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28 Dicembre 2019La strada della riforma di Goldoni
28 Dicembre 2019Il monologo di Mirandolina è uno dei momenti più celebri e significativi de “La locandiera” di Carlo Goldoni, scritto nel 1752.
In questo monologo, Mirandolina rivela la sua strategia e la sua visione sull’amore, mostrando la sua intelligenza e la sua capacità di manipolare gli uomini che la circondano.
Mirandolina è la proprietaria di una locanda, corteggiata da diversi uomini, ma decide di sedurre e manipolare il Cavaliere di Ripafratta, un aristocratico che si vanta di disprezzare le donne e di essere immune al loro fascino. Questo monologo è il momento in cui Mirandolina rivela il suo piano e dimostra come la sua astuzia sia più forte dell’orgoglio maschile del Cavaliere.
Testo del monologo (Atto II, scena I):
“Ma come! Io, che ho burlato tanti galantuomini, non saprei vincere quest’orso, quest’animalaccio? Lo voglio vincere, lo voglio abbattere. Voglio che mi ami, voglio che mi sospiri dietro, e poi… e poi non voglio saperne.
Le smorfiose, le civette si vantano di far innamorare. Poverette! Hanno bisogno dell’aiuto, degli ornamenti, delle vesti. Io non ho bisogno di nulla. So per natura come si fa ad accendere il cuore di un uomo. Basta ch’io lo voglia. Ma non lo voglio per davvero. Sono padrona della mia locanda, non ho bisogno di nessuno. Stimo la libertà, non voglio padroni.“
Analisi del monologo
- La sfida a se stessa: All’inizio del monologo, Mirandolina si pone una sfida personale. Nonostante il disprezzo del Cavaliere di Ripafratta per le donne, ella è convinta di poterlo vincere. Questa sfida non è motivata dall’amore, ma dalla sua determinazione a dimostrare il suo potere e la sua capacità di far innamorare gli uomini. Mirandolina vuole abbattere l’orgoglio del Cavaliere, ma non perché desideri davvero una relazione con lui: il suo obiettivo è puramente quello di dimostrare la sua supremazia.
- Critica alla civetteria femminile: Mirandolina prende le distanze dalle altre donne, che ritiene bisognose di ornamenti e abiti appariscenti per attrarre gli uomini. Lei, invece, si considera superiore, in quanto capace di far innamorare gli uomini solo con la sua intelligenza e la sua personalità. Questo è un altro segno della sua sicurezza e indipendenza.
- L’amore come gioco di potere: Per Mirandolina, l’amore non è una questione di sentimenti, ma un gioco di potere. Ella sa come manipolare gli uomini e usarli per i propri scopi, senza mai perdere il controllo. La sua abilità sta nel dominare le emozioni degli altri senza lasciarsi coinvolgere personalmente.
- Il valore della libertà: Mirandolina conclude il monologo dichiarando il suo amore per la libertà. Nonostante i numerosi corteggiatori, non ha bisogno di un marito o di qualcuno che la mantenga. È perfettamente autosufficiente e orgogliosa di essere padrona della sua locanda e della sua vita. La sua indipendenza è ciò che la distingue come uno dei personaggi femminili più forti e moderni del teatro del XVIII secolo.
Commento finale sul monologo
Il monologo di Mirandolina è un momento di autodichiarazione in cui la protagonista svela le sue vere intenzioni e il suo atteggiamento verso l’amore e le relazioni. Goldoni, attraverso Mirandolina, offre una critica sociale sottile: la protagonista sfida sia i ruoli di genere tradizionali sia le convenzioni che riducono le donne a oggetti di corteggiamento o a prede dell’amore maschile.
Mirandolina è una figura femminile empatica e autonoma, capace di gestire il proprio destino e le proprie relazioni con astuzia. Rappresenta una rivoluzione nel panorama teatrale del tempo, poiché incarna una donna che non è vittima degli uomini, ma che li usa e li manipola per i propri fini, senza mai compromettere la propria indipendenza.
Goldoni, con questo personaggio, dimostra la sua abilità nel creare figure femminili complesse, capaci di confrontarsi con gli uomini su un piano di parità o addirittura di superiorità.
Approfondimento: Mirandolina, un personaggio rivoluzionario nella commedia goldoniana
Mirandolina, la protagonista de La Locandiera di Carlo Goldoni, è indubbiamente uno dei personaggi femminili più innovativi e influenti della drammaturgia italiana. La sua figura, così audace e indipendente per l’epoca, ha segnato una svolta nella rappresentazione delle donne a teatro.
Perché Mirandolina è considerata rivoluzionaria?
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Inversione dei ruoli tradizionali:
- Donna attiva e protagonista: Mirandolina non è una figura passiva, ma una donna che prende in mano le redini della propria vita e delle relazioni con gli uomini.
- Manipolatrice: Inverte i ruoli tradizionali, diventando lei a manipolare gli uomini, anziché essere manipolata.
- Indipendente economicamente: Gestisce una locanda, garantendosi un’autonomia economica che le permette di vivere in modo libero e indipendente.
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Sfida ai cliché femminili:
- Non è una semplice innamorata: Mirandolina non si limita a cercare un marito, ma gioca con le loro debolezze e li tiene in sospeso, dimostrando una grande consapevolezza del proprio potere.
- Intelligenza e astuzia: È una donna intelligente e astuta, capace di elaborare strategie complesse per raggiungere i suoi obiettivi.
- Libertà e individualità: Rappresenta l’aspirazione alla libertà individuale e alla realizzazione personale, valori ancora poco esplorati nel teatro dell’epoca.
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Anticipazione di temi femministi:
- Diritti delle donne: Mirandolina, pur in modo inconsapevole, anticipa alcuni temi che verranno poi ripresi dal femminismo, come la parità dei sessi e il diritto alla propria realizzazione.
- Critica ai ruoli di genere: Smaschera gli stereotipi di genere, mostrando come gli uomini possano essere altrettanto fragili e bisognosi di affetto quanto le donne.
L’importanza di Mirandolina nella storia del teatro
Il personaggio di Mirandolina ha avuto un’influenza profonda sulla drammaturgia successiva. Ha aperto la strada a una rappresentazione più complessa e sfaccettata delle donne a teatro, contribuendo a rompere gli schemi tradizionali e a dare voce a nuove aspirazioni femminili.
In conclusione, Mirandolina è un personaggio rivoluzionario perché:
- Inverte i ruoli tradizionali: Passa da oggetto a soggetto dell’azione.
- Sfida i cliché femminili: È una donna intelligente, indipendente e manipolatrice.
- Anticipa temi femministi: Apre la strada a una riflessione sui diritti delle donne e sulla parità dei sessi.
La sua figura continua a affascinare il pubblico e gli studiosi, dimostrando quanto la commedia goldoniana sia ancora oggi attuale e capace di stimolare riflessioni sulla condizione femminile.