Il compagno di Cesare Pavese – relazione di Federico Galli
27 Gennaio 2019Critica letteraria
27 Gennaio 2019letteratura italiana contemporanea
Niccolò Ammaniti racconta la storia del ritrovamento di una statua della Madonna con le lacrime viola, in un’Italia che voterà per l’uscita dall’UE. Un inquietante labirinto psicologico.
E scorrono lacrime di sangue. A Roma, in una famigerata tana, tana di un mafioso che trovano cosparso di sangue, la polizia scopre una statua della Vergine Maria. Lei piange rossa. Lo stupore è generale. Il caso è affidato a un generale dell’intelligence, che si affretta a contattare il presidente del Consiglio.
La Madonna, invece, non sembra molto. È una figura plastica di una sessantina di centimetri, con un tenue sorriso bianco, come si vede ovunque all’ombra dei campanili. Pesa meno di 3 libbre. Ma versa 90 litri di sangue al giorno.
Niccolò Ammaniti, papa della “letteratura degli scrittori cannibali”
Inizia così Il miracolo, serie ideata dal romanziere italiano Niccolò Ammaniti, che Arte svela in questi giorni ai francofoni, questo giovedì sera in versione classica, ma anche, con l’opzione di una versione originale con sottotitoli, sulla sua applicazione.
Secondo gli intenditori, il peso letterario di Niccolò Ammaniti è ben consolidato. Con Come Dio vuole, incoronato in Italia, o non temo, ha imposto la zampa. Il suo romanzo Io e te ha ispirato l’ultimo film di Bernardo Bertolucci. Gli editori francesi Grasset e Robert Laffont – lo descrivono come “il leader della “letteratura cannibale”. Questa corrente letteraria è emersa in Italia negli anni ’90 ed è caratterizzata da un linguaggio moderno e “sanguinoso”, alimentato dalla cultura pop, che rompe con l’accademismo.
Il miracolo al crocevia dei destini
Una letteratura a dir poco “sanguigna”, con questi litri di sangue che scorrono goccia a goccia dal polimero sintetico Madonna. Il miracolo pone l’apparizione di questo miracolo al crocevia di più destini. In primo luogo, l’Italia voterà sulla sua adesione all’Unione Europea. Il presidente del Consiglio, che ha voluto il voto, vede crollare la sua popolarità nei sondaggi. Gli ambienti economici lo esortano a riprendere il controllo mentre la sua first lady schiaffeggia i suoi figli in pubblico, con il video della seconda sulle reti, che non aiuta. Perde l’equilibrio. Ha mostrato la statua a un sacerdote incontrato in Africa, che continua, all’inizio del racconto, a considerare un’autorità. Questo cureton è anche un giocatore d’azzardo da casinò, saccheggiatore dei fondi della sua stessa parrocchia, indebitato fino al colletto bianco ed erotomane in misura aggravata.
Unico personaggio a mantenere rudemente la sua condotta psicologica e morale, il generale, indaga per capire da dove possa provenire la Madonna. E una ricercatrice del suo team, che per un po’ vuole credere in un miracolo, analizza il sangue che è passato.
La piccola vergine di plastica che sfida tutte le leggi
Il miracolo sembra quasi niente, questo è il suo fascino. Insieme ad alcuni co-sceneggiatori e registi, Niccolò Ammaniti costruisce questa fetta di storia e fede italiana in direzioni proprie. Lo impreziosisce con sequenze oniriche che, per una volta, non sono intermezzi ingannevoli o inutili. Nella loro perdizione di fronte alla Madonna, i suoi personaggi hanno una propria spiritualità, anche se in via di tracollo. La vergine con le lacrime viola non solo sfida le leggi della fisica, ma anche quelle della psiche umana.
Nelle interviste citate, l’autore cita… questa serie: “Il miracolo non è una serie sulla religione. Il miracolo è solo uno stimolo, che genera dubbi e riflessioni nei miei personaggi”.
Niccolò Ammaniti è stato molto ben coadiuvato per la realizzazione della sua fiction: impeccabile la colonna sonora, con, ad esempio, il ritmo ondeggiante di Panama di The Avener, o l’ossessionante Lunacy di Swans.