Dio abbraccia il nostro niente – omelia di Don Savino
5 Aprile 2016Dio vuole me e te! – ingresso di Don Savino a S. Nicola in Dergano in Milano
7 Aprile 2016Sì, alla radice di tutti i nostri bisogni – della salute, di un salario sufficiente, di una sicurezza in tutti gli ambienti, di una stabilità nel lavoro…. – in fondo in fondo, abbiamo solo bisogno di essere voluti bene!
Spesso mi domando: perché alcuni ragazzi o giovani scadono in quelle manifestazioni così violente di cui sentiamo parlare? E perché a volte si registra una tristezza e un vuoto, una insoddisfazione che non si può attribuire solo alle difficoltà economiche?
Diceva un grande regista russo Tarkovskij: “da tempo l’uomo occidentale ha bruciato la bisaccia e il bastone del viandante, con la sua commovente attitudine alla domanda (cioè l’uomo ha rinunciato a essere pellegrino: vale a dire, l’uomo ha rinunciato a capire che la vita è un cammino verso il destino infinito, con la sua commovente attitudine alla domanda). La dimora dell’uomo (cioè il modo di concepire e di comportarsi) non è più l’orizzonte, ma il nascondiglio, dove non incontra nessuno e dove perciò comincia a dubitare della sua stessa esistenza.”
Non più ?l’orizzonte’, ma il nascondiglio’ dunque!
Ma chi è in grado di spalancarci l’orizzonte dell’ideale; di farci intuire la profonda positività della realtà; che siamo al mondo per un disegno buono?
L’uomo – cioè io e te – lo percepisce appena viene al mondo: quando il bambino incomincia a vedere, la prima cosa che scopre è il volto sorridente della mamma, del papà; tutti gli sorridono.
E allora il bambino percepisce che è bello essere nati perché c’era qualcuno che lo aspettava e ora sono tutti lì protesi a interessarsi di lui e a fare di tutto per mostrargli che il mondo è bello perché c’è lui!
Un bambino non può crescere bene se non si accorge tutti i giorni che lui è importante per la mamma, per il papà e tanti altri.
Ecco perché abbiamo bisogno sempre di padri e madri che ci facciano percepire l’orizzonte verso cui guardare e tendere, per cui vale la pena fare sacrifici, studiare, lavorare.
Ognuno di noi ha bisogno di scoprire ogni giorno l’utilità della propria esistenza fino a rendersi conto che siamo così importanti che, addirittura Dio – che ha fatto me e tutte le cose – si è fatto uomo, come me, per farmi capire che sono voluto bene in un modo infinito.
Infatti “NESSUNO E’ PADRE COME IL SIGNORE” .
Articolo di don Savino pubblicato nel 2008 su “Uno Sguardo in Dergano”