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20 Luglio 2023Le strutture portanti sono fondamentali perché una costruzione stia in piedi, come ha tragicamente dimostrato il crollo del ponte Morandi. Il principio si può applicare anche alla scuola, dove le parole sono i mattoni e hanno la stessa funzione del pilastro del ponte genovese: il loro significato deve essere univoco, condiviso e razionalmente determinato. Così non è.
Si consideri il termine “competenza”: l’espressione della finalità formativa. La scuola ha mutuato la sua definizione dal Parlamento europeo: un’adesione sbagliata, che ha generato ingovernabilità.
Può essere opportuno ricordare che in una lingua esistono parole base (primitive) e parole derivate (complesse). Le prime hanno significato autonomo, mentre quello delle seconde si ottiene impiegando più parole base.
La definizione europea del concetto competenza si caratterizza per la locuzione “Capacità di utilizzare”, perciò rientra tra le primitive.
Le scuole, invece, hanno il compito di progettare lo sviluppo delle potenzialità individuali; capacità, abilità e conoscenze ne sono le strutture portanti. “Competenza”, in tale contesto, ha un significato derivato, inconciliabile con l’accezione europea.
Può essere utile ricordare che capacità, abilità e conoscenza sono l’oggetto del mandato costitutivo del ministero dell’istruzione [2020]. In esso è istituita una relazione gerarchica: le capacità sono il fine, le conoscenze e le abilità la palestra.
Ne discende che una scuola orientata alla promozione di competenze, correttamente definite, è in grado di monitorare i processi evolutivi delle capacità. Si veda in rete: laboratorio di matematica: Pitagora.
Ci si augura che il monito del ponte Morandi inneschi un cambiamento verso la razionalità e favorisca pratiche progettuali, la “sostanza dell’autonomia scolastica”.