Enza Tata
27 Gennaio 2019Morfosintassi
27 Gennaio 2019Videolezione su Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern
Rigoni Stern iniziò a scrivere questo breve e potente libro di memorie del fronte russo in un campo di prigionia tedesco, dove fu internato dopo aver rifiutato di continuare a prestare servizio nell’esercito di Mussolini dopo l’armistizio con gli alleati nel settembre 1943. In precedenza prestò servizio in un’élite italiana di combattimenti di montagna. unità che ha visto l’azione su vari fronti nella seconda guerra mondiale: Francia, Albania, Jugoslavia e, memorabilmente, Russia. Lì era un sergente di plotone della divisione Tridentina sul fianco sinistro dell’esercito tedesco che investiva Stalingrado. Quando il fronte dell’Asse lungo il fiume Don crollò di fronte a un’offensiva sovietica, la divisione di Rigoni Stern fu una delle poche a sfondare l’accerchiamento e a fuggire. Il suo soggetto è la lunga e dura ritirata verso ovest nell’inverno del 1943.
Quando il libro apparve dieci anni dopo, nel 1953, l’editore lo definì “una piccola Anabasi in dialetto”, riferendosi al famoso racconto di Senofonte della ritirata di un esercito di mercenari greci dall’Iraq al Mar Nero. Il sergente nella neve è vivido, drammatico e ingannevolmente semplice come Senofonte. Rigoni Stern non era uno scrittore professionista ma era un narratore naturale che beneficiava di un ottimo editore. Racconta la storia straziante di un’evacuazione a piedi attraverso la neve e temperature sotto lo zero che ha lasciato due terzi degli uomini della sua divisione morti o catturati. Rigoni Stern ha portato in salvo 70 sopravvissuti. Dal verso di apertura – “Ho ancora l’odore nel naso che il grasso ha prodotto sulla mitragliatrice rovente” – ai suoni finali di una contadina che canta al sole di marzo in Bielorussia mentre preme il pedale di una macchina da cucire macchina e attende di essere evacuato in Italia, l’autore lascia un’intensa impressione della sua esperienza. Quando, ad esempio, trattiene il respiro, nascondendosi dietro una staccionata mentre una divisione di carri armati russi passa a mezzo miglio di distanza, i motori rombano, anche il lettore trattiene il respiro. Per un lettore di lingua inglese è disorientante simpatizzare con un soldato dell’Asse, ma l’autore se lo guadagna. Poche memorie parlano meglio delle verità permanenti nella storia di un soldato.
Lezioni del prof. Gaudio
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Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern video di Luigi Gaudio su youtube
Audio Lezioni sulla Letteratura del novecento del prof. Gaudio
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