Taccuini di appunti, Carnets de notes su Memorie di Adriano di Marguerite Yourcena…
28 Dicembre 2019Sant’Agostino
28 Dicembre 2019Memorie di Adriano è un romanzo storico della scrittrice Marguerite Yourcenar, pubblicato nel 1951.
Si tratta di un romanzo storico in quanto l’autrice coglie la figura storica dell’imperatore romano Adriano per prestargli riflessioni sulla sua esistenza. Per fare questo, il libro si presenta come una lunga lettera scritta da Adriano alla fine della sua vita. Questa lettera è indirizzata al nipote adottivo Marc-Aurèle, potenziale successore e di 17 anni.
Questo libro ha guadagnato una fama internazionale a Marguerite Yourcenar. Rappresenta infatti un’opera monumentale di ricerca storica, per non parlare della restituzione di quest’opera in un’ambientazione fittizia, con un taglio psicologico. L’autrice aveva avuto l’idea di scrivere un libro su Adriano sin da adolescente, ma ha aspettato di invecchiare prima di portare a termine il suo progetto, consapevole che si trattava di una di quelle opere “che non dobbiamo osare prima di avere più di quarant’anni. »
Marguerite Yourcenar, e la sua rivoluzione
Marguerite Yourcenar è riuscita a creare un’opera monumentale e rivoluzionaria sotto molti aspetti. Donna libera di amare e creare, lascia i suoi scritti che sono ancora attuali ancora oggi.
Struttura del libro
Il libro è composto da sei capitoli, ciascuno con titoli in latino. Rispondono a una scomposizione cronologica: a parte il primo, che presenta l’uomo in generale, con le sue abitudini, i suoi pensieri ei suoi gusti, ogni capitolo fa riferimento a un periodo della vita dell’imperatore.
Questi capitoli sono:
“Animula vagula blandula“, che è il primo verso dell’epitaffio dell’imperatore, composto da lui stesso, e che significa: “dolce piccola anima”. È il prologo che annuncia il progetto di scrittura: tornare ai suoi ricordi, attraverso un movimento retrospettivo.
“Varius multiplex multiformis“, aggettivi attribuiti ad Adriano e tratti dall’Epitome di Cesaribo, e che significano “Vari, complessi, mutevoli”: ci informa sulla personalità dell’imperatore, sulla sua onnipotenza, sul suo carattere divino.
“Tellus stabilita”, iscrizione che compare sulle monete del regno di Adriano, che significa “La terra ritrova l’equilibrio”: motto imperiale, cristallizzazione della sua propaganda, l’ideale di Adriano passa attraverso la pace e la stabilità.
“Sæculum aureum“, o “secolo d’oro”: è l’apogeo e l’inizio del declino, che si riferisce all’età d’oro di Atene sotto Pericle (V secolo a.C.).
“Disciplina augusta”, cioè “augusta disciplina”: dove Adriano comprende di non essere onnipotente; l’imperatore è invecchiato e deve riguadagnare il rigore militare dei suoi primi anni.
“Patientia“, che significa “pazienza” o “perseveranza”. Questo l’epilogo: Adriano ha compiuto il suo destino, ha ritrovato la pazienza che gli è mancata fino ad ora, può morire in pace.
Riassunto del romanzo
Poiché la lettera di Adriano, scritta in prima persona, ha lo scopo di “dare [r] pubblico ai suoi ricordi”, riassumendo questo romanzo storico (vale a dire metà biografico, metà fittizio) si riduce tutto a riassumere la sua vita .
L’ascesa dell’imperatore
Adriano è nato a Italica, in Spagna. Ma, in verità, le sue “prime patrie furono i libri”. In ogni caso, all’età di dodici anni era orfano di padre e dovette raggiungere a Roma il suo tutore Acilio Attiano.
Se è appassionato della Grecia dove trascorre diversi anni, viene subito attratto da Roma e dalla sua ricchezza, luogo che gli promette il potere imperiale. Infatti, l’ultimo imperatore, Traiano, firma un atto di adozione di Adriano, a condizioni che ne metteranno in dubbio l’autenticità.
Tuttavia, stabilitosi a Roma, acquisì gradualmente una buona reputazione.
Bilancio di un impero
Fin dall’inizio del suo regno, Adriano si occupò di negoziare e pacificare tutto il suo territorio.
Qualsiasi passaggio da un regno all’altro implica le sue operazioni di purificazione.
Attiano gli rende più facile eliminando i suoi nemici dichiarati. Roma è allo stesso tempo più pacifica.
Adriano si sforza quindi di migliorare la condizione dei suoi sudditi, in particolare quella degli schiavi e delle donne.
Poiché viaggia molto (anche fino alla Bretagna!), sviluppa infrastrutture ai confini e fonda città. È “straniero ovunque” ma “isolato da nessuna parte”, forte di un seguito capace e fedele.
È in Bitinia che incontra Antinoo, un uomo che cambia la sua vita, innamorandosi di lui:
Sono stato padrone assoluto solo una volta e di un solo essere.
Ad Atene incontrò in seguito Arriano di Nicomedia, che divenne il suo migliore amico. Così, fino alla morte del suo amante in Egitto, la felicità di Adriano è completa.
Continuò anche il suo lavoro amministrativo, in particolare in Germania e Bretagna, desiderando una terra equilibrata, pacificata. Conclude ad esempio anche una pace duratura con i Parti.
A Roma fece ricostruire il Pantheon, dimora degli dei, mentre si immergeva nello studio delle stelle.
A 44 anni è adorato dalla sua gente.
Il Dolore per la morte di Antinoo
“Maestro di tutto”, come dice uno dei titoli che ricevette dalla Grecia, Adriano soffrì però vedendo deteriorarsi il suo rapporto con Antinoo.
Mentre sono ad Alessandria in compagnia dei parenti di Adriano, tra cui Lucio, l’ex amante geloso, Antinoo si suicida sulle rive del Nilo. Preferiva morire piuttosto che invecchiare.
Pazzo dal dolore, l’imperatore costruisce la città di Antinoé per celebrare il ricordo del suo amore defunto. Il suo ufficio di imperatore gli permette di dimenticare se stesso mentre perfeziona il suo lavoro.
Rende Antinoé una grande città e allo stesso tempo provoca l’emergere di una classe media colta in Asia Minore. Atene gli deve anche una nuova biblioteca e una nuova costituzione.
Continua a scoprire il misticismo. Si interessò alla setta dei cristiani, ne discusse con il suo amico Arrieno, mentre “gli affari ebraici andavano di male in peggio”.
Se vuole fare di Gerusalemme una città normale, che tollera altri culti, la guerra in Giudea sembra comunque inevitabile. Gli ebrei sono guidati da Simon Bar Kochba e, dopo quattro anni di conflitto, la Giudea diventa Palestina, mentre Gerusalemme prende il nome di Ælia Capitolina.
Tornò a Roma all’età di 57 anni e riacquistò il gusto per i piaceri della vita. Tuttavia, non sa ancora come perdonarsi per la morte del giovane amante che adorava.
Gli ultimi anni
Col passare del tempo, Adriano è anche più debole, più malato. Sente arrivare la morte e deve preparare la sua successione. Adottandolo, sceglie, non senza esitazione, Antonino, uomo virtuoso membro del Senato. Ma ha anche espresso il desiderio di vedere Antonino adottare a sua volta Marco Aurelio, in modo che quest’ultimo succedesse al primo.
Adriano è venerato. Sa di essere in pace; la morte può prenderlo serenamente.
L’imperatore si ritira dalla vita pubblica nella sua villa di Tivoli.
Arrieno, il suo amico, gli dice in una lettera che avrebbe scoperto l’isola di Achille. Gli racconta la sua ammirazione per questo eroe e per il suo dolore seguito alla morte di Patroclo, amico e amante la cui scomparsa gli ha tolto il gusto per la vita.
Adriano tenta il suicidio, ancora tormentato dalla perdita di Antinoo, ma di fronte al dolore di Antonino, decide finalmente di aspettare che la morte lo prenda, senza anticiparla.
Vecchio e malato, ora ricorda tutta la felicità che lentamente lo sta lasciando. Pensa al suo cavallo Borystene, che non può più cavalcare, pensa alla caccia, al buon cibo, all’amore e al sonno ristoratore, lui che ora soffre di insonnia.
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