Turno irrompe nel campo troiano Eneide IX 672-761
28 Dicembre 2019Il ricordo di Marcel Proust
28 Dicembre 2019
Durante il suo esilio a Brancaleone Calabro, Pavese scrive le poesie di “Lavorare stanca” in uno stile originale e narrativo
Caratteristiche della raccolta poetica “Lavorare stanca”
- Poesia-racconto, ad andamento prosastico, senza rime
- Lunghezza dei versi
- Prevalenza di frasi coordinate e non subordinate
- Poche figure retoriche
- Ambienti popolari
- Spesso sono presenti dialoghi
Testo della poesia
L’uomo solo si leva che il mare è ancor buio
e le stelle vacillano. Un tepore di fiato
sale su dalla riva, dov’è il letto del mare,
e addolcisce il respiro. Quest’è l’ora in cui nulla
può accadere. Perfino la pipa tra i denti 5
pende spenta. Notturno è il sommesso sciacquìo.
L’uomo solo ha già acceso un gran fuoco di rami
e lo guarda arrossare il terreno. Anche il mare
tra non molto sarà come il fuoco, avvampante.
Non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno 10
in cui nulla accadrà. Non c’è cosa più amara
che l’inutilità. Pende stanca nel cielo
una stella verdognola, sorpresa dall’alba.
Vede il mare ancor buio e la macchia di fuoco
a cui l’uomo, per fare qualcosa, si scalda; 15
vede, e cade dal sonno tra le fosche montagne
dov’è un letto di neve. La lentezza dell’ora
è spietata, per chi non aspetta più nulla.
Val la pena che il sole si levi dal mare
e la lunga giornata cominci? Domani 20
tornerà l’alba tiepida con la diafana luce
e sarà come ieri e mai nulla accadrà.
L’uomo solo vorrebbe soltanto dormire.
Quando l’ultima stella si spegne nel cielo,
l’uomo adagio prepara la pipa e l’accende. 25
Audio Lezioni su Cesare Pavese del prof. Gaudio