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21 Aprile 2023Il Giudizio Universale ricopre la Parete d’altare della Cappella Sistina, ed è stato realizzato da Michelangelo tra il 1535 e il 1541
Intro
All’inizio di tutto vi fu il Sacco di Roma, che per il papa Clemente VII fu la dimostrazione che Dio voleva punire la Curia romana per le pratiche tutt’altro che virtuose che si erano consolidate nel Palazzo Pontificio negli ultimi decenni. Pertanto pensò di concepire come un atto di espiazione il rifacimento della decorazione della parete d’altare della Cappella Sistina la cappella papale per eccellenza. Chiese quindi a Michelangelo di affrescare su quella parete un giudizio universale che fosse da monito a tutti i cristiani in generale, e alla chiesa romana in particolare
Proprio per questo, stavolta, il giudizio universale non si trova come di tradizione sulla parete di fondo, ma dietro l’altare, addirittura esattamente dietro l’altare viene
posta la grotta dell‘antro infernale, come monito anche per il celebrante.
Per tecnica e drammaticità, il Giudizio Universale è un punto culminante assoluto della pittura rinascimentale.
L’opera, un affresco, e stata dipinta contro la parete della Cappella Sistina, la cappella privata del Papa.
Cristo
Gesù è al centro con sua madre Maria al suo fianco. Altre due grandi figure a lui vicine sono Paolo (a sinistra) e Pietro (a destra, con le chiavi in mano).
In alto nelle lunette sono i simboli della Passione: la croce, la corona di spine, la colonna della flagellazione, la lancia e la spugna intinta nell’aceto.
Cristo giudice con i gesti delle sue braccia muove tutta la scena innalzando i salvati e schiacciando i dannati nella loro perdizione
A sinistra, gli eletti sono scortati in Paradiso dagli angeli. A destra, i dannati andranno all’Inferno.
Cristo assomiglia a Giona, profezia vivente della sua resurrezione, che e il profeta che si trova subito sopra il Giudizio Universale, e con l‘Apollo del Belvedere, modello
incontestabile di bellezza divina per gli antichi.
La figura sotto e alla destra di Gesù è San Bartolomeo – un autoritratto di Michelangelo. Nella sua mano, la sua pelle mortale.
Maria
Persino la Madonna al fianco del Cristo giudice sembra intimorita e sgomenta davanti al gesto giudicante di Cristo
Gli angeli
Gli angeli al centro suonano le trombe per resuscitare i morti. Uno di essi tiene il Libro in cui tutto è stato scritto e su cui Gesù baserà il suo giudizio.
Ormai la tradizione pittorica negli ultimi secoli aveva consolidato l’usanza di rappresentare gli angeli con le ali. Invece, nel Giudizio Universale di Michelangelo, questo non é necessario perché la materia, il corpo, da solo, si eleva a Dio, se è il corpo di un Santo, o di un Angelo, che collabora al suo disegno provvidenziale, e quindi non ha alcun bisogno di ali per sollevarsi.
In alto nelle lunette sono i simboli della Passione: |a croce, la corona di spine, la colonna della flagellazione, la lancia e la spugna intinta nell’aceto.
Gli angeli in alto portano i segni della passione con determinazione, quasi esprimendo la minaccia di un castigo agli uomini che hanno dimenticato il sacrificio subito da Cristo per salvarli
I Santi
San Lorenzo tiene la graticola, con cui è stato martirizzato, San Pietro le chiavi.
San Sebastiano è inginocchiato con in mano le frecce con le quali subì il martirio.
La figura sotto e alla destra di Gesù é San Bartolomeo, con le fattezze di Pietro Aretino. Nella sua mano, la sua pelle mortale, e un autoritratto di Michelangelo.
Cosi la testa sfigurata di San Bartolomeo è quella di un Michelangelo ormai sessantenne, che esprime la tensione e l’angoscia di un giudizio divino che Lui teme perché come
scrive anche nei suoi testi E ossessionato dal timore di non essere salvato
La testa è solo pelle scuoiata, perché Michelangelo si sentiva cosi, scuoiato dalle critiche e dalle accuse ingiustificate.
I Beati
Gli angeli, i santi e i beati si baciano e si abbracciano mentre i dannati sembrano quasi farci sentire le loro urla disperate
Alcuni dei beati stringono un rosario, critica implicita alle teorie di Lutero, che non riconoscevano a Maria un ruolo salvifico
|| risveglio dei corpi
In basso a sinistra e rappresentata una landa, assimilabile al purgatorio, nella quale le anime si ricongiungono con i corpi appena emersi dalla terra, e si consuma la lotta per I’elevazione dell’anima, talvolta riuscita, talaltra rimandata o persa per sempre
I dannati
Michelangelo si ispirò all’Inferno di Dante per Caronte che abbatte con il remo i dannati, e per i diavoli che guidano i dannati ad essere giudicati da Minosse, con il serpente che gli si attorciglia intorno.
I corpi nudi dei dannati sono goffi e infangati, e si accalcano disarmonici tanto quanto erano armonici i corpi statuari della volta.
I dannati, insomma, sembrano quasi caricature che esprimono tutta la negatività e il limite della condizione umana, tanto quanto le figure bibliche della volta ne esprimevano la perfezione.
Michelangelo concepisce il Giudizio Universale esattamente come Dante aveva composto la sua Divina Commedia, e assegna personaggi del suo tempo alle pene infernali, rappresentandoli come dannati o demoni sulla parete d’altare della Cappella Sistina.
Caronte insegue i dannati dalla sua barca all’lnferno, dove Minosse, contornato da un serpente, li attende, pronto a giudicarli.
Caronte e Minosse sono figure della mitologia greca e dell’Inferno, la prima parte della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Secondo Vasari, la testa di Minosse è un ritratto del cerimoniere pontificio.
Mentre il lavoro era ancora in corso, quest’uomo si era lamentato della quantità di nudi del dipinto.
Michelangelo potrebbe averlo scelto come Re degli Inferi per punirlo della sua ostinazione.