Analisi della poesia L’anguilla di Eugenio Montale
19 Luglio 2020Bambine ad Auschwitz. Laurea honoris causa alle sorelle Bucci
22 Luglio 2020Analisi: Montale, E’ ancora possibile la poesia?
Obiettivi:
- analizzare tutti i passaggi del ragionamento di Montale
- commentare il contenuto, l’efficacia stilistica, l’attualità
- esprimere un giudizio personale con esemplificazioni desunte dalle proprie conoscenze e dalla propria esperienza
Valutazione:
- analisi del contenuto e dello stile del brano p. 4
- commento pertinente e coerente p. 4
- giudizi personali motivati p. 4
- correttezza e proprietà p. 3
Tempo: 4 ore
Spazio: max 4 colonne foglio protocollo diviso a metà
Traccia:
In una parte del discorso pronunciato nel 1975 da Montale a Stoccolma, quando gli fu assegnato il Nobel, emerge un’analisi pessimistica della società contemporanea, analisi che coinvolge i giovani e affronta problemi e riflessioni molto attuali. Dopo aver enucleato i concetti chiave del ragionamento di Montale esprimi, commentando il pezzo proposto, tuoi giudizi personali e riferimenti alla realtà contemporanea che ritieni pertinenti e significativi.
Evidentemente le arti, tutte le arti visuali, stanno democratizzandosi nel senso peggiore della parola. L’arte è produzione di oggetti di consumo, da usarsi e da buttarsi via in attesa di un nuovo mondo nel quale l’uomo sia riuscito a liberarsi di tutto, anche della propria coscienza. L’esempio che ho portato potrebbe estendersi alla musica esclusivamente umoristica e indifferenziata che si ascolta nei luoghi dove milioni di giovani si radunano per esorcizzare l’orrore della loro solitudine. Ma perché oggi più che mai l’uomo civilizzato è giunto ad avere orrore di se stesso? […]
Fa impressione il fatto che una sorta di generale millenarismo si accompagni a un sempre più diffuso comfort, il fatto che il benessere (là dove esiste, cioè in limitati spazi della terra) abbia i lividi connotati della disperazione. Sotto lo sfondo così cupo dell’attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. […]
In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? […]
Ma ora per concludere debbo una risposta alla domanda che ha dato un titolo a questo breve discorso. Nella attuale civiltà consumistica che vede affacciarsi alla storia nuove nazioni e nuovi linguaggi, nella civiltà dell’uomo robot, quale può essere la sorte della poesia? Le risposte potrebbero essere molte. […]
Si potrebbero moltiplicare le domande con l’unico risultato che non solo la poesia, ma tutto il mondo dell’espressione artistica o sedicente tale è entrato in una crisi che è strettamente legata alla condizione umana, al nostro esistere di esseri umani, alla nostra certezza o illusione di crederci esseri privilegiati, i soli che si credono padroni della loro sorte e depositari di un destino che nessun’altra creatura vivente può vantare. Inutile dunque chiedersi quale sarà il destino delle arti. E’ come chiedersi se l’uomo di domani, di un domani magari lontanissimo, potrà risolvere le tragiche contraddizioni in cui si dibatte fin dal primo giorno della Creazione (e se di un tale giorno, che può essere un’epoca sterminata, possa ancora parlarsi).