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13 Maggio 2011Negli ultimi anni, la tutela della privacy sia diventata un argomento quasi paranoico, ma ahimè, indispensabile.
Con l’arrivo del GDPR, l’acronimo che sembra far tremare chiunque lavori in amministrazione scolastica, si è creata una sorta di paura generalizzata di fare il passo falso. Ed è comprensibile, vista la mole di sanzioni che incombono su chi violi queste norme.
Ma perché tanta attenzione?
La scuola gestisce enormi quantità di dati sensibili: dagli esiti scolastici alle informazioni personali su salute, situazione familiare, e perfino dati giudiziari, se parliamo di minori che hanno attraversato situazioni legali particolari. In un mondo dove tutto è interconnesso, la protezione di queste informazioni è cruciale, soprattutto perché parliamo di minori, una delle categorie più vulnerabili.
I punti più “ossessivi”
Ci sono alcuni aspetti in cui l’attenzione alla privacy a scuola può sembrare un’ossessione, e forse lo è, ma nasce dalla necessità di proteggere gli studenti e il personale. Vediamo alcuni esempi:
- Pubblicazione dei voti: Un tempo, i voti venivano affissi in bacheca, alla luce del sole. Oggi? Guai a farlo senza anonimizzare o proteggere i dati! Ogni studente ha il diritto di non vedere i propri voti esposti pubblicamente. Siamo arrivati al punto in cui perfino comunicare una valutazione via email richiede attenzione su chi accede a quell’indirizzo.
- Foto e video: Scattare foto durante una recita scolastica o una festa di fine anno? Meglio chiedere consenso preventivo firmato da ogni singolo genitore, perché pubblicare foto di minori senza autorizzazione può portare a conseguenze legali. Alcune scuole sono arrivate al punto di vietare del tutto le riprese da parte dei genitori.
- Uso dei dati personali per comunicazioni: Anche inviare un’email a tutti i genitori di una classe deve essere fatto in modo corretto, con l’uso di CCN (Copia Conoscenza Nascosta), per evitare che ogni genitore possa vedere l’indirizzo degli altri. Un tempo sarebbe sembrato banale, oggi è fonte di preoccupazione.
- Accesso alle informazioni scolastiche: I genitori non possono più chiedere accesso agli atti scolastici come se nulla fosse. Devono dimostrare un interesse legittimo, e le scuole devono assicurarsi di non rivelare accidentalmente informazioni che potrebbero violare la privacy di terzi, come i voti o i comportamenti di altri studenti.
- Registri elettronici: L’avvento dei registri elettronici ha migliorato la gestione dei dati, ma ha anche creato problemi di sicurezza. Le scuole sono ora obbligate a implementare misure di sicurezza avanzate per proteggere queste informazioni da accessi non autorizzati, altrimenti rischiano multe molto salate.
Il confine tra tutela e ossessione
È facile vedere la tutela della privacy come una seccatura burocratica e, a volte, la si percepisce come un’esagerazione. Ma c’è un motivo reale per cui questo approccio è diventato così rigoroso. I dati sono potere e, se usati in modo improprio, possono danneggiare profondamente le persone. Quando si tratta di minori, il rischio è ancora maggiore.
In più, oggi, viviamo in una società in cui le violazioni della privacy sono quasi all’ordine del giorno. Basta guardare i numerosi casi di data breaches che coinvolgono grandi aziende e le conseguenze devastanti per chi vede rubati i propri dati.
La paranoia è giustificata?
Se la chiami ossessione o paranoia, non sei lontano dalla verità. Molte scuole sono terrorizzate all’idea di violare la legge, specialmente quando si parla di GDPR. Un errore, anche minore, potrebbe portare a pesanti sanzioni economiche e a danni reputazionali.
Tuttavia, la chiave è trovare un equilibrio. La protezione della privacy è essenziale, ma non deve diventare un ostacolo insormontabile per le normali attività didattiche. I dirigenti scolastici e gli insegnanti dovrebbero puntare su un’applicazione intelligente della normativa, evitando eccessi ma assicurando, allo stesso tempo, che i diritti degli studenti e del personale siano rispettati.
Conclusione
Sì, c’è una sorta di “ossessione” per la privacy a scuola, ma è dettata da una società sempre più consapevole dei rischi legati alla gestione dei dati personali. Se vogliamo evitare che la scuola diventi una “fortezza” inaccessibile, dobbiamo trovare il giusto bilanciamento tra il rispetto delle regole e la fluidità della vita scolastica.
Audio Lezioni sulla Pedagogia e organizzazione della scuola del prof. Gaudio