Ondina combatte “sul terreno”
27 Gennaio 2019Canto quinto Orlando furioso di Ludovico Ariosto
27 Gennaio 2019E’bello vivere liberi
La serata -presentazione-spettacolo del 5 marzo 2008,
promossa dall’IRSML-FVG, organizzata dal Comitato
permanente Ondina Peteani al Teatro Miela e stata
scandita dall’appassionante esplorazione del
significato delle parole che titolano la biografia di
Ondina Peteani, scritta dalla prof.ssa Anna Di
Gianantonio: – è bello vivere liberi – semplice
quanto fulminante Eredità morale della protagonista,
da lei siglata a pochi giorni dalla scomparsa.
Il denso profilo culturale della manifestazione ha
visto comporsi in dinamica sequenza il saluto iniziale
della Segreteria provinciale dell’Associazione
Nazionale Partigiani d’Italia nonché del Comandande
del Battaglione Triestino, prima formazione partigiana
d’Italia, Riccardo Giacuzzo, a voce del segretario
Birsa che ha introdotto l’intervento Istituzionale
della Presidente della Provincia, Bassa Poropat che
si è attentamente soffermata sulla necessità della
trasmissione della Memoria della Storia del ?900 ai
giovani, in un processo di coinvolgimento educativo di
studio e condivisione.
Un accorato, pubblico ringraziamento, diretto al
riconoscimento dell’alto valore umano dimostrato in
anni ed anni di scrupolosa assistenza è stato rivolto
allo staff medico presente che ha lungamente sostenuto
la Peteani nel Calvario della malattia, nel quale
spiccano alcuni vertici della Sanità triestina:
Alberto Barsanti Gianmarini, Sergio Minutillo,
Giuseppe Dell’Acqua, Jasna Jelenc, Fulvia Bertoli e
Angelo Pierini.
Il programma si è aperto quindi con la lettura delle
vibranti parole di Don Andrea Gallo, della Comunità
San Benedetto al Porto di Genova, che per motivi di
salute non ha potuto partecipare personalmente il
quale a chiare lettere ha espresso il concetto cardine
desunto dal percorso di vita della Peteani.
Testualmente – E’ lodevole raccogliere le qualità
dell’esperienza umana di Ondina Peteani e rilanciarle
verso i modelli di riferimento culturali:
Per la globalizzazione dei Diritti.
Il Coro Partigiano Triestino Pinko Tomazic ha quindi
intonato il solenne inno ai Caduti.
Quindi si sono alternati gli storici: Marina Rossi,
Gloria Nemec. Ha concluso la prima parte della
scaletta l’autrice Anna Di Gianantonio.
La Rossi, assidua cliente del polo culturale/librario
della Peteani ha evidenziato il ruolo fondamentale
nell’esperienza di Ondina, dell’ambizione alla
crescita culturale del singolo in funzione di un
rafforzamento di una coscienza collettiva, la Nemec ha
esplorato la straordinarietà della famiglia allargata
portata a divenire nucleo interdisciplinare di
formazione, concretizzata dalla protagonista per un
orizzonte intero di umanità che ha saputo crescere,
rafforzare e determinare. La Di Gianatonio ha
focalizzato la genesi del progetto editoriale dal
quale è stata rapita e nel quale, assieme a Gianni
Peteani, stante l’incredibile sequenza delle
vicissitudini della madre ha scelto di fondere il
ruolo dello scrittore di Storia al fiume del
sentimento al quale non ha potuto sottrarsi.
A questo punto si è data lettura del contributo giunto
da uno dei massimi esponenti testimoniali della Shoah
in Italia e all’Estero: la milanese Liliana Segre,
bambina di 13 anni precipitata nell’orrore di
Auschwitz. – Il concetto dell’arbitrio subito
accomunò lei e Ondina.
Il ragionamento è giocato sulla causa di fondo –
Liliana ha subito il dramma del Lager per l’aberrante
colpa d’essere Ebrea, Ondina per una scelta
consapevole e coraggiosa di opporsi all’invasore
nazista.
Vi sono state quindi le testimonianze dirette di
Riccardo Devescovi, ventennale Segretario della FIOM
nella Nuova Camera Confederale del Lavoro di Trieste,
scalpitante diciottenne cresciuto politicamente con
Ondina Peteani, di Renato Kneipp della CGIL, venuto al
mondo grazie all’ostetrica Peteani e con lei formatosi
nell’associazionismo per i ragazzi democratici di
ispirazione laica da lei istituito e di Ester Pacor,
esponente intergenerazionale dei Diritti della Donna
che ebbe Ondina come solido riferimento.
I settanta elementi del potente Coro Partigiano
triestino hanno offerto brani di repertorio
particolarmente attinenti alla Storia di Ondina, tra i
quali Bella Ciao, Auschwitz (Guccini) e l’Inno della
Brigata Garibaldi. Da ultima la possenza dell’nno del
Litorale che ha fatto alzare spontaneamente dalle
poltrone il folto pubblico presente.
Parlando dell’entusiasmo della scesa in campo dei
giovani partigiani, animati principalmente
dall’irrefrenabile esigenza di guadagnare la Libertà
nella costruzione di un Mondo Migliore, la voce
originale di Ondina a quel punto ha emozionato la
platea, grazie alla scoperta nell’archivio Rota della
registrazione di un intervento della Peteani in
un’assise sul Ruolo della Donna nella Resistenza,
tenutasi a Trieste nel 1974 e trascritta nel volume.
Con massima tensione scenico-narrativa si è giunti in
prossimità del finale dello spettacolo laddove la
bravissima attrice Tjasa Ruzzier, laureatasi
all’Università degli Studi di Trieste, proprio alla
Scuola Superiore per Interpreti e traduttori situata
in Via Filzi, tragico simbolo della devastazione
fascista della nostra città, il Balkan, dato alle
fiamme nel 1921, ha letto il brano di – E’ bello
vivere liberi -, regalando l’episodio in cui Ondina,
nel campo di concentramento, per celebrare l’ 8 marzo
1945, intona sotto voce, assieme alle prigioniere
ukraine l’Internazionale.
Le luci in quell’istante si sono spente e con grande
effetto, in un buio che ha traghettato
intenzionalmente le trecento persone assiepate al
teatro in un momento di altissima commozione, il coro
ha “attaccato” sussurrando l’Internazionale in un
crescendo a piena voce che ha squassato gli animi
coniugandosi in un fragoroso, interminabile applauso.
– è bello vivere liberi –
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Comitatopermanente Ondina Peteani prima staffetta partigiana d’Italia deportata Auschwitz n. 81672
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