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28 Dicembre 2019Ottaviano, noto anche come Augusto, trasformò la Repubblica Romana in un principato attraverso una serie di riforme politiche, militari e sociali che concentrarono il potere nelle sue mani pur mantenendo l’apparenza delle istituzioni repubblicane.
Ecco come riuscì in questa trasformazione:
1. Consolidamento del Potere Militare: Dopo la vittoria su Marco Antonio e Cleopatra nella battaglia di Azio nel 31 a.C., Ottaviano diventò il leader indiscusso delle forze armate romane. Assicurandosi la lealtà delle legioni, eliminò ogni possibile rivale militare e stabilì un controllo diretto sull’esercito.
2. Restaurazione della Repubblica (di Facciata): Nel 27 a.C., Ottaviano fece un gesto simbolico restituendo formalmente il potere al Senato e al popolo romano, un atto che gli valse il titolo onorifico di “Augusto”. In realtà, mantenne il controllo su tutte le province importanti e su buona parte delle legioni, garantendosi un potere effettivo.
3. Creazione di un Nuovo Sistema Amministrativo: Augusto riorganizzò il governo delle province dividendo l’impero in province senatorie, governate da proconsoli nominati dal Senato, e province imperiali, sotto il diretto controllo dell’imperatore e amministrate da legati imperiali. Le province imperiali, spesso quelle con le legioni, erano strategicamente le più importanti.
4. Riforme Politiche e Sociali: Augusto riformò il Senato, riducendo il numero dei senatori e riempiendo i ranghi con uomini leali a lui. Introdusse leggi morali e sociali per promuovere la stabilità e il buon comportamento dei cittadini romani. Queste riforme miravano a consolidare il suo controllo e a guadagnare il favore del popolo e dell’aristocrazia.
5. Propaganda e Legittimazione del Potere: Augusto usò ampiamente la propaganda per legittimare il suo potere. Si presentò come il restauratore della pace e della stabilità (Pax Romana) dopo anni di guerre civili. Commissionò opere pubbliche e progetti edilizi, come il Foro di Augusto, che esaltavano la sua figura e i suoi successi.
6. Titoli e Poteri Speciali: Augusto accumulò una serie di titoli e poteri che, pur mantenendo la facciata repubblicana, gli garantivano un’autorità senza precedenti. Tra questi, il titolo di “Princeps Senatus” (primo del Senato), “Pontifex Maximus” (massimo sacerdote), e “Imperator” (comandante supremo), e la potestà tribunizia che gli dava il potere di veto e di convocare il Senato e i comizi.
7. Eredità Dinastica: Sebbene Augusto non si dichiarasse mai apertamente monarca, iniziò a preparare la sua successione scegliendo e formando successori all’interno della sua famiglia, assicurando la continuità del principato.
In sintesi, Augusto trasformò la Repubblica Romana in un principato attraverso un delicato equilibrio tra forza militare, riforme amministrative, propaganda e manipolazione delle istituzioni repubblicane. Creò un sistema che mantenne le apparenze della repubblica ma in cui il potere reale era concentrato nelle sue mani, stabilendo le basi per l’impero che sarebbe durato per secoli.