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28 Dicembre 2019Marco Porcio Catone, noto come Catone il Censore o Catone il Vecchio (234 a.C. – 149 a.C.), è stato una figura prominente della storia romana, celebre per il suo ruolo di statista, generale e scrittore.
Vita e carriera
Catone nacque a Tusculum, una cittadina del Lazio, in una famiglia plebea ma benestante. La sua ascesa politica è un esempio di successo della “virtus” romana, in quanto proveniva da una famiglia senza legami particolarmente influenti. La sua carriera politica e militare fu caratterizzata dal rigore, dal patriottismo e dalla severità nei confronti dei costumi decadenti dell’aristocrazia romana.
- Carriera militare: Catone servì come soldato durante la Seconda guerra punica, distinguendosi per il suo coraggio. Fece parte della campagna in Spagna e fu protagonista in diverse operazioni militari contro Cartagine.
- Carriera politica: Nel 195 a.C., fu eletto console e, successivamente, nel 184 a.C., fu nominato censore, una delle magistrature più influenti a Roma. Durante il suo mandato come censore, si distinse per la sua rigida moralità, combattendo il lusso, l’immoralità e la corruzione, e cercando di far rispettare i costumi e i valori della tradizione romana. Grazie alla sua severità in questo ruolo, è conosciuto come Catone il Censore.
Ideologia e politica
Catone era un difensore delle antiche virtù romane, che si basavano sulla frugalità, sul senso del dovere (virtus), sulla disciplina e sulla devozione alla patria. Si opponeva fermamente alla crescente influenza culturale della Grecia, che considerava decadente e corrotta, nonostante fosse personalmente colto e familiare con la letteratura greca.
- Moralità rigida: Da censore, Catone perseguiva uno stile di vita austero, attaccando l’eccessivo lusso e la corruzione morale che percepiva tra i suoi contemporanei. Non tollerava la mollezza e la decadenza delle classi superiori romane, e imponeva con fermezza il rispetto delle leggi.
- Opposizione alla cultura greca: Nonostante apprezzasse certi aspetti della cultura greca, in particolare la filosofia stoica, Catone temeva che l’influenza greca avrebbe corrotto i costumi tradizionali romani. Il suo famoso detto, “Graecia capta ferum victorem cepit” (“La Grecia conquistata conquistò il feroce vincitore”), sottolinea il suo timore che Roma, pur avendo militarmente sconfitto la Grecia, fosse vulnerabile alla sua influenza culturale.
- La lotta contro Cartagine: Uno degli aspetti più noti della sua carriera politica fu la sua insistenza sulla distruzione di Cartagine. Catone vedeva la città punica come una minaccia esistenziale per Roma e concluse molti dei suoi discorsi al Senato con l’espressione “Carthago delenda est” (Cartagine deve essere distrutta). Questo suo atteggiamento contribuì alla Terza guerra punica (149-146 a.C.) e alla distruzione definitiva di Cartagine.
Opere letterarie e culturali
Catone è considerato uno dei primi grandi scrittori romani, e le sue opere ebbero una grande influenza sullo sviluppo della prosa latina. Scrisse opere su vari argomenti, dalle questioni militari e politiche alla morale e all’agricoltura.
- “De Agri Cultura” (o “De Re Rustica”):
- È il più antico trattato di agricoltura in latino che ci sia pervenuto. In questa opera, Catone fornisce consigli pratici sull’agricoltura e sulla gestione delle proprietà terriere, un’attività che considerava fondamentale per il benessere economico e morale di Roma. Il trattato riflette l’ideologia di Catone secondo cui il lavoro agricolo era la fonte principale di virtù per i cittadini romani. L’opera è notevole per il suo tono pratico e diretto, e include istruzioni dettagliate su tutto, dalla coltivazione dei campi alla gestione degli schiavi.
- “Origines”:
- Fu una storia di Roma e delle altre città italiche, scritta in sette libri. Anche se l’opera è andata quasi completamente perduta, è nota per essere stata la prima a trattare la storia di Roma in latino, piuttosto che in greco, come era consuetudine a quel tempo. Catone cercò di celebrare le imprese della Repubblica romana piuttosto che quelle di singoli individui, sottolineando il ruolo collettivo del popolo romano nel successo della città.
- Oratoria e retorica:
- Catone fu anche un abile oratore e le sue orazioni furono conservate e studiate per generazioni. La sua oratoria era famosa per il suo stile austero e diretto, in linea con il suo carattere morale. Si opponeva alla retorica greca più elaborata, preferendo uno stile più conciso e pratico.
Carattere e filosofia
Catone è spesso descritto come un uomo di principi rigidi, inflessibile e orgoglioso delle sue convinzioni. Rappresentava l’ideale del mos maiorum (i costumi degli antenati), che per lui erano la base della grandezza di Roma.
- Stoicismo: Sebbene non sia stato un filosofo stoico nel senso stretto del termine, molte delle sue opinioni riflettono i principi dello stoicismo romano, in particolare la sua convinzione che la virtù risieda nella disciplina, nel controllo di sé e nel rispetto del dovere. Catone disprezzava i piaceri e il lusso, sostenendo che la vera grandezza risiedeva nel servizio alla Repubblica.
- Xenofobia culturale: Il suo sospetto nei confronti delle influenze straniere, specialmente greche, non era solo una preoccupazione per la conservazione dei costumi romani, ma rifletteva anche una xenofobia culturale. Temendo che la cultura greca portasse a una decadenza morale, Catone cercò di mantenere la tradizione romana incontaminata, ma il suo atteggiamento lo pose spesso in contrasto con figure più aperte al cosmopolitismo, come Scipione l’Africano.
Eredità
L’eredità di Catone il Censore è notevole. Egli rappresenta l’incarnazione del conservatorismo romano, il difensore delle virtù antiche contro i cambiamenti culturali e politici. La sua influenza continuò a essere sentita per secoli dopo la sua morte.
- Modello di virtù romana: Catone fu celebrato da molti romani come il modello di integrità morale e di austerità repubblicana. Autori successivi come Cicerone e Sallustio lo ammiravano come simbolo del rigore morale.
- Figura divisiva: Sebbene Catone fosse apprezzato per la sua fermezza e il suo patriottismo, il suo atteggiamento rigido e la sua avversione per la cultura greca gli alienarono molti dei suoi contemporanei, che lo consideravano eccessivamente conservatore e testardo.
In sintesi, Marco Porcio Catone fu una delle figure più influenti della Repubblica romana, sia come politico sia come scrittore. La sua difesa delle virtù tradizionali e il suo ruolo nella distruzione di Cartagine hanno lasciato un’impronta duratura nella storia di Roma, e la sua eredità morale continuò a influenzare il pensiero romano molto dopo la sua morte.