia in modo clandestino moltissime persone è proprio la Libia.
Il governo italiano sta provvedendo a mettere in atto una strategia per ridurre questo fenomeno, almeno per limitare il numero degli sbarchi via mare. Infatti è stato stipulato un accordo con la Libia. L’accordo prevede che il nostro governo fornisca alla Libia i mezzi necessari per la sorveglianza sulle coste e la fornitura di strutture logistiche per l’accoglimento in territorio Libico a spese dell’Italia, inoltre le nostre forze dell’ordine provvederanno a formare e addestrare le forze di polizia Libiche.
Da parte della Libia è stato proposto di inasprire le sanzioni per coloro che tentano l’immigrazione clandestina, punendoli più severamente.
La colonizzazione italiana
Nel 1911, anno in cui si celebrarono i primi cinquant’anni del Regno d’Italia, dopo secoli di dominio arabo ed ottomano, il governo italiano, guidato da Giolitti, con la scusa di tutelare le attività economiche italiane già fiorenti in Tripolitania, avvia una campagna militare La conquista del territorio non fu comunque facile, e si divise in tre fasi:
La prima è la Guerra italo-turca (28 settembre 1911-18 ottobre 1912) – guerra combattuta tra il Regno d’Italia e l’Impero ottomano per il possesso delle regioni Nordafricane ottomane.
Alcuni intellettuali sostennero la campagna di Libia.
Ci fu poi una Campagna combattuta per far fronte alla offensiva dell’Impero ottomano durante la Prima guerra mondiale.
Dopo che i ribelli liberarono parti del territorio libico si avviò la Riconquista della Libia (1922-1932) – conflitto combattuto tra il Regno d’Italia e i ribelli delle regioni libiche, a sua volta distinto in:
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- Riconquista della Tripolitania (1922-1924)
- Riconquista del Fezzan (1929-1930)
- Riconquista della Cirenaica (1928-1932)
Storia della Libia moderna
Dopo che gli alleati, vincitori della seconda guerra mondiale, posero fine alla colonizzazione italiana, si creò una monarchia che fu abbattuta da Gheddafi.
Mu’ammar Gheddafi (7 giugno 1942- Sirte 20 ottobre 2011) è stato un politico libico. E’ stato dittatore della Libia per ben 42 anni. E’ salito al potere con il colpo di stato del 1° settembre 1969 che vide la caduta della monarchia.
Muammar Gheddafi fu la massima autorità della Libia per quarantadue anni.
Gheddafi fondò fin dagli inizi una dittatura militare che si basava sul socialismo arabo.
Inizialmente Gheddafi era solo un ufficiale delle forze militari della Libia.
In seguito si autoproclama colonnello e si mette a capo del Consiglio.
Con il passare del tempo stabilizza un regime , che in seguito diventa una vera e propria dittatura.
Una delle operazioni più discusse di Gheddafi fu la cacciata degli italiani dalla libia. Già passati da 120.000 (1939) a 20000 a causa delle confische dei beni gli ultimi 20000 itali-libici lasciarono il paese tra il 1969 e il 1970.
Prima guerra civile
Le proteste in Libia iniziano il 15 febbraio 2011 nella città di Bengasi in Cirenaica.
Il 17 febbraio a Bengasi Gheddafi ha represso nel sangue una manifestazione, provocando la scintilla della Guerra Civile Libica. Con la sua morte (Ucciso dai ribelli del CNT) si conclude la prima guerra civile.
Prima guerra civile in Libia (17 febbraio – 20 ottobre 2011) – conflitto svoltosi nel paese nordafricano e che ha visto opposte le forze lealiste di Mu’ammar Gheddafi e quelle dei rivoltosi, riunite nel Consiglio nazionale di transizione.
Intervento militare in Libia del 2011 (19 marzo – 31 ottobre 2011) – intervento militare internazionale svoltosi a sostegno dei ribelli libici del Consiglio nazionale di transizione.
Mentre la ribellione nelle piazze di Bengasi si espande , in Cirenaica le bandiere tricolore ( rosso, nero e verde) risvegliavano l’atmosfera delle città.
Alla rivolta partecipano i cittadini , principalmente giovani studenti.
Le proteste si fondano su un principio comune porre fine ai 42 anni di regime politico di Muammar Gheddafi.
Da protesta a scontro armato
Le proteste continuano , fino a diventare atti di ribellione armata con l’adesione di ufficiali e forze militari.
A marzo i ribelli avanzano verso sud e conquistano Brega.
Dopo mesi di scontri in varie arie del paese da Sirte , Bengasi e Tripoli , alla fine i ribelli riescono a conquistare la Libia e a rovesciare il regime di Gheddafi che viene preso e ucciso barbaramente.
Sviluppi preoccupanti
La lunga fase di transizione della Libia, iniziata con il conflitto civile e con il crollo del regime politico di Muammar Gheddafi nel 2011 , si è rivelata complessa e piena di ostacoli, anche per il sopraggiungere dell’ISIS nella regione.
Durante il 2014 la Libia entra in un nuovo conflitto civile:
Questa volta il confronto tra due governi, uno contro l’altro , quello ufficiale e quello auto-proclamato.
Seconda guerra civile in Libia (16 maggio 2014 – in corso) – conflitto in corso tra due governi rivali, l’uno con base a Tripoli e l’altro a Tobruk.
Il governo ufficiale
Il governo ufficiale , riconosciuto dalla comunità internazionale ha spostato la sua sede da Tripoli a Tobruk verso la fine del 2014.
Questa sede è strettamente fondata sulla ?Fratellanza mussulmana libica’ ed è controllata da varie fazioni autonomiste e federaliste.
Il governo auto-proclamato
Il «governo auto-proclamato» si basa sulla religione islamista.
Esso è principalmente composto da fanatici islamisti ed ha a capo Omar al-Hasi , primo ministro ufficiale.
Il governo islamista , o almeno così possiamo chiamarlo , è in continua lotta con il governo ufficiale.
Questo governo , però , è in lotta a sua volta anche al suo interno:
Gli scontri tra clan e tribù creano il completo caos in Libia e in tutta la parte del nord-africa.
L’ISIS
Esterna ai due governi rivali vi è un’organizzazione terroristica che ha conquistato la città di Sirte occupando gli edifici governativi e quelli pubblici.
Questa si chiama ISIS (Islamic state of Iraq and Syria).
CHE COS è L’ISIS?
L’Isis è un’gruppo terrorista islamista che governa un territorio e la sua popolazione.
Questo vasto territorio si espande tra l’Iraq e la Siria , in questo modo l’Isis ricava i giacimenti petroliferi e i le centrali elettriche sottratte allo stato.
Qual è lo scopo principale dell’isis?
Lo scopo principale su cui si basa questo gruppo terroristico è di attuare degli attentati nei territori con ampia densità di persone.
Di conseguenza seminare terrore , così da imporre il califfato.
Cos è Il califfato?
Il califfato è una forma di governo che ha a capo un califfo , ovvero un successore del profeta islamico Maometto.
Il califfato governa un determinato territorio , e di esso è il capo assoluto.
La conclusione di tutte queste azioni?
Di conseguenza a tutte queste azioni troviamo la Libia e tutto il nord-Africa in completo caos.
La situazione dopo la fine del regime di Gheddafi non è affatto migliorata , anzi ha trasformato l’Africa settentrionale in una vera e propria polveriera.
Di conseguenza anche l’Oriente e l’Occidente sono coinvolti.
Insomma il delirio in Africa si è trasformato in un problema globale.
Le primavere arabe , nate sull’esigenza dei diritti e della libertà del popolo , si concludono al momento con un sogno infranto.
Isis in Libia
Intorno al 2013 il capo dell’ISIS mandò in Libia alcuni suoi collaboratori per verificare la possibilità di una collaborazione con i jihadisti locali. L’ISIS si mise in contatto con alcuni simpatizzanti a cui fu ordinato di arruolare nuovi miliziani nelle moschee della Libia. Per i primi mesi i nuovi miliziani reclutati furono mandati in Siria per l’addestramento: dal dicembre del 2014, l’ISIS iniziò a chiedere al gruppo che si occupava del reclutamento di concentrarsi sugli attacchi da compiere in Libia.
Cominciò a circolare tra i sostenitori dell’ISIS un breve documento intitolato: «Libia: una porta strategica d’accesso per lo Stato Islamico». Il documento è stato tradotto, ma il suo contenuto deve essere preso con le molle, visto che si tratta di un documento di propaganda finalizzato a convincere più miliziani possibile a unirsi all’ISIS in Libia. Nel documento si dice per esempio che sviluppare la provincia libica dell’ISIS potrebbe portare ad alleggerire la pressione internazionale, e si parla dell’enorme quantità di armi facilmente recuperabile in territorio libico. Il documento si sofferma anche sull’importanza della posizione della Libia che confina con paesi che hanno regole sull’anti-terrorismo molto più rigide di quelle in vigore in territorio libico. L’ISIS sembra vedere questo scenario come una possibilità di attirare combattenti stranieri dall’esterno.
Il punto che è stato più ripreso dalla stampa italiana è però quello riguardante la posizione strategica che ha la Libia nei confronti dell’Europa meridionale. Nel documento si cita apertamente la possibilità di compiere degli attacchi nei paesi europei.
Cristianesimo in Libia
Vista la forte presenza dell’ISIS in Libia, questo Paese è anche luogo di forti persecuzioni nei confronti dei cristiani.
I cristiani hanno sempre vissuto in Libia, anche ai tempi di Gheddafi, ma oggi la maggior parte di loro è costretta a scappare per non essere uccisa.
Ad oggi sono scappati dalla quasi Libia tutti i cristiani, tranne 300 filippini, il personale della Chiesa e alcune suore.
La situazione attuale della Libia
La Libia è stata liberata dalla dittatura di Gheddafi, ma adesso ci sono ancora gravi problemi: il Paese sta vivendo un periodo di profonda instabilità politica. Dopo una seconda guerra civile, si sta assistendo ad un lento e difficile periodo di pacificazione nazionale