VOLTI NUOVI E ABITI VECCHI
27 Gennaio 2019ALBA
27 Gennaio 2019tema svolto
Traccia:
Costretta ad usare la stretta parentela con il ministro dell’Economia per ottenere un posto letto per un amico colpito da ictus e rifiutato da tre ospedali. A denunciare il fatto, all’indomani del caso dell’anziana di Cantù morta dopo un’inutile ricerca di un posto letto in 32 ospedali lombardi, è Angiola Tremonti, sorella di Giulio, che ha deciso di raccontare la vicenda alle agenzie di stampa. La notte del 29 ottobre scorso, ha ricordato la signora Tremonti, un consigliere Comunale di Cantù è stato colpito da un ictus durante una seduta del Consiglio. Trasportato al pronto soccorso cittadino in stato di incoscienza, l’uomo è stato subito sottoposto ad una Tac che confermava l’ictus. I medici del Pronto Soccorso di Cantù hanno allora chiamato i reparti di rianimazione degli ospedali più vicini, ma tra Como, Varese e Lecco, nessuno aveva un posto letto disponibile.
«Concl’uso il Consiglio comunale – racconta ancora Angiola Tremonti – e prima di andare a casa, andai al pronto soccorso per manifestare la mia solidarietà alla moglie del consigliere. La donna, forse conoscendo la mia militanza passata nella Croce Rossa, mi chiese aiuto. Ho lavorato in un Pronto Soccorso e un po’ conosco la trafila. Tremavo dentro, mi rifiutavo di dover usare il mio cognome, di dover dire ‘sono la sorella di…’. Non l’ho mai fatto. Ma di fronte a un caso di vita o di morte…». «Così – prosegue il racconto di Angiola Tremonti – ho chiesto a un consigliere amico di allontanarsi con me e di sentire in viva voce la telefonata. Parlando con la rianimazione di Lecco, chiedo di parlare col medico di guardia, dico che sono Angiola Tremonti, la sorella del ministro, dichiaro che si tratta di un amico di famiglia che è gravissimo. Il medico si dice all’oscuro del posto precedente negato agli addetti del Pronto Soccorso di Cantù, dice che forse alla chiamata aveva risposto un infermiere e che il posto letto c’è!».
Corriere della sera – 1 gennaio 2004
Svolgimento:
Non si tratta dell’unico caso. Sono sempre frequenti sulla stampa notizie del tipo: medico indagato per truffa” oppure persona deceduta perché non assistita in tempo, costretta a vagabondare da un ospedale ad un altro”, o ancora paziente deceduta per i postumi di un’operazione sbagliata”, ecc
Certe volte non c’è neanche bisogno di citare i casi più clamoros, e basta ricordare un’esperienza personale o familiare per convincersi che il sistema è inadeguato.
Tutto questo ci porta a perdere la fiducia in un’istituzione come la Sanità Pubblica, che pure dovrebbe avere a cuore il diritto alla salute. Lo Stato Italiano sembra non aver generato che sprechi e inaffidabilità.
Le Aziende Sanitarie Locali, prodotte dalla riforma sanitaria di qualche decennio fa, non riescono più a garantire la tutela della salute di tutti i cittadini.
Si pensi per esempio alle lunghe liste di attesa per visite o ricoveri ospedalieri, che dovrebbero invece essere urgenti.
Nel frattempo, per problemi politici o interessi di parte, il parlamento non mette mano ad un riforma del settore e il governo sembra avere sempre meno soldi a disposizione per la sanità.
Alcuni, con l’idea neo-liberista di privatizzare tutti gli enti pubblici, pensano che la soluzione del problema sia solo nell’alleggerimento della struttura centralizzata, effettivamente un po elefantiaca, in cui si registrano sprechi che si registrano nella sanità, il cui costo complessivo a carico della collettività è cresciuto di anno in anno.
Altri invece sostengono che la soluzione sta nel ritorno ad un sistema completamente statalizzato, con ticket gratuiti per tutti, che penalizzi ogni struttura di tipo privato.
A me sembra, come sempre, che il giusto stia nel mezzo.
Credo che anche in questo campo, come in altri, un po di sana concorrenza non guasti, e possa servire a migliorare il servizio. Quindi la ricetta non è quella di privatizzare lo statale, ma quella di lasciare la possibilità di scelta al cittadino, in modo che possa scegliere la struttura sanitaria più idonea per la soluzione del suo problema di salute.
Vorrei fare un esempio: mio suocero aveva bisogno di un intervento alla gola che era possibile fare solo in una struttura privata. Ora, grazie alla legge regionale della Lombardia, gli è stato possibile usufruire di questo servizio senza il costo oneroso del ricovero. Questa mi sembra una buona soluzione, tanto è vero che anche moltissime persone non lombarde usufruiscono di questa possibilità in strutture ospedaliere come il San Raffaele, di grande utilità pubblica, benché sia un ospedale non statale.
Quindi, con un po di buon senso i mali della sanità possono essere, non dico tutti superati, ma almeno affrontati con razionalità.
Notabene: l’ispirazione per l’elaborazione di questo tema è venuta leggendo il seguente tema I problemi della sanità. Si rimanda al sito www.skuola.net, sul quale è pubblicato quel tema, per altro materiale didattico gratuito e utilissimo per studenti e docenti.