Roma in fiamme Annales XV, 38, prima parte
28 Dicembre 2019Contovello di Umberto Saba
28 Dicembre 2019Lo stile di Tacito è uno degli elementi che lo distingue come uno dei più grandi storici della letteratura latina.
Stile di Tacito
La sua scrittura è caratterizzata da una serie di tratti distintivi che la rendono unica e particolarmente efficace nel trasmettere la drammaticità e la complessità degli eventi storici che descrive.
- Concisione e densità: Tacito è noto per la sua brevitas, ovvero la capacità di condensare pensieri complessi in frasi brevi e incisive. La sua prosa è densa di significati e spesso lascia spazio all’interpretazione del lettore. Usa costruzioni sintattiche compatte e talvolta difficili da decifrare, che richiedono un’attenzione attiva da parte del lettore.
- Ad esempio, spesso utilizza ellissi (l’omissione di parole che possono essere sottintese), rendendo il suo stile essenziale ma complesso. Questo porta a una sorta di enigmaticità nella sua narrazione, che aumenta il senso di drammaticità e tensione.
- Uso di antitesi e contrasti: Tacito predilige il contrasto e la tensione tra opposti, che riflettono la sua visione pessimistica della storia. Egli usa frequentemente antitesi, sia a livello concettuale che stilistico, per mettere in luce la complessità morale e politica degli eventi e dei personaggi.
- Un esempio tipico è la contrapposizione tra virtus (la virtù dei personaggi) e corruptio (la corruzione dell’impero), che è centrale nella sua interpretazione della storia romana.
- Ironia e giudizio morale: Tacito è noto per l’uso dell’ironia, spesso sottile e pungente. Non esprime apertamente giudizi moralistici, ma lascia trasparire il suo pensiero attraverso l’uso sapiente di sottintesi e osservazioni taglienti. La sua ironia si manifesta spesso nella descrizione dei potenti, dei tiranni e dei loro cortigiani, smascherandone l’ipocrisia.
- Ad esempio, quando parla delle lodi che il Senato riserva agli imperatori tirannici come Tiberio o Nerone, l’ironia di Tacito emerge nel contrasto tra la realtà dei fatti e le parole ufficiali.
- Uso della retorica: Tacito dimostra una padronanza della retorica, ma il suo stile è volutamente meno oratorio e fiorito rispetto a quello di altri storici come Livio. Predilige una narrazione più contenuta, priva di lunghe digressioni o ornamenti retorici, ma comunque capace di evocare immagini potenti attraverso descrizioni precise e simboliche.
- Drammaticità e pathos: Sebbene Tacito non indulga nell’eccessiva enfasi, la sua narrazione è spesso piena di drammaticità e pathos. Egli riesce a creare un senso di inesorabile tensione e tragedia nelle sue descrizioni storiche, soprattutto quando tratta i temi della morte, della caduta e della corruzione. La storia, per Tacito, non è solo un susseguirsi di eventi, ma un dramma morale in cui gli individui spesso soccombono al potere e alla degenerazione.
- Psicologia dei personaggi: Un altro tratto distintivo del suo stile è l’attenzione alla psicologia dei personaggi storici. Tacito non si limita a descrivere le azioni dei protagonisti, ma cerca di comprenderne le motivazioni interiori, sondando i conflitti e le debolezze umane che portano all’ascesa e alla caduta del potere. Questo approccio rende i suoi personaggi complessi e spesso ambigui.
- Tensione tra fato e libero arbitrio: Nei suoi scritti, Tacito esplora anche il tema del destino e del libero arbitrio. Pur riconoscendo il ruolo del caso e del destino negli eventi storici, mette spesso in evidenza le scelte personali, i vizi e le virtù dei singoli individui che modellano la storia. La tensione tra il fato ineluttabile e le decisioni umane è una costante nella sua narrazione.
Fortuna di Tacito
L’opera di Tacito ha avuto un’enorme influenza nel corso dei secoli, anche se la sua fama ha conosciuto momenti alterni, con una riscoperta particolarmente forte durante il Rinascimento e nei periodi successivi. La sua interpretazione del potere, la sua analisi della corruzione morale e politica e il suo stile unico hanno lasciato un segno duraturo nella tradizione storiografica e letteraria.
Antichità e Medioevo
- Antichità: Durante il suo tempo, Tacito non era tra gli storici più celebrati, probabilmente a causa del suo stile conciso e della visione pessimistica del potere. Autori come Livio o Plinio il Vecchio, con la loro prosa più “classica” e il loro approccio più ottimistico, godevano di maggior popolarità.
- Medioevo: Durante il Medioevo, l’opera di Tacito venne quasi dimenticata. La visione del mondo cristiana, con il suo ottimismo escatologico e la fede nella Provvidenza, mal si conciliava con il pessimismo tacitiano. Inoltre, la sua opera non circolava ampiamente nelle scuole monastiche, dove si prediligevano autori più “morali” come Virgilio o Seneca.
Rinascimento e Umanesimo
- Riscoperta rinascimentale: Nel Rinascimento, con la riscoperta delle opere classiche, Tacito venne riscoperto e rivalutato. Umanisti come Machiavelli e Guicciardini furono influenzati dalla sua analisi del potere e delle dinamiche politiche. Tacito divenne una fonte di riflessione per coloro che studiavano il rapporto tra politica e morale.
- Machiavelli vide in Tacito un maestro della realpolitik, con la sua capacità di descrivere la politica come un gioco di forze spesso spietato e privo di ideali morali assoluti.
- Guicciardini, autore delle Storie fiorentine, apprezzò Tacito per il suo acume nella descrizione delle dinamiche del potere e delle vicende umane.
Età moderna e contemporanea
- Illuminismo: Durante l’Illuminismo, l’opera di Tacito fu letta con una certa ambivalenza. Da una parte, l’ironia e il realismo del suo pensiero venivano apprezzati come un antidoto alle visioni idealizzate della politica; dall’altra, il suo pessimismo veniva criticato in un’epoca dominata dalla fede nel progresso e nella ragione.
- Romanticismo e Ottocento: Nel XIX secolo, l’opera di Tacito fu letta con grande interesse dagli storici e dagli intellettuali che si interrogavano sui meccanismi del potere e sulla decadenza delle civiltà. In un’epoca caratterizzata da rivoluzioni e cambiamenti politici, Tacito divenne un punto di riferimento per coloro che cercavano di comprendere il legame tra libertà e autoritarismo.
- XX e XXI secolo: Nel XX secolo, Tacito ha continuato a esercitare una forte influenza, soprattutto in relazione agli studi sul totalitarismo e sulle dittature. La sua rappresentazione del potere sotto gli imperatori romani è stata spesso letta come una riflessione anticipatrice sulle dittature moderne, in particolare per quanto riguarda il controllo del potere e la repressione delle libertà civili.
- Filosofi e storici politici come Friedrich Nietzsche, Hannah Arendt, e Raymond Aron hanno tratto ispirazione dal pessimismo tacitiano per comprendere i fenomeni di manipolazione del potere e di oppressione politica.
Tacitismo
Il termine “tacitismo” indica l’uso dell’opera di Tacito come strumento di riflessione politica. Soprattutto durante il Rinascimento e l’età moderna, Tacito fu utilizzato come modello per analizzare la corruzione del potere e l’autoritarismo. Questo fenomeno fu particolarmente evidente in Italia, Francia e Spagna, dove le sue opere furono studiate come manuali politici. Autori come Machiavelli e altri pensatori del realismo politico sono spesso considerati “tacitisti” per il loro interesse nella relazione tra potere e morale.
Conclusione
Tacito, con il suo stile conciso, drammatico e psicologicamente profondo, ha lasciato un’impronta indelebile nella storiografia.
La sua visione pessimistica del potere e della politica, insieme alla sua capacità di cogliere le sfumature delle dinamiche umane, lo rendono un autore di grande attualità. La sua fortuna, variabile nei secoli, ha visto un forte ritorno in momenti storici caratterizzati da crisi politiche e morali, come il Rinascimento e l’età contemporanea, quando la sua analisi delle dinamiche di potere ha trovato nuove e profonde risonanze.