Relazione sul romanzo realista inglese e su Charles Dickens
29 Settembre 2022Come scrivere un tema – Scuola Media
2 Ottobre 2022Il Monte Argentario era probabilmente di origine isolana, collegata in seguito alla costa tirrenica dai sottili tomboli della Feniglia e della Giannella, due strette lingue di sabbia formate dai detriti del mare, accumulati dalle correnti.
Il promontorio fu abitato per la prima volta in epoca preistorica, come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti nella Grotta degli Stretti e nella Grotta di Cala dei Santi.
Erano abitate almeno 10 grotte, la più grande era lunga 10 chilometri, con un laghetto a 50 metri dall’ingresso, chiamato Grotta del Granduca in onore di Leopoldo di Lorena, che promosse gli scavi. Grazie alla sua posizione, al centro del Mar Tirreno, il Monte Argentario fu porto sicuro per i primi navigatori.
Per la sua posizione strategica, furono costruite torri di avvistamento per prevenire le incursioni via mare, come quella del pirata Khair ad Din, detto il Barbarossa, che nel 1544 saccheggiò e saccheggiò il villaggio di Porto Ercole. Le prime costruzioni difensive sorsero durante l’età del bronzo, ma nel XV secolo, sotto la Repubblica di Siena, si organizzò un vero e proprio sistema difensivo sulla costa di tutto il Promontorio, ma è grazie alla dominazione spagnola che il promontorio divenne il più importante roccaforte di tutta la Toscana.
Nacque lo Stato delle Presidenze Reali, formato dai borghi di Orbetello, Porto Ercole, Porto Santo Stefano e Talamone, e nel 1602 il borgo di Porto Longone all’Isola d’Elba entrò a far parte delle Presidenze Reali. Il promontorio, completamente montuoso (635 metri di altezza), è caratterizzato da coste alte e rocciose, dove si può ammirare la famosa palma nana che cresce spontanea, ed è anche ricoperto da boschi mediterranei, ulivi, vigneti e frutteti. Nei vigneti, piantati su terrazze scavate nel fianco della montagna, si coltivano le rare uve Ansonico e Riminese.
L’economia del promontorio, un tempo basata sulla pesca, è oggi strettamente legata al turismo. Strabone (24 d.C.) nello scritto “De Geographia”, fornisce le prime notizie su questa zona quando scrive del “Portus cosanus”, luogo che viene ricordato ancora nell'”Entire Provinciarum” (152 d.C.) dove è evidente la sua collegamenti con la città etrusca di Cosa. Dopo la conquista romana, questa terra entrò a far parte del comprensorio. Successivamente Monte Argentario viene acquisito dalla famiglia Enobarbi Domizi, che erano “argentarii”, cioè “chi presta denaro”, e poiché prestavano denaro alla Repubblica di Siena durante le guerre puniche, ottennero il promontorio come pagamento dei debiti.
Per questo motivo il promontorio era chiamato Argentariorum Mons, il monte degli Argentarii. Probabilmente gli Enobarbi Domizi furono i proprietari di Villa Domizia, la villa romana di Santa Liberata. La villa fu inclusa nella dote di matrimonio di Longina, moglie di Lamia Emiliano, che fu rapita dall’imperatore Domiziano per esserne la sposa, nel I secolo d.C. Nel II secolo d.C. Traiano donò la villa alla nipote, Vibia Matidia , come parte del dote, e da questo deriva il nome di Insula Matidiae. Nel IV secolo l’imperatore Costantino la donò alla Basilica dei Santissimi Marcellino e Pietro. Mons Argentariorum si ritrova nello scritto “De Feditu suo” di Rutilio Nomaziano nel V secolo dC
Durante le invasioni barbariche, tra il VI e il IX secolo d.C., a causa dell’abbandono della via Aurelia e della trasformazione in palude della costa, il Monte Argentario visse isolato anche se faceva parte dell’Abbazia delle Tre Fontane a Roma, dopo la donazione di Carlo Magno al papa Leone III. Divenne possesso degli Aldobrandeschi prima e degli Orsini di Sovana poi; in seguito passò a Ladislao, Re di Napoli, e dal 1410 entrò a far parte della Repubblica di Siena. In quest’ultimo periodo il promontorio divenne una vera e propria fortezza.
Nel 1557, dopo il trattato scritto da Filippo II di Spagna, Monte Argentario entrò a far parte dello Stato dei Reali Presiede, che comprendeva Orbetello, Talamone, Porto Santo Stefano e Porto Ercole. Lo Stato dei Reali Presiede era allora un porto prezioso tra la Spagna e il Regno di Napoli, e importante per il controllo dello Stato Della Chiesa e del Ducato di Toscana. Per questi motivi Filippo II fortificò il promontorio con fortezze ed edifici, famiglie di soldati spagnoli iniziarono ad insediarsi nella zona, insieme a marinai napoletani e liguri, formando i primi borghi. Nel 1815 Monte Argentario fu aggregato al Granducato di Toscana e poi al Regno d’Italia.
PORTO SANTO STEFANO
Rinomata località turistica, Porto Santo Stefano è il paese principale e sede del comune. Il porto si divide in porto vecchio e porto nuovo, ed è il cuore delle attività turistiche e pescherecce, da qui i traghetti collegano il promontorio alle isole del Giglio e di Giannutri. Di notevole importanza anche l’attività dei cantieri navali e dei falegnami. Il villaggio nacque durante lo Stato dei Presiede Reali e si sviluppò sotto Gilles Nunez Orejon, quando il primo nucleo del paese fu costruito con la Rocca, detta Fortezza Spagnola. A partire dal XVIII secolo vennero ad abitare nella zona famiglie napoletane e liguri.
PORTO ERCOLE
Splendido borgo di pescatori sulla costa occidentale del Monte Argentario, importante porto turistico, Porto Ercole è situato su una baia circondata da fortezze spagnole. Accanto c’è Cala Galera, altro porto turistico dove d’estate giungono numerose barche, attratte dagli efficienti servizi forniti. Non si hanno notizie certe sulla storia di Porto Ercole.
Pensiamo che gli Etruschi abbiano dato questo nome al paese, in quanto recentemente è stata ritrovata una necropoli etrusca nei pressi di Cala Galera, situata nel 13° settore dello Zodiaco, la Costellazione di Ercole. Nel medioevo il paese faceva parte dell’Abbazia delle Tre Fontane, poi nel XIII secolo passò agli Aldobrandeschi, alla famiglia degli Orsini, e nel 1415 alla Repubblica di Siena. Nei pressi di Porto Ercole morì Michelangelo Merisi, famoso pittore detto “Il Caravaggio”, creduto per la malaria.