Alcuni punti fermi sulla terza novella della prima giornata del prof. Luigi Gaudio
- Il senno può salvare la vita. Come dice Filomena all’inizio della novella:
“sì come la sciocchezza spesse volte trae altrui di felice stato e mette in grandissima miseria, così il senno di grandissimi pericoli trae il savio e ponlo in grande e in sicuro riposo”.
Tutto questo fa venire in mente Sheherazade che si salva la vita raccontando ne Le mille e una notte.
Anche i giovani della brigata si salvano la vita raccontando, nel senso che proprio il passare il tempo onestamente novellando, salva i dieci non solo moralmente, ma anche fisicamente, allontanandoli dal degrado della peste.
- Il racconto a incastro: qui, come altrove, Boccaccio utilizza la tecnica della “schidionata”, cioè “infilza” un racconto dopo l’altro, o un racconto dentro un altro, come in una scatola cinese, cioè è un racconto fantastico all’interno di una novella del Decameron. Melchisedech diventa il narratore di secondo grado del racconto di Filomena, narratrice di primo grado. In una cornice di giovani che raccontano, un personaggio, a sua volta, si mette a raccontare.
- Eludere un tranello. Il modo in cui Melchisedech si salva è molto simile a quello con cui Cristo svia l’inganno dei Farisei. Infatti il Saladino mette alla prova Melchisedech nel tentativo di punirlo, cioè di farlo cadere in un tranello verbale, magari per appropriarsi dei suoi soldi in un modo scorretto, esattamente come i Farisei con Gesù, quando gli avevano chiesto se era lecito versare il tributo a Roma, oppure no. Si tratta di domande a risposta chiusa, cioè con due o tre risposte date dall’interlocutore, ma con una caratteristica importante: qualunque sia una delle risposte che l’interloquito intende dare, è sempre qualcosa che lo metterebbe a forte rischio, sia nel caso di Gesù, sia per Melchisedech. I due si sottraggono al tranello rispondendo in altro modo, senza farsi intrappolare, come quando Cristo dice “Date a Cesare quello che è di Cesare”, e, in questo modo, spiazzando i Farisei.
- Novellino prima del Decameron: Ricordiamo un’altra cosa importante, cioè che Boccaccio non ha inventato questa novella tanto è vero che è presente tale e quale anche nel Novellino che è una raccolta di novelle che precede il Decameron. Certo la “leggerezza” della narrazione di Boccaccio ha reso immortale questa storia, ma tutto questo dimostra che Boccaccio attinge per il suo capolavoro ad un materiale narrativo variegato e ricco.
- Il riscatto morale dei due protagonisti. Riflettiamo ora sul personaggio di Saladino. Effettivamente Saladino è un musulmano, però molto rispettato dai cristiani, che gli riconoscono una nobiltà d’animo, una generosità ed un’apertura umana da valorizzare. In realtà all’inizio Saladino si presenta a noi come un sovrano perfido e subdolo, che probabilmente hai intenzione di procacciarsi del denaro in maniera non proprio esemplare. Alla fine, invece, riconoscendo l’altezza intellettuale di Melchisedech, si riscatta, comportandosi da vero gentiluomo. Lo stesso Melchisedech da “usuraio” come era presentato, con uno stereotipo tipico a quell’epoca da affibbiare agli ebrei, diventa amico leale del Saladino, e gli presta ciò di cui il sultano ha bisogno, con galanteria reciproca.
Audio Lezioni su Giovanni Boccaccio del prof. Gaudio
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