Sintesi delle conoscenze e delle abilità che un docente deve possedere
27 Gennaio 2019Ablativo assoluto
27 Gennaio 2019Una scelta inevitabile? (1
di A. Lalomia
La decisione del Presidente Barack Obama di sospendere definitivamente il programma per il rinnovo della flotta di elicotteri presidenziali, programma varato dal suo predecessore George W. Bush, ha innescato un vivace dibattito (2).
Obama ha comunicato la sua decisione, presa nell’ambito di un più vasto disegno di lotta agli “sprechi inutili” (3), davanti alla Convenzione dei reduci di guerra svoltasi a Phoenix, in Arizona, il 17 agosto 2009 (4).
Il problema sollevato da Obama è reale e molto serio. Il progetto, a causa delle continue richieste di Bush e della sua amministrazione di apportare correttivi in particolare alla sicurezza del velivolo, ha visto lievitare il costo di ogni esemplare a ben 400 milioni di dollari ciascuno (5), una cifra che gli Stati Uniti, secondo il Presidente, in questo momento di recessione economica non possono permettersi. Non resta che prendere atto della volontà di Obama e della sua sensibilità. Viene però da chiedersi se una decisione del genere non poteva essere ‘ammorbidita’ dalla rinuncia, da parte della Casa Bianca, appunto a quei cambiamenti che hanno fatto salire il costo dell’elicottero alle stelle, per riprendere il piano iniziale, così come era stato concepito anni fa al momento di stipulare gli accordi per la costruzione della macchina.
Come mai il Presidente – e il suo staff, che egli dichiara di ascoltare con grande attenzione – non hanno pensato ad un’alternativa del genere ?
Tanto più che, a fronte di impegni già assunti dalla precedente amministrazione, è quasi certo – nel caso in cui anche il Congresso si esprimerà contro la prosecuzione del piano (V. oltre) – che il suo governo dovrà versare una penale molto alta per il mancato rispetto dei contratti sottoscritti a suo tempo. Secondo alcune stime, infatti, la definitiva cancellazione del programma peserà sui contribuenti americani per almeno cinque miliardi di dollari, una cifra che è superiore al costo relativo al completamento del programma stesso, con gli aggiustamenti per un sostanziale risparmio.
Il dato relativo alla penale era stato già messo in evidenza da Finmeccanica in un comunicato stampa del 6 aprile 2009 (6) :
“Leventuale cancellazione del programma darebbe diritto allincasso da parte di Finmeccanica di penali tali da compensare l’annullamento del contratto attualmente in corso. Sono infatti previste clausole di pagamento della Termination Fee che deve essere determinata secondo le regole previste dalle Federal Acquisition Regulation.”
D’altra parte, nella stessa nota, il gruppo sottolineava anche che :
“In merito all’ipotesi di cancellazione del programma VH-71 da parte dellAmministrazione della Difesa USA, Finmeccanica ribadisce che si tratta solamente di un primo passo di un processo di budget particolarmente complesso e conferma che non ci saranno impatti per il Gruppo dal punto di vista economico-finanziario. Il valore dellIncrement 2 infatti non era stato incluso nell’attuale Budget di Finmeccanica e nei piani pluriennali che sono stati redatti ipotizzando l’assenza di questo contratto. Non vi sono quindi variazioni delle guidance economico-finanziarie comunicate al mercato.”
E’ chiaro comunque che la holding si augura che alla fine la situazione approdi ad una soluzione più favorevole per tutti (a ben vedere, anche per i contribuenti americani). In effetti, l’ultima parola non è stata ancora pronunciata, perché spetterà al Congresso, a settembre, al momento di esprimersi sul bilancio della Difesa 2010, stabilire se il programma va conservato o cancellato del tutto. Al momento, quindi, la partita è ancora aperta e i margini di compromesso esistono, anche perché il Congresso -a maggioranza democratica- è molto sensibile alle conseguenze, sul mercato del lavoro, di una rinuncia a questo progetto, così come ad altri piani militari che Obama ha deciso di abbandonare.
Resta, in ogni caso, la netta presa di posizione del Presidente, che ha lasciato perplessi molti osservatori, i quali si interrogano sui motivi che lo hanno portato ad assumerla.
A parte la questione della penale (comunque non secondaria), non si può pensare che Obama non si renda conto che la cancellazione del piano relativo al rinnovo della flotta dei Marine One produrrà pesanti effetti a livello occupazionale.
Ed è troppo acuto per non accorgersi che questa decisione -ed altre iniziative tese a tagliare le spese per la Difesa statunitense- non potranno non influire sulla sua popolarità, già un po’ appannata dalla mancata approvazione del suo progetto di assistenza medica, la “Health Insurance Reform” (7). Che lo si voglia o no, l’industria della sicurezza – in modo diretto e attraverso l’indotto -, negli Stati Uniti come altrove, assicura un reddito certo (8) a milioni tra operai, tecnici, professionisti, manager, impiegati, personale di varie categorie e consente a tutti questi lavoratori di incrementare in misura notevole la domanda di beni e di servizi e quindi rappresenta un vero e proprio volano per intere economie.
Senza i loro salari, la ripresa americana – come del resto quella di altri paesi – stenterà ancora di più ad arrivare e a far sentire i suoi effetti benefici.
Non basta assicurare miliardi di dollari alle case automobilistiche – come ha fatto il Presidente (9)- per fare uscire davvero queste stesse imprese – e in definitiva gli Stati Uniti – dalla crisi in cui si trovano da tempo. Chi acquisterà le automobili se la domanda diminuisce drasticamente, proprio per l’assenza di redditi ? E chi pagherà le tasse necessarie a finanziare il suo piano di welfare, visto che non può certo aumentare più di tanto le aliquote di prelievo fiscale sui ceti più abbienti ?
La scelta di Obama, insomma, non mi sembra uno strumento particolarmente efficace per risolvere i problemi del paese e per conservare la fiducia di quei concittadini che aveva già conquistato e che finora lo hanno seguito.
Spiace ricordarlo, ma in poche settimane, questo Presidente, che al momento della sua elezione aveva suscitato tante speranze, che aveva fatto credere nella possibilità di gestire in modo diverso il potere e aveva evocato scenari che si ritenevano ormai svaniti nel mondo dell’utopia (10), questo politico lodato per la sua competenza e la sua scrupolosità, dall’ aria così mite, affabile, sincera, conciliante e disponibile, ha deluso sia coloro i quali si aspettavano appunto la realizzazione della riforma di assistenza sanitaria (11), sia quanti si erano fidati delle sue parole, formulate in campagna elettorale, che non avrebbe fatto nulla per diminuire la superiorità militare degli Stati Uniti.
In realtà, a dispetto dell’immagine di politico moderato ma consapevole degli impegni, a livello planetario, che gli Stati Uniti hanno, del loro ruolo di guida sia nel settore del welfare che nei rapporti di politica internazionale, ha scontentato sia le colombe che i falchi (12).
Speriamo soltanto che il resto del suo mandato -che per fortuna è ancora molto lungo- possa passare alla Storia per azioni ben più concrete e condivisibili.
—————————————–
Note
(1) Su Finmeccanica, cfr. anche i precedenti articoli apparsi su questo portale.
(2) Questa decisione, per la verità, era nell’aria, visti gli interventi di alcuni suoi collaboratori e le stesse dichiarazioni, sia pure informali, che Obama aveva rilasciato sin dal mese di febbraio 2009, secondo cui gli elicotteri che aveva a disposizione erano più che sufficienti rispetto alle esigenze della Casa Bianca. Il programma VH-71, in cui è coinvolta in modo diretto Finmeccanica attraverso la controllata AgustaWestland, prevedeva la consegna di ventotto esemplari, per un importo di sei miliardi di dollari. Finora, ne sono stati consegnati solo nove. Le massicce (circa 1.000) e continue modifiche volute appunto da Bush e dal suo governo, hanno fatto lievitare il conto finale a più di undici miliardi di dollari. Va ricordato comunque che al progetto partecipa anche l’americana Lockheed Martin, che, anzi, guida l’intera cordata. Gli elicotteri che sono stati consegnati finora fanno parte del pacchetto di esemplari della prima parte del programma, denominata “Increment 1”. A questo step, doveva seguire la fase “Increment 2”, con la produzione in serie vera e propria, in singoli lotti. E’ a tale fase, appunto, a cui Obama ha deciso di rinunciare.
Secondo fonti autorevoli, la decisione del Presidente sarebbe stata influenzata anche dalla bellicosa campagna di contrasto al piano portata avanti dalla deputata democratica del Connecticut Rosa DeLauro, che si è opposta sin dall’inizio al progetto per la ragione (al di là di ogni altro motivo addotto) che il suo collegio elettorale coincide con quello in cui si trova la sede principale della Sikorsky, l’azienda che finora ha prodotto i Marine One, ma che ha perso la gara per il rinnovo della flotta indetta anni fa dalla Casa Bianca (gara vinta appunto dalla cordata guidata dalla Lockheed Martin). Se tutto ciò corrispondesse a piena verità, il comportamento di questa parlamentare dovrebbe essere giudicato quantomeno discutibile, soprattutto perché, come il suo stesso nome fa capire, è di origini italiane e, anzi, è una rappresentante dei più blasonati circoli italoamericani. In ogni caso, quanto a competenze in materia, la deputata lascia un po’ a desiderare, visto che si è preoccupata addirittura di mettere per iscritto, a supporto della sua tesi, che la Sikorsky ha mezzo secolo di esperienza nella produzione di elicotteri, mentre la Lockheed non ne ha mai costruito uno. In questo modo, la parlamentare dimentica tra l’altro che circa l’80 % del lavoro necessario per la realizzazione del VH-71 è svolto da AgustaWestland, leader mondiale del settore.
(3) Di fatto, un ridimensionamento delle spese federali, a danno soprattutto delle Forze Armate. In effetti, lo ‘stop’ di Obama al piano degli elicotteri presidenziali, è quasi trascurabile, quando si consideri la sorte che lo stesso ha riservato ai super caccia ‘invisibili’ F-22 (costruiti da Lockeed Martin e Boeing): al posto dei circa 600 esemplari previsti nel progetto del 1996, ne saranno costruiti soltanto 187 (141 sono già pronti). Un taglio, quindi, ben più pesante di quello toccato ai VH-71. Per tornare a questi ultimi, va precisato comunque che già il segretario alla Difesa, Robert Gates, aveva annunciato ad aprile di quest’anno l’intenzione di cancellare il programma. Di qui la pertinenza della nota emessa da Finmeccanica riportata sopra, nota che ha convinto la Borsa. Vale la pena aggiungere che, a differenza dell’ F-22, che ha rivelato parecchi e talvolta gravi difetti (causati soprattutto dalla speciale vernice che lo rende ‘stealth’, cioé ‘invisibile’ ai radar), l’eccellenza del VH-71 (in buona parte frutto dell’ingegno italiano) è riconosciuta dalla stessa amministrazione Obama. Per inciso, il VH-71, oltre a possedere un’autonomia maggiore rispetto ai Marine One della Sikorsky (V. nota precedente), è dotato, a differenza di quelli della Sikorsky, di sofisticati sistemi d’arma, che gli permettono di affrontare con sicurezza emergenze militari di vario tipo, a cominciare dai duelli aerei.
(4) Di seguito, il link al resoconto originale dell’intervento di Obama:
(5) La cifra corrisponde circa a quella dei due Boeing 747 speciali che compongono la flotta degli Air Force One.
(6) “Precisazione Finmeccanica in merito al programma VH-71”, reperibile su www.finmeccanica.it e, più facilmente,
sulla pagina di questo portale riservata alla holding.
(7) Ecco il link all’area della Casa Bianca dedicata al tema :
(8) E, per inciso, spesso decisamente alto. D’altra parte, questa stessa industria alimenta spesso l’intero sistema produttivo nazionale – quindi anche il comparto civile -, come ho cercato di mettere in evidenza in “Guerra, pace e sicurezza”, pubblicato su www.orizzontescuola.it e presente anche nella mia pagina su questo portale.
(9) Seguendo la strada di Bush, per la verità. E’ sorprendente la generosità che molti governi dimostrano nei confronti dell’industria automobilistica, rispetto alla cautela riservata ad altri settori produttivi. Nell’epoca del terziario avanzato,
a quanto pare, l’auto continua a farla da padrona. E ancora più sorprendente è il fatto che molti pacifisti considerino questi aiuti (di fatto, prestiti a fondo perduto) del tutto scontati e, anzi, quasi doverosi. Forse ignorano che gli autoveicoli, ogni anno, a livello planetario, mietono più vittime delle operazioni belliche convenzionali (le azioni terroristiche -come quelle che si verificano continuamente in Afghanistan o in Iraq- non possono certo rientrare in questa categoria).
(10) Tanto per citare due nomi : Franklin D. Roosevelt e John F. Kennedy.
(11) E’ noto che questo piano rappresentava uno dei punti principali del suo programma elettorale. Va ricordato comunque che Obama, almeno finora, non è riuscito a concludere nulla anche a causa della presa di posizione intransigente di alcuni settori del suo stesso partito e di una virulenta campagna di disinformazione e di falsificazione attuata dagli avversari allo stesso piano.
(12) Il malumore dei falchi dovrebbe preoccupare Obama molto di più della delusione provocata dal suo progetto di riforma sanitaria, visto il peso che hanno nella società americana (a cominciare dal Congresso, anche nella sua componente democratica).
———————————————————————-
VH-7
Immagini