Osservando i documenti del riordino del secondo ciclo, siamo arrivati alla conclusione che, nell’ottica delle competenze, le Indicazioni Nazionali dei Licei diano più spunti utili agli insegnanti rispetto alle Linee Guida dei Tecnici e dei Professionali.
Qualcuno sbrigativamente, o ideologicamente, perché gli è antipatico Max Bruschi, o chissà per quale altro motivo, va dicendo in giro che le Indicazioni Nazionali dei Licei sono scritte secondo la vecchia logica dei programmi, mentre le Linee Guida dei Tecnici e dei Professionali indirizzano verso una scuola delle competenze.
Io non sarei così schematico nel separare il bene dal male.
Diciamo che il Riordino dei Licei ha avuto un iter diverso rispetto a quello dei Tecnici e dei Professionali, ma sul versante delle competenze le indicazioni nazionali danno una direzione di lavoro più dettagliata rispetto alle Linee Guida, e sarebbe pregiudiziale e ideologico dire che non cambiano nulla, senza averli letti.
Facciamo un esempio concreto relativo alla mia disciplina di insegnamento (lettere nel liceo).
Essi suggeriscono (sono indicazioni, non sono prescrizioni obbligatorie) che nell’ottica delle competenze vale la pena di puntare più su alcuni aspetti della lingua (semantica, lessico) che non su altri (sintassi dei casi e del periodo).
Oppure consigliano di puntare più sulla comprensione dei testi che non sull’analisi narratologica.
Questo è un aiuto concreto per far sì che i nostri ragazzi acquisiscano le competenze di lettura e la padronanza della lingua italiana, quindi, in un certo senso, aiutano maggiormente i docenti ad abbandonare una didattica per conoscenze ed abbracciarne una per competenze, rispetto alle Linee Guida dei Tecnici e dei Professionali, troppo generiche al riguardo, con il rischio di lasciare proprio chi avrebbe più bisogno di concretezza (gli alunni dei tecnici e dei professionali), nella prosecuzione dell’esistente status quo.