Verso il primo conflitto mondiale
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27 Gennaio 2019di Luigi Gaudio
14 gennaio 2011
Una notizia riportata sui giornali nei giorni scorsi riferiva in modo allarmato che alcuni ospedali del nostro paese, in particolare al sud, sono costretti a chiudere i loro reparti maternità , a causa del brusco calo delle nascite.
Colpisce il fatto che soprattutto al sud, dove fino a pochi decenni fa l’incremento demografico, e il numero dei figli per famiglia, era elevato, si sia registrata questa preoccupante inversione di tendenza, segno della penetrazione anche al sud di modelli di convivenza pseudo-familiare, egoistica e non aperta alla vita, un modello che non è nato in quella realtà .
Negli scorsi decenni abbiamo buttato a mare la nostra tradizione, la nostra cultura, la nostra religione, e, soprattutto, ricordo alcuni slogan di una stagione per fortuna conclusa, abbiamo cercato di buttare a mare anche la famiglia.
Di fronte a tutto questo, cerco di capire le cause di questo fenomeno, mentre vedo alcuni amici che accompagnano quotidianamente, in una scuola non statale, gestita da genitori, i loro tre, o quattro, o più figli (io mi sono fermato solamente a due).
Rifletto inoltre sul fatto che questo fenomeno non tocca gli stranieri, gli immigrati, che continuano a fare molti figli. molto più di noi.
Che cosa può spingere una famiglia, oggi, a fare ancora figli, e in alcuni casi, tanti figli?
Che cosa spinge quei miei amici a non abbandonare la speranza, e lo si vede chiaramente nell’uso dei soldi e nei progetti familiari?
Certamente il fatto che si vuole investire sul futuro, che si ha uno scopo nella vita, che si è sempre aperti agli altri, e non si gioca tutta la propria esistenza curvati su se stessi.
Certamente il fatto che si costruisce su qualcosa di solido, di stabile, e di certo.
Perché in Italia siamo disposti a tornare alla tradizione, e ne riconosciamo il valore, quando si tratta di uova, di piatti, di cucina, di “made in italy”, ecc…., e non quando si tratta della famiglia e degli ideali su cui poggiare la propria esistenza?
Luigi Gaudio
Commento:
Salve, sono Patrizia, docente di scuola Primaria di Roma e seguo con molto interesse e curiosità le tue newsletter, che sono dei veri e propri aiuti, puntuali, aggiornati e precisi:complimenti!!!
Ma soprattutto grazie per le attenzioni che in questo modo hai verso una categoria che cerca ogni giorno di fare al meglio il proprio lavoro e si dedica con slancio e passione raggiungendo anche grandi traguardi, e poi tu sai bene che il nostro lavoro non finisce mai anch’io sono webmaster del sito della mia scuola: www.94parini.it.
L articolo del 15/01/2011 e la domanda finale mi hanno stimolato ad una risposta. Personalmente penso che il fatto di avere figli ( noi ne abbiamo tre) dipenda anche dalla voglia di vivere. Quando ci siamo sposati avevamo una grandissima voglia di vivere e di cominciare una nuova vita insieme, non sentivamo e vedevamo nessuno e attendevamo l’arrivo dei figli. Non avevamo molto più di quello che hanno oggi le coppie che cominciano ma ci sembrava si avere tutto! Avevamo voglia di vivere fino in fondo la nostra vita ad ogni costo! Poi siamo cresciuti e dopo anche con i figli, ogni volta e ogni giorno, ancor oggi, che siamo più grandi” ricominciamo.
Ora ci troviamo di fronte ad una crisi dell’umano che si documenta come stanchezza e disinteresse verso la realtà e che coinvolge tutti gli ambiti che hanno a che fare con la vita delle persone.
E’ una disgrazia per tutti, infatti, che le persone non si mettano in gioco con la loro ragione e la loro libertà . I fantasmi, gli alibi, diventano la realtà e a volte si ragiona su cose che neanche esistono.
Cosa può risvegliare e suscitare un interesse vero?Esiste qualcosa che dura?
Il Papa Benedetto XVI scrive: L’uomo aspira ad una gioia senza fine, vuole godere oltre ogni limite, anela all’infinito” (Luce del mondo, p.95).
Secondo me solo il Cristianesimo può portare l’unica risposta in grado di durare nel tempo e nell’eternità perché l’esperienza di incontrare persone che risvegliano in te un interesse o unattrattiva tali che ti obbligano a fare i conti con quello che ti è accaduto è trovare testimoni, presenze capaci di creare spazi di bellezza , di fede e di speranza. Si tratta di compiere un cammino umano fino a scoprire la pertinenza della fede alle esigenze della nostra vita.
Patrizia Tiberio