Titiro e Melibeo
27 Gennaio 2019Zaira Gangi
27 Gennaio 2019di Gabriele D’Annunzio
di Carlo Zacco
L’Affrico è un torrente che scorre tra Fiesole e Firenze. E’ collocata al terzo posto della raccolta, e la sua collocazione segue una cronologia ideale: le ultime piogge primaverili e l’inizio dell’estate.
Grazia del ciel, come soavemente
ti miri ne la terra abbeverata, anima fatta bella dal suo pianto! O in mille e mille specchi sorridente grazia, che da la nuvola sei nata come la voluttà nasce dal pianto, musica nel mio canto ora t’effondi, che non è fugace, per me trasfigurata in alta pace a chi l’ascolti. |
Il cielo
– rivolge al cielo che si specchia nella terra che è stata abbeverata dalla pioggia, cioè nelle pozzanghere; – la dolcezza del cielo, dopo la pioggia, è paragonata a quella che si prova dopo un pianto liberatore, quando l’anima si sente purificata, dopo aver sfogato la sua pena; – gli specchi sono le pozze lasciate dalla pioggia; – la luminosità del cielo è paragonata a un sorriso; – la grazia nasce dalla pioggia così come il piacere segue il dolore; – questa grazia si esprime anche attraverso le parole del poeta, che tramite l’armonia dei suoi versi, ne riproduce la sensazione; e fissa (non è fugace) nella poesia ciò che è durevole; – ascoltando i versi del poeta si prova una pace profonda, in quanto questi evocano la bellezza della natura. Grazia: si nomina la caratteristica della cosa, non la cosa, secondo un procedimento impressionistico tipicamente simbolista; Musica del mio canto: predicativo, sempre riferito a Grazia;
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Nascente Luna, in cielo esigua come
il sopracciglio de la giovinetta e la midolla de la nova canna, sì che il più lieve ramo ti nasconde e l’occhio mio, se ti smarrisce, a pena ti ritrova, pe ‘l sogno che l’appanna, Luna, il rio che s’avvalla senza parola erboso anche ti vide; e per ogni fil d’erba ti sorride, solo a te sola. |
La luna
– la luna nascente è sottilissima ed è paragonata sia al sottile sopracciglio arcuato di una giovinetta, sia alla polpa (midolla) della canna appena cresciuta; – la luna è talmente sottile che può essere nascosta da un ramo, e l’occhio del poeta (che è un po annebbiato dal sogno) fatica a ritrovarlo, se per un attimo la perde di vista; – il fiume, che scorre silenziosamente (senza parola) verso valle (s’avvalla) tra due rive erbose, rispecchia la luna (ti vide); – il luccichio prodotto dalla luce lunare sull’acqua che scorre è come un sorriso che il fiume stesso rivolge alla luna; – e c’è una specie di dialogo silenzioso ed esclusivo tra l’uno e l’altra (solo a te sola); L’occhio del poeta: offuscato dal sogno, ovvero dalla contemplazione di questa scena; Luna: è scritta con la maiuscola, in quanto personificata;
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O nere e bianche rondini, tra notte
e alba, tra vespro e notte, o bianche e nere ospiti lungo l’Affrico notturno! Volan elle sì basso che la molle erba sfioran coi petti, e dal piacere il loro volo sembra fatto azzurro. Sopra non ha sussurro l’arbore grande, se ben trema sempre. Non tesse il volo intorno a le mie tempie fresche ghirlande? |
Le Rondini
– siamo già di notte: le rondini, nere sul dorso e bianche sul petto, volano in prossimità del fiume (ospiti) nei momenti che vanno tra il crepuscolo (vespro) e la notte, e tra la notte l’alba; – le rondini inoltre volano così rasenti al terreno da sfiorare l’erba bagnata (dalla pioggia) coi loro petti; – ed è tanta la gioia del volo, che questo sembra fondersi con l’azzurro del cielo; – la chioma del grande albero si muove senza far rumore, perché è mossa da un vento leggero; – al poeta che guarda la scena il volo delle rondini sembra una corona che cinge il suo capo; Fatto azzurro: il poeta ipotizza una specie di fusione panica tra il volo delle rondini, e l’azzurro scuro del cielo notturno: questa segreta analogia è espressa dalla sinestesia, che mette insieme movimento e colore; Corona: questa corona sembra un’incoronazione poetica all’arte del poeta, cioè alla sua capacità di osservare, e trasformare le immagini in suoni. E’come se la poesia fosse una trasposizione tra due codici diversi: visivo > acustico.
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E non promette ogni lor breve grido
un ben che forse il cuore ignora e forse indovina se udendo ne trasale? S’attardan quasi immemori del nido, e sul margine dove son trascorse par si prolunghi il fremito dell’ale. Tutta la terra pare argilla offerta all’opera d’amore, un nunzio il grido, e il vespero che muore un’alba certa. |
– il poeta ascolta il verso delle rondini, e il loro grido gli sembra la promessa di una felicità ignota, che il cuore può indovinare perché, ascoltandolo, trasale;
– le rondini stesse, inebriate dall’euforia del loro volo, si sono dimenticate del nido che le attende; – e una volta tornate a questo nido, le erbe e il fiume che sono stati sfiorati, ancora sembrano vibrare del fremito che hanno ricevuto dal loro volo; – la terra sembra argilla pronta ad essere plasmata dall’amore del poeta, che può trasformarla in semplice prodotto della sua arte; – il grido delle rondini annuncia ora il giorno, e grazie al grido delle rondini il tramonto si trasforma in un’alba. |
Superuomo. L’ideologia del Superuomo da questa poesia è apparentemente assente, e la poesia sembra semplicemente un puro gioco di immagini e di sensazioni.
– Immagini: c’è una successione di immagini:
I strofa: il cielo che si specchia nelle pozze d’acqua, ed è sereno come un’anima che si è appena sfogata nel pianto;
II strofa: la luna, sottile come il sopracciglio di una giovane donna;
III strofa: il volo delle rondini lungo il fiume;
IV strofa: il ritorno delle rondini al nido;
– Collegamenti analogici: questa immagini sono caratterizzate da una ricca trama di collegamenti analogici, assai suggestivi:
I acqua/cielo: si identificano, in quanto accomunati dal motivo della limpidezza e della purezza;
II luna: ha connotati di giovinezza e freschezza, ed è legata (in modo nascosto e sotterraneo) con una giovane ragazza, con la canna appena nata;
III bianco/nero: il colore delle rondini si fonde con quello del cielo; anche qui sulla base di collegamenti analogici.
– Armonia segreta: questa armonia segreta tra le cose è espressa in modo concreto dalle parole del poeta, che servono a fissare nell’ascoltatore le immagini poetiche, infondendo lo stesso sentimento di pace e leggerezza che si prova osservandole realmente.
– Io/Natura: c’è anche un rapporto particolare di identificazione tra l’io e gli elementi naturali:
- es. – il volo della rondine > diventa una ghirlanda che incorona il poeta;
– a sua volta la corona allude a quella poetica/imperiale;
– l’io non è un semplice spettatore, ma emerge prepotentemente nelle ultime due strofe;
– questo è il concetto di panismo;
– Superomismo: dov’è quindi il superomismo? è esplicitato nell’ultima strofa:
1) le grida delle rondini: promettono un bene ignoto e ineffabile, che si comprende grazie al trasalimento che esso procura nell’io poetico;
2) il fremito delle ali delle rondini: si propaga negli elementi naturali da esse sfiorati;
– il volo è simbolo di potenza: sogno vitalistico per eccellenza;
Ideologia. L’ideologia del Superuomo è solo apparentemente assente in questo testo;
– al di là dell’ideologia, però, resta la forza suggestiva di queste immagini e del linguaggio poetico con cui sono espresse;
– fitte trame di immagini; ricca musicalità.
Audio Lezioni su Gabriele D’Annunzio del prof. Gaudio