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Trieste, 25 gennaio – La Regione Friuli Venezia Giulia si impegna a dare continuità ai progetti destinati alla conservazione della memoria, che fino ad oggi erano di iniziativa delle Province. Lo ha annunciato l’assessore regionale all’Istruzione e alle Pari Opportunità Loredana Panariti intervenendo, oggi a Trieste, al 4° convegno Convivere con Auschwitz – La Memoria contro l’indifferenza e la discriminazione organizzato dal Comitato permanente Ondina Peteani con il patrocinio dell’Ateneo triestino, alla presenza di numerosi relatori italiani e stranieri.
“Non siamo condannati, nonostante tutto, all’individualismo, alla competitività sfrenata, alla sopraffazione e alla violenza piuttosto che alla solidarietà, al rispetto, alla cooperazione e alla pace”, ha detto l’assessore, esprimendo la propria convinzione che percorsi educativi tesi a fronteggiare l’omofobia, il razzismo, il bullismo e altre forme di intolleranza, siano opportuni e soprattutto fruttuosi.
“Quale posto migliore della scuola per coltivare e proporre questi percorsi”, ha aggiunto l’assessore. “L’importante è che queste iniziative non siano limitate alla celebrazione di una singola ricorrenza, ma che abbiano una continuità. L’Amministrazione regionale è dunque impegnata a mettere assieme proposte diverse, dando a loro la possibilità di cogliere ambizioni più alte”.
Panariti ha quindi voluto ricordare come l’Amministrazione regionale sia promotrice di numerose iniziative tese alla conservazione della cultura della pace in collaborazione con le scuole. Al centro di queste proposte c’è, soprattutto, il desiderio che tra i giovani si riaccenda la passione per la politica e il sentimento della costruzione di un mondo alternativo più giusto e più umano.
Infine, l’assessore ha voluto sottolineare che da parte dei docenti nelle scuole del Friuli Venezia Giulia c’è una forte collaborazione nonché la condivisione dell’intento di mettere a sistema le diverse proposte attualmente presenti sul territorio regionale.
Il Novecento ha duramente segnato la storia di Trieste e il suo territorio: l’incendio del Balkan nel 1920, l’annuncio delle leggi razziali nel 1938 e durante l’occupazione tedesca, la conversione della Risiera di San Sabba nell’unico campo di concentramento nazista munito di forno crematorio in Italia e nell’Europa meridionale. Dal Silos della Stazione ferroviaria centrale di Trieste, dal 1943 al 1945, partì il maggior numero di convogli dall’Italia di deportate/i con destinazione Auschwitz.
Dati che fissano in questo quadrante geografico già lacerato dalla Prima Guerra mondiale una drammatica eredità storica che è fondamentale ricordare in uno scenario che registra l’acutizzarsi dello stato di belligeranza nello scacchiere internazionale, la recrudescenza del terrorismo, i flussi migratori di chi fugge da guerre e miseria che si scontrano con le problematiche emergenti di una società europea in bilico tra accoglienza e ostilità.
In ottemperanza alla Legge 211/2000, istitutiva del Giorno della Memoria, il convegno persegue il monito di Primo Levi: analisi, studio e conoscenza dell’abominio di Shoah e deportazione nei lager di sterminio nazisti, in funzione di una più ampia consapevolezza come antidoto contro la reiterazione del crimine nelle sue varie forme. Memoria, cultura e istruzione di quanto è stato, contro razzismo, discriminazione e prevaricazione razziale, sociale, culturale e religiosa, per promuovere una convivenza libera e pacifica.