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28 Dicembre 2019
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28 Dicembre 2019L’ultima fase della produzione di Giacomo Leopardi (circa dal 1831 al 1837) è caratterizzata da una definitiva radicalizzazione del suo pessimismo cosmico, un’attenzione ancora più profonda ai temi dell’esistenza e della vanità della vita, ma anche da una particolare lucidità nella riflessione filosofica.
1. Caratteristiche dell’ultimo Leopardi
Dopo il soggiorno fiorentino (1830-1833), Leopardi si trasferisce a Napoli, dove trascorre gli ultimi anni della sua vita in condizioni di salute precarie. In questo periodo, pur mantenendo la sua visione pessimistica, il poeta non si limita più solo alla contemplazione del dolore umano, ma sviluppa una critica ancora più radicale verso la natura e la società.
Evoluzione del pessimismo
Leopardi passa da una visione della Natura come matrigna (che illude e poi abbandona l’uomo) a un’idea ancora più estrema: la vita è interamente priva di senso e l’unico destino certo dell’umanità è il nulla. Tuttavia, in alcune sue ultime riflessioni, lascia intravedere una possibile forma di solidarietà tra gli uomini come unico conforto nella sofferenza.
2. Le opere dell’ultimo periodo
A) “A se stesso” (1833)
Questa poesia è il manifesto del pessimismo estremo di Leopardi. Il poeta si rivolge al proprio cuore, ormai privo di speranza, e accetta definitivamente che la vita è solo dolore, noia e inganno. Non resta che il disprezzo per se stessi e per l’universo.
B) “Il tramonto della luna” (1836-1837)
Ultima lirica scritta da Leopardi, è una sorta di testamento poetico. Il tramonto della luna simboleggia la fine della giovinezza e della speranza. L’uomo, giunto alla vecchiaia, si trova solo, senza più illusioni, in attesa della morte.
C) “La ginestra o il fiore del deserto” (1836)
È il componimento più importante dell’ultimo Leopardi. Qui il poeta sviluppa la sua riflessione sulla condizione umana:
- La natura è un forza cieca e distruttrice, non matrigna ma semplicemente indifferente.
- Gli uomini, illudendosi di essere speciali, si credono al centro dell’universo, ma in realtà sono insignificanti.
- Tuttavia, a differenza di chi si illude, la ginestra (pianta che cresce sul Vesuvio) rappresenta la dignità della resistenza umana: pur consapevole della propria fragilità, accetta la sua condizione e vive con coraggio.
3. Conclusione
L’ultimo Leopardi è ancora più radicale e disilluso rispetto agli anni giovanili. Tuttavia, nella sua visione tragica dell’esistenza, emerge anche una nuova idea: sebbene l’uomo sia destinato al nulla, può trovare una forma di solidarietà con i suoi simili, opponendosi alla crudeltà della natura con la consapevolezza e la dignità.
“La ginestra” è la sintesi di questo pensiero: l’accettazione della fragilità umana non deve portare alla rassegnazione, ma a una resistenza consapevole. 😊