Canto tredicesimo dell’Inferno
28 Dicembre 2019Le arpie. Eneide, III, 192-269
28 Dicembre 2019“Ma perché” di Claudio Chieffo è una canzone che riflette profondamente sul rapporto tra l’uomo e Dio, con una particolare attenzione al tema dell’amore divino e della resistenza umana ad accoglierlo pienamente.
Il testo è carico di immagini simboliche che rappresentano l’esperienza dell’essere amati da Dio, nonostante le continue fughe e ribellioni da parte dell’uomo. La struttura ripetitiva del brano, con la domanda insistente “Ma perché, perché, perché tu non ti lasci fare da me?”, richiama l’incomprensione e la lotta interiore dell’uomo di fronte alla grazia e all’amore incondizionato di Dio.
Analisi del testo
Il rifiuto dell’amore divino
Ma perché, perché, perché tu non ti lasci fare da me?
Ma perché, perché, perché tu non ti lasci amare da me?
La domanda che apre il brano e che si ripete più volte sottolinea un paradosso centrale nella relazione tra l’uomo e Dio. Dio desidera prendersi cura dell’uomo, amarlo e salvarlo, ma l’uomo resiste, non si lascia “fare” o “amare”. Questo rifiuto potrebbe rappresentare la difficoltà umana nell’accettare l’amore incondizionato, la grazia, o il controllo divino, preferendo invece l’illusione di un’autonomia e di un controllo su sé stessi e sul proprio destino.
La fuga e la salvezza
Tutte le volte che sono fuggito
col Tuo cavallo mi hai inseguito,
ma il Tuo cavallo correva più forte
e mi hai strappato dalla morte.
Qui viene presentata l’immagine della fuga dell’uomo da Dio. L’essere umano, spesso, cerca di allontanarsi da Dio, di vivere secondo le proprie regole e scelte. Tuttavia, Dio non si arrende: è simboleggiato come un cavaliere che insegue l’uomo, e il suo “cavallo” è più veloce, il che implica che, nonostante gli sforzi dell’uomo di fuggire, Dio riesce sempre a raggiungerlo. La fuga porta alla morte, ma Dio salva l’uomo, lo strappa da un destino di perdizione. L’amore divino è visto come qualcosa di inevitabile, nonostante i tentativi umani di evitarlo.
Il fiore strappato
Tutte le volte che ho preso un fiore
dal Tuo giardino l’ho strappato:
il fiore ha perso il suo colore
nelle mie mani si è seccato.
Il “fiore” rappresenta un simbolo di bellezza e purezza, probabilmente metafora della vita e della grazia donata da Dio. L’uomo, strappando il fiore dal “giardino” di Dio, cerca di impossessarsi di qualcosa che non gli appartiene, o di usare i doni divini senza rispettarli. Una volta separato dal suo contesto naturale, il fiore perde il suo colore e si secca, rappresentando il fatto che, lontano da Dio e dalla sua fonte, i doni e la vita stessa si deteriorano e perdono il loro valore. Questo è un chiaro richiamo al fatto che la vita, vissuta fuori dall’armonia con Dio, perde il suo significato e la sua vitalità.
L’orgoglio e il perdono
Tutte le volte che ho detto “io sono”
Tu mi hai spezzato le reni di schianto,
poi mi hai donato il Tuo perdono
e mi hai coperto col Tuo manto.
L’orgoglio umano, simboleggiato dall’espressione “io sono”, ricorda il desiderio di affermare la propria indipendenza da Dio. Tuttavia, questa affermazione porta alla caduta: Dio interviene “spezzando le reni”, una metafora che rappresenta la frantumazione dell’orgoglio umano. Ma, dopo aver ridotto l’uomo alla sua reale condizione di creatura limitata, Dio offre il perdono e la protezione (“mi hai coperto col Tuo manto”). È un ciclo continuo di ribellione, punizione e perdono, in cui Dio, nonostante l’orgoglio dell’uomo, è sempre disposto a perdonare e a coprirlo con il suo amore.
Temi principali
- Il conflitto tra l’uomo e l’amore divino: Il tema centrale del brano è la tensione tra l’amore che Dio offre all’uomo e la resistenza dell’uomo ad accettarlo. Nonostante l’insistenza e la forza di questo amore, l’uomo continua a ribellarsi, cercando di fuggire o di affermare la propria autonomia. Tuttavia, Dio non si arrende e continua a cercare e a salvare l’uomo.
- Il tema della fuga e dell’inseguimento: Un’altra immagine forte è quella dell’uomo che tenta di fuggire da Dio, simboleggiata dalla corsa del cavallo. Questa fuga rappresenta il desiderio umano di sfuggire alla dipendenza da Dio, ma alla fine si rivela inutile, poiché l’amore di Dio è più forte e più veloce, e non può essere evitato.
- Il simbolismo del fiore: Il fiore che l’uomo strappa dal giardino di Dio e che poi si secca rappresenta la perdita di valore e di bellezza che si verifica quando l’uomo cerca di controllare o possedere ciò che appartiene a Dio. È un richiamo alla necessità di riconoscere la fonte divina della vita e dei suoi doni, senza volerli manipolare o usare a proprio piacimento.
- L’orgoglio e il perdono: Il “io sono” del testo riflette l’orgoglio dell’uomo che vuole essere padrone di sé stesso, ma Dio interviene per mostrare la fragilità di questa pretesa. Nonostante l’orgoglio umano, Dio offre sempre il suo perdono e copre l’uomo con il suo manto di protezione e amore.
Conclusione
“Ma perché” di Claudio Chieffo è una canzone che esplora il rapporto tra l’uomo e Dio in termini di amore incondizionato e resistenza umana. Il continuo rifiuto dell’uomo di accogliere questo amore, il tentativo di fuggire e di affermare la propria indipendenza, sono contrapposti all’inseguimento divino, che non abbandona mai l’uomo. Chieffo mette in luce l’inevitabilità dell’amore di Dio, capace di strappare l’uomo dalla morte, di ridargli senso e vita, e di perdonare anche le sue ribellioni più ostinate.
Testo della canzone:
Ma perché, perché, perché tu non ti lasci fare da me?
ma perché, perché, perché tu non ti lasci amare da me?
Tutte le volte che sono fuggito
col Tuo cavallo mi hai inseguito,
ma il Tuo cavallo correva più forte
e mi hai strappato dalla morte.
Ma perché, perché, perché tu non ti lasci fare da me?
ma perché, perché, perché tu non ti lasci amare da me?
Tutte le volte che ho preso un fiore
dal Tuo giardino l’ho strappato:
il fiore ha perso il suo colore
nelle mie mani si è seccato.
Ma perché, perché, perché tu non ti lasci fare da me?
ma perché, perché, perché tu non ti lasci amare da me?
Tutte le volte che ho detto “io sono”
Tu mi hai spezzato le reni di schianto‚
poi mi hai donato il Tuo perdono
e mi hai coperto col Tuo manto.
Ma perché, perché, perché tu non ti lasci fare da me?
ma perché, perché, perché tu non ti lasci amare da me?