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28 Dicembre 2019I primi 96 versi del Canto III del Purgatorio di Dante Alighieri si concentrano sul tema della condizione dei morti e sul rapporto tra anima e corpo, attraverso il dialogo tra Dante e la sua guida, Virgilio.
In questa parte del poema, Dante affronta la difficoltà della salita sul Monte del Purgatorio, dove incontra le anime dei negligenti e riflette sulle limitazioni della comprensione umana rispetto al divino.
Analisi
Versi 1-6
Dante inizia descrivendo la paura improvvisa che ha colpito le anime quando si sono disperse sul campo, rivolte verso il monte. Egli si avvicina subito a Virgilio, chiedendosi come avrebbe potuto affrontare la salita senza di lui. Virgilio è la guida, la “fida compagna”, che lo conduce attraverso il Purgatorio, e senza di lui Dante non saprebbe come proseguire.
Versi 7-12
In questa parte, Virgilio mostra segni di rimorso per non poter completare il viaggio con Dante, dato che, essendo un’anima dannata, non può salire al Paradiso. Dante elogia la coscienza pura di Virgilio, che anche per un errore minimo prova un grande dolore. Il poeta descrive come la sua mente, inizialmente concentrata e preoccupata, si rilassa una volta che il ritmo della camminata rallenta, e il suo sguardo si dirige verso la salita.
Versi 13-21
Dante nota che il sole, posizionato dietro di lui, proietta la sua ombra sul terreno, suscitando una paura improvvisa di essere abbandonato. Virgilio lo rassicura, spiegando che nonostante non getti un’ombra, poiché è un’anima, Dante non deve dubitare della sua presenza e guida. Virgilio introduce un discorso teologico spiegando che il suo corpo fisico è sepolto a Napoli e che l’ombra è una caratteristica solo dei corpi materiali.
Versi 22-45
Virgilio continua spiegando la natura delle anime purganti e il motivo per cui non proiettano ombre: sono preparate dalla virtù divina a sopportare i tormenti, ma come ciò avvenga non è rivelato agli uomini. Qui viene introdotto il concetto di limitazione della ragione umana: Virgilio ammonisce Dante e l’umanità a non cercare di comprendere i misteri della Trinità, che sono inaccessibili alla mente umana. Se l’uomo potesse comprendere tutto, non ci sarebbe stato bisogno del sacrificio di Cristo.
Virgilio si riferisce poi ai grandi filosofi del passato, come Aristotele e Platone, le cui menti speculative non furono in grado di arrivare alla verità ultima, e per questo il loro desiderio di conoscenza è rimasto insoddisfatto, come una forma di pena eterna.
Versi 46-60
Dante e Virgilio giungono ai piedi del Monte del Purgatorio e si trovano di fronte a una salita ripida e inaccessibile. Virgilio osserva che anche tra le più impervie strade tra Lerici e Turbia (una zona accidentata tra Liguria e Provenza) non si troverebbe nulla di così difficile da scalare. Si pongono quindi il problema di trovare un punto da cui iniziare la salita.
Versi 61-69
Mentre Virgilio riflette su quale strada prendere, Dante nota una schiera di anime che si avvicina lentamente. Lente e incerte nel cammino, le anime si avvicinano senza fretta. Dante richiama l’attenzione di Virgilio per ottenere aiuto da queste anime, sperando che possano fornire indicazioni su come proseguire.
Versi 70-81
Virgilio risponde con prontezza e rassicura Dante, dicendo che possono avvicinarsi a queste anime per chiedere informazioni. Le anime avanzano lentamente, proprio come un gruppo di pecore che esce dal recinto: timide, seguono la prima senza sapere perché. Virgilio vede in queste anime uno spirito di docilità e quiete.
Versi 82-96
Quando le anime vedono l’ombra di Dante proiettata sul terreno, reagiscono con sorpresa e timore. Esse non capiscono subito il motivo di quell’ombra e si fermano. Virgilio, comprendendo la loro confusione, spiega immediatamente che Dante è un corpo vivente, motivo per cui la luce solare è “rotta” e proietta un’ombra sulla terra. La spiegazione di Virgilio elimina ogni dubbio delle anime e conferma la presenza straordinaria di Dante tra loro.
Commento
Questa sezione del canto pone al centro temi teologici e filosofici importanti, come i limiti della ragione umana di fronte ai misteri divini e l’insoddisfazione dei filosofi pagani rispetto alla verità rivelata. Virgilio rappresenta qui la guida razionale che riconosce le sue stesse limitazioni e invita Dante (e l’umanità) ad accettare con umiltà ciò che è oltre la comprensione umana.
Il tema della differenza tra anima e corpo è evidenziato dall’ombra di Dante, che lo distingue dalle anime purganti, essendo egli ancora vivo e legato alla materia. Il contrasto tra luce e ombra, un motivo ricorrente in tutta la Commedia, assume qui un significato simbolico legato alla condizione umana e al rapporto tra realtà terrena e divina.
Testo e Parafrasi
Testo e parafrasi dei primi 96 versi del Canto Terzo del Purgatorio di Dante
Avvegna che la subitana fuga dispergesse color per la campagna, rivolti al monte ove ragion ne fruga,3i’ mi ristrinsi a la fida compagna: e come sare’ io sanza lui corso? chi m’avria tratto su per la montagna?6 El mi parea da sé stesso rimorso: Quando li piedi suoi lasciar la fretta, lo ’ntento rallargò, sì come vaga, Lo sol, che dietro fiammeggiava roggio, Io mi volsi dallato con paura e ’l mio conforto: “Perché pur diffidi?”, Vespero è già colà dov’è sepolto Ora, se innanzi a me nulla s’aombra, A sofferir tormenti, caldi e geli Matto è chi spera che nostra ragione State contenti, umana gente, al quia; e disïar vedeste sanza frutto io dico d’Aristotile e di Plato Noi divenimmo intanto a piè del monte; Tra Lerice e Turbìa la più diserta, “Or chi sa da qual man la costa cala”, E mentre ch’e’ tenendo ’l viso basso da man sinistra m’apparì una gente “Leva”, diss’io, “maestro, li occhi tuoi: Guardò allora, e con libero piglio Ancora era quel popol di lontano, quando si strinser tutti ai duri massi “O ben finiti, o già spiriti eletti”, ditene dove la montagna giace, Come le pecorelle escon del chiuso e ciò che fa la prima, e l’altre fanno, sì vid’io muovere a venir la testa Come color dinanzi vider rotta restaro, e trasser sé in dietro alquanto, “Sanza vostra domanda io vi confesso |
Versi 1-6: Nonostante la fuga improvvisa disperdesse le anime per la campagna, tutte rivolte verso il monte dove la ragione ci chiama, io mi strinsi a Virgilio, la mia fidata guida. Come avrei potuto continuare senza di lui? Chi mi avrebbe condotto su per la montagna?Versi 7-12: Mi sembrava che lui fosse preso dal rimorso. Oh, coscienza nobile e pura, come un piccolo errore ti provoca grande tormento! Quando i suoi passi rallentarono, poiché la dignità influisce su ogni azione, la mia mente, che prima era concentrata e preoccupata, si rilassò, e guardai verso il monte che si innalza sempre più verso il cielo. Versi 13-21: Versi 22-33: Versi 34-45: Versi 46-60: Versi 61-69: Versi 70-81: Versi 82-96: |