L’anarchismo
13 Aprile 2023La questione sociale
15 Aprile 2023L’impero Ottomano crebbe gradualmente, da un emiro turco, di nome Othman, ma più correttamente Osman, che incominciò a farsi strada in Asia Minore a fine duecento.
Anzitutto c’è da dire che la situazione nel mediterraneo già da tempo era cambiata, a causa della presenza di nuove forze in campo che avevano ridimensionato lo strapotere delle repubbliche marinare, soprattutto Aragonesi e Mamelucchi
Quando i turchi selgiuchidi si erano trasferiti in Anatolia, erano apparsi coesi e uniti, ma un secolo dopo l’impero dei selgiuchidi incominciò a segmentarsi in una serie di emiri, spesso capi di un territorio ristretto.
Le cose incominciarono a cambiare quando Othman estese il suo territorio di influenza, e cominciò una fase di espansione che portò il figlio di Othman a stabilire la nuova capitale del suo emirato non nel cuore dell’Anatolia, come era in origine, ma presso Costantinopoli.
Infatti, il figlio di Othman, o Osman, fece ulteriori conquiste e spostò la capitale del sultanato a Bursa, cioè nella parte occidentale della Anatolia piuttosto vicino a Costantinopoli, quasi come a minacciare quella ricchissima capitale imperiale.
Era chiaro che tale scelta metteva in ansia l’imperatore d‘Oriente, perché gli Ottomani erano un popolo ben addestrato e temibile in armi.
Con La battaglia del Kosovo alla fine del 1300 gli ottomani sottraggono un territorio importante nel cuore dei Balcani ai serbi
Ormai le tecnologie erano avanzate e le mura di Costantinopoli, che erano state inespugnabili per un millennio, non avrebbero potuto reggere l’assalto di un esercito determinato e ben equipaggiato.
Questo è il motivo per il quale l’imperatore Giovanni VIII Paleologo fu disposto ad umiliarsi, implorando l’aiuto del papa, dichiarandosi disposto a far rientrare lo scisma d’oriente, e a riconoscere il primato di Pietro, pur di ottenere appoggio e protezione contro i turchi infedeli.
Alla fine l’imperatore d’oriente ottenne una promessa di intervento in caso di aggressione turca, ma questo aiuto, quando nel 1543 i Turchi aprirono l’assedio di Costantinopoli, non arrivò alla città imperiale.
Troppo indeboliti i francesi egli inglesi, che ancora si leccavano le ferite di una guerra durata cent’anni. Troppo concentrati gli spagnoli alla riconquista della penisola, combattendo tutt’altra genìa di arabi.
Troppo divisi fra loro gli stati italiani, in procinto di rimandare per qualche decennio le lotte fratricide, per firmare una pace che sancisca il raggiunto equilibrio.
In generale, poi, l’autorità papale era stata appena riaffermata dopo un periodo in cui era stata profondamente messa in crisi dal conciliarismo, quindi nessuno è più disposto a mettere in secondo piano i propri interessi vicini, per andare a combattere una guerra troppo lontana a insidiosa.
Ecco perché in quel 1453 i Turchi poterono assediare indisturbati la città, poi penetrare in essa e massacrare la popolazione, sostituendo le proprie misere capitali con un gioiello ricco di storia e grandezza.
Inizia così un avvicendamento che avrà grosse ripercussioni in occidente, prima di tutto ridimensionando chi, come Venezia, aveva sempre fondato le sue ricchezze sul legame con quella città.
Questo portò anche a uno spostamento dell’asse dei commerci dalla via delle seta più settentrionale alle nove strade che portavano spezie dalla Cina attraverso l’India e i mari del sud fino ad Alessandria d’Egitto, nuovo centro nevralgico dei traffici internazionali.
Certamente la forza espansiva dei turchi in occidente fu frenata o dalla minaccia dei mongoli, o dalle sconfitte di Lepanto e Vienna, ma ormai la storia del mediterraneo e dell’Europa era stata cambiata per sempre.
I due assedi di Vienna, nel 1529 e 1683, furono gli unici non riusciti da parte degli ottomani mentre invece Budapest rimase ottomana per secoli, ma la paura che i Turchi riuscissero in quella impresa rimase per secoli.
I martiri di Otranto furono circa ottocento abitanti della città salentina, uccisi nel 1480 perché non vollero convertirsi all’islamismo dopo che la loro città cadde in mano turca
La prima grande vittoria delle Milizie cristiane contro gli ottomani fu quella di Lepanto nel 1571 alla guida delle truppe soprattutto spagnole ma non solo vi è Giovanni d’Austria l’ultimo crociato
I Barbareschi erano pirati, di stanza ad Algeri, chiamati così perché spesso berberi di origine, che ebbero un ruolo forte nel mediterraneo, si pensi in particolare al famoso pirata Barbarossa
I giannizzeri sono i soldati, le truppe ausiliarie dell’esercito dell’impero Ottomano, milizie provenienti dai territori occupati dai musulmani comprese le zone balcaniche e perfino greche, quindi per lo più cristiani, che ebbero un ruolo importante, al punto da deporre o insediare dei sultani.
Alla corte del sultano persistettero pratiche riprovevoli come la schiavitù e il concubinato, ma gli ottomani inventarono parecchi strumenti chirurgici come pinze, cateteri, bisturi e lancette.
Nel 1577 fu costruito l’osservatorio di Costantinopoli, a dimostrare l’alto livello raggiunto negli studi astronomici, ed era molto sviluppata la pratica è la conservazione della scrittura di manoscritti preziosi, infatti ma i turchi si rifiutarono di imparare nuove tecniche occidentali, come la stampa.
Giovanni III Sobieski guidò un’alleanza mitteleuropea austro-germanica nel 1683
Le donne del sultano
Il sultano aveva mediamente quattro mogli, e tantissime concubine. Lasciamo da parte queste ultime, con le quali il sultano si poteva sollazzare quando e come voleva, senza preoccuparsi troppo di che fine facevano i figli eventuali di questi rapporti, e ritorniamo alle quattro mogli, che generano figli legittimi.
Attenzione, però! Non c’era nessuna regola predeterminata per cui il successore del sultano doveva essere il figlio di una di esse. Si trattava solamente di tessere delle alleanze, man mano che il figlio cresceva e che il sultano era ancora vivo, e cercare di farsi degli amici, degli alleati, in maniera tale che alla morte del sultano si riusciva ad essere favoriti nella successione. Se c’erano più contendenti, il vincitore faceva fuori tutti gli altri, e anche se c’erano fratelli o fratellastri che non lo contrastavano, una volta diventato sultano, li faceva strangolare tutti.
Il potere assoluto del sultano
A differenza di quanto avviene in Europa, perfino nella monarchia assoluta di Luigi XIV, il Re Sole, il sultano dell’impero Ottomano non doveva fare i conti con nessuno, neanche con una classe nobiliare aristocratica che fondava i suoi privilegi ereditari, e neanche con la chiesa.
Non è assolutamente paragonabile l’organizzazione ecclesiastica occidentale con quella islamica.
Anzi, il sultano è anche califfo, cioè capo religioso, non dovendo quindi fare i compiti con nessun altro.
Il sultano ha il potere di nominare ad esempio come gran Visir chi vuole lui.
Per esempio, non succede mai che un gran Visir sia figlio di un altro Gran Visir.
Anzi, da un punto di vista tecnico, i più stretti collaboratori del sultano sono suoi schiavi
Mamma li turchi
Molteplici i pregiudizi, che hanno portato sempre a vedere i turchi come altro da noi, inferiori e disumani, che praticavano ancora schiavitù e (ad esempio fuma come un turco, bestemmia come un turco, beve come un turco, o semplicemente sembra turco, cioè incomprensibile, come arabo del resto)
Audio Lezioni di Storia medievale del prof. Gaudio
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