Beato l’uomo che teme il Signore Salmo responsoriale
28 Dicembre 2019La vigna del Signore e’ il suo popolo
28 Dicembre 2019Il saggio di Sandro De Bonis su Aldo Moro offre una profonda riflessione sulla rilevanza contemporanea delle idee dello statista italiano.
Partendo dal celebre intervento del 1968, De Bonis riesamina la fenomenologia di una nuova umanità emergente, mettendo in luce come le riflessioni di Moro vadano oltre il contesto storico in cui sono nate e continuino a influenzare la politica e la società odierna.
Visione di Aldo Moro: Moro è rappresentato come un pensatore le cui idee non sono legate esclusivamente al periodo in cui ha vissuto, ma che risuonano ancora oggi. Le sue riflessioni invitano a guardare oltre i pregiudizi e a esplorare nuove prospettive, in particolare in relazione alla rivoluzione digitale e ai media moderni.
Fenomenologia di una nuova umanità: Il saggio esplora come le idee di Moro possano essere applicate all’analisi delle forme di umanità emergenti nell’era digitale. De Bonis solleva domande importanti sulla natura delle attuali forme di interazione umana e su come queste siano influenzate dai media e dalle tecnologie digitali.
Importanza della politica oggi: Uno degli aspetti più rilevanti del saggio è l’invito a rivalutare l’importanza della politica nel nostro tempo. Le riflessioni di Moro, come interpretate da De Bonis, sono viste come un “pensiero in azione” capace di stimolare nuove riflessioni e di influenzare concretamente la politica contemporanea.
Tempi nuovi si annunciano
In sintesi, il saggio di De Bonis non solo celebra il pensiero di Aldo Moro, ma lo pone come un faro per affrontare le sfide del presente, invitando a un rinnovamento politico e culturale. Le idee di Moro, grazie alla loro profondità e universalità, continuano a offrire strumenti per comprendere e migliorare la nostra società, dimostrando la loro straordinaria attualità.
Tempi nuovi si annunciano ed avanzano in fretta come non mai. Il vorticoso succedersi delle rivendicazioni, la sensazione che storture, ingiustizie, zone d’ombra, condizioni d’insufficiente dignità e d’insufficiente potere non siano oltre tollerabili, l’ampliarsi del quadro delle attese e delle speranze dell’intera umanità, la visione del diritto degli
altri, anche dei più lontani, da tutelare non meno del proprio, il fatto che i giovani, sentendosi ad un punto nodale della storia, non si riconoscano nella società in cui sono e la mettano in crisi, sono tutti segni di grandi cambiamenti e del travaglio doloroso nel quale nasce una nuova umanità.
Vi sono certo dati sconcertanti di fronte ai quali chi abbia responsabilità decisive non può restare indifferente: la violenza talvolta, una confusione ad un tempo inquietante e paralizzante, il semplicismo scarsamente efficace di certe impostazioni sono sì un dato reale e anche preoccupante.
Ma sono, tuttavia, un fatto, benché grave, di superficie.
realismo, una legge morale, tutta intera, senza compromessi, abbia infine a valere e dominare la politica, perché essa non sia ingiusta e neppure tiepida e tardiva, ma intensamente umana.
Non si tratta solo di essere più efficienti, ma anche più profondamente capaci di comprensione, più veramente partecipi, più impegnati a far cogliere in noi non solo un’azione più pronta, ma un impegno di tutta la vita, un’anima nuova che sia all’unisono con l’anima del mondo che cambia, per essere migliore e più giusto.
Il nostro dovere è oggi dunque estremamente complesso e difficile.
cambia per collocarsi ad un più alto livello. Certo noi opereremo nei dati reali della situazione, difendendo, contro il disordine, la libertà, l’ordine e la pace. Ma dovremo farlo, e questo è il fatto nuovo e difficile della nostra condizione, con l’animo di chi, consapevole delle strette politiche e delle ragioni del realismo e della prudenza, crede profondamente che una nuova umanità è in cammino, accetta questa prospettiva, la vuole intensamente, è proteso a rendere possibile ed accelerare un nuovo ordine
nel mondo.