Verbi della terza coniugazione
27 Gennaio 2019Maurizio Zini
27 Gennaio 2019dalla Storia romana
di Carlo Zacco
Il conflitto. Nel 509 a.C si passa dunque dalla monarchia ad una Repubblica aristocratica. I plebei, che grande parte avevano avuto negli eventi che portarono infine alla cacciata dei Re etruschi, una volta instaurata la nuova forma di governo non ebbero parte alcuna nella gestione del potere, e rimasero esclusi dalle cariche pubbliche, come prima. I primi anni della Repubblica sono caratterizzati da un forte conflitto sociale tra patrizi e plebei
– motivi della protesta. Il loro malcontento era inoltre accentuato dai vecchi motivi di insoddisfazione: erano oppressi dai debiti nei confronti dei proprietari terrieri patrizi; erano esclusi dalla ripartizione dell’ager publicus, cioè le terre sottratte alle popolazioni vinte che venivano distribuite ai veterani; erano esclusi anche da ogni forma di ascesa sociale poiché era loro vietato sposare un patrizio; data la mancanza di leggi scritte, erano quasi sempre vittime di sentenze applicate a loro danno e in favore di altri patrizi. Insomma, per loro non era cambiato niente.
La secessio plebis. L’episodio culminante di questo conflitto si verificò all’inizio del V secolo, quando i plebei organizzarono un vero e proprio sciopero, rifiutandosi di lavorare e ritirandosi a oltranza sul colle Aventino. Fu questa la cosiddetta secessio plebis, la secessione della plebe, una spaccatura profonda nella società romana. Dopo questo episodio furono varate delle misure in favore della plebe, le più importanti sono:
a) I tribuni della plebe. A sanare questa spaccatura intervenne nel 494 a.C il console Menenio Agrippa. Grazie alla sua mediazione si arrivò alla costituzione di una nuova figura istituzionale, i tribuni della plebe: un collegio di due magistrati che venivano eletti annualmente dal popolo ed potevano esercitare diritto di veto sulle deliberazioni dei magistrati patrizi in virtù del potere di intercessio. Erano il punto di riferimento dei plebei nei loro rapporti con i patrizi.
b) Le XII tavole. Il secondo intervento in favore dei diritti della plebe fu la costituzione di un’assemblea di dieci uomini scelti tra patrizi e plebei a cui fu affidato il compito di risolvere il problema dell’esclusione dei plebei dalla vita pubblica. Si tratta dei decemviri legibus scribundis, il cui operato terminò con la promulgazione nel 451 a.C delle leggi delle XII tavole, il primo codice di leggi scritte della storia di Roma.
– le leggi: le leggi delle XII tavole intervenivano su vari aspetti della vita del cittadino, ad esempio: le relazioni familiari, regolando la patria potestas; il diritto ereditario; le condizioni igieniche della città. In materia penale le leggi erano ancora basate sul principio della legge del taglione.
c) Matrimonio nel 445 a.C venne varato un altro importante provvedimento in favore dei plebei, che da ora in poi poterono sposarsi con un partner di origine patrizia.
d) le Leges Liciniae-Sextiae: nel 367 a.C vennero promulgate le leges Liciniae-Sextiae, che stabilivano che uno dei due consoli dovesse essere necessariamente di origine plebea. Progressivamente ai plebei fu esteso anche il diritto di accedere alle altre magistrature.