Ritratto di musico di Leonardo da Vinci
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3 Agosto 2022Il duca di Milano, Ludovico Sforza, nel 1495 affidò a Leonardo il compito di affrescare il refettorio del Convento milanese. Immaginò la composizione come una grande scatola prospettica, e si ha l’impressione di far parte della scena; in origine la pittura murale occupava tutta la parete. Per la sua realizzazione non scelse la tradizionale tecnica dell’affresco ma preferì sperimentare altre soluzioni, per non essere costretto a dipingere in fretta, che però si rivelarono poco resistenti al tempo.
Leonardo rappresentata l’Ultima Cena nel momento più drammatico, quello in cui Gesù rivela ai discepoli che in quella stessa notte uno di loro lo tradirà,
e le reazioni psicologiche dei discepoli, i sentimenti, i dubbi ed i patimenti che ciascuno dei personaggi manifesta.
Caratteristiche del dipinto
1.TECNICA FALLIMENTARE invece di dipingere sulla parete appena intonacata e umida (affresco) stende sul muro asciutto colori da lui stesso sperimentati che risulteranno non resistenti. Oggi quindi il dipinto è molto rovinato.
2.SOGGETTO è il momento in cui Gesù annuncia agli apostoli che uno di loro lo tradirà.
3.è in quest’opera particolarmente la VARIETÀ DI EMOZIONI che vengono ben riprese sui volti dei personaggi
“Un grande espediente di cui Leonardo si è principalmente servito per animare questo dipinto è il movimento delle mani, al quale però soltanto un italiano poteva ricorrere”
da “Il Cenacolo di Leonardo” di Johann Wolfgang Goethe (1817)
La strana alchimia fra i frati e lui
Leonardo era un agnostico, un cercatore dubbioso non certo un baciapile. Però quando si è trattato di dare espressione ai misteri della fede lo ha fatto in maniera magistrale e con una padronanza di conoscenze forse persino superiore a quella di alcuni teologi suoi contemporanei».
«È come se il visitatore fosse stanato da Leonardo» Padre Guido vi individua tre grandi temi teologici:
«Il primo», racconta, «è quello della decisione personale che ogni credente è chiamato a prendere al cospetto di Gesù Cristo e della sua Parola. Ogni visitatore è per così dire “stanato” da Leonardo. È come se di fronte alle parole storiche del Cristo (“In verità, in verità vi dico, qualcuno di voi mi tradirà”), ogni uomo è chiamato a reagire. L’artista raffigura questa gamma di reazioni attraverso i moti dell’animo dei dodici apostoli, la loro postura e soprattutto la gestualità delle mani ora stizzita, ora nervosa, ora impaurita e che è un tratto caratteristico d’italianità».
La strana alchimia fra i frati e lui
Il secondo aspetto sottolineato da padre Guido è «l’applicazione rigorosa della prospettiva» che lungi dall’essere solo un espediente tecnico ha invece un profondo significato religioso: «L’uso della prospettiva», spiega, «è funzionale a far sì che tutto converga nella figura di Gesù che si staglia al centro della tavola. È quella che i padri della Chiesa e San Paolo chiamano la “ricapitolazione in Cristo di tutte le cose”, ossia la riassunzione di tutta la vicenda umana nell’unico Capo e Maestro in grado di redimere la nostra umanità».
Infine, padre Guido vede nel Cenacolo «un memoriale riattualizzato dell’Ultima Cena». Con questo capolavoro, spiega, Leonardo «rese i frati domenicani che qui mangiavano in quello che era l’antico refettorio del nostro convento commensali di Cristo e suoi contemporanei. Anche oggi ci fa entrare nella scena del Cenacolo e diventare attori insieme ai Dodici che furono i protagonisti storici accanto a Gesù».
I significati esoterici
Un esempio: L’anguilla secondo la storica dell’arte Mariella Carrossino fu scelta perché simbolicamente considerata «misto tra serpente e pesce, segno di vitalità e forza creativa, che preannuncia una grande trasformazione spirituale».
Molte le interpretazioni di pani, coltelli, bicchieri, tovaglia, sfondo naturale e vesti