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6 Febbraio 2014Come si traduce dal latino
9 Febbraio 2014Questo incredibile aumento si è ovviamente tradotto in un ulteriore macigno per i bilanci delle scuole non statali, ma soprattutto si è ripercosso sulle famiglie degli alunni, già vessate dalla difficile situazione economica e dai numerosi aumenti fiscali.
Occorre ricordare che tutte le scuole paritarie (siano esse comunali. di ispirazione cattolica o di altra natura) sono da considerarsi pubbliche a tutti gli effetti, in quanto forniscono un servizio pubblico esattamente come gli istituti statali. Non c’è quindi ragione per cui alcune di queste scuole debbano pagare le tasse secondo criteri più onerosi rispetto alle altre, se non il disprezzo ideologico e il disinteresse della giunta nei confronti degli enti educativi non statali e di chi sceglie di usufruirne.
Il pluralismo educativo dovrebbe essere considerato una ricchezza e una risorsa per la comunità cittadina e per tutta la società, e non un capriccio dei genitori da scoraggiare o tutt’al più da sopportare. Allo stesso modo, la libertà dei genitori di educare i propri figli secondo le proprie convinzioni è un diritto umano riconosciuto a livello costituzionale, e non va calpestata in nome di un’ottusa ideologia statalista.
Sottoscrivi questa iniziativa (http://www.citizengo.org/it/3737-scuola-e-uguale-tutti) anche se vivi in un altro comune e anche se forse non ti trovi nella stessa situazione della signora Raffaella, perché credo che non si tratti di una semplice questione amministrativa locale, ma di una causa che riguarda tutti coloro che hanno a cuore la libertà di educazione. Ogni volta che un cittadino firmerà questa campagna di CitizenGO (http://www.citizengo.org/it/3737-scuola-e-uguale-tutti), il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo, l’assessore Francesco Cappelli e la presidente della Commissione scuola Elisabetta Strada riceveranno una e-mail che chiede loro di equiparare il trattamento fiscale di scuole paritarie e statali e di rimborsare alle prime quanto versato in eccedenza, rimediando così a questa situazione palesemente ingiusta e discriminatoria.
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