Un vecchio innamorato da una commedia di Plauto
28 Dicembre 2019Metateatro, musica, stile e lingua in Plauto
28 Dicembre 2019La Cistellaria (La commedia della cestella) è una delle commedie di Tito Maccio Plauto, commediografo romano vissuto tra il III e il II secolo a.C.
Questa commedia, come molte altre opere plautine, tratta temi d’amore e di relazioni complicate. Vediamo alcuni versi che illustrano i patimenti d’amore in quest’opera:
Testo originale (Latino)Credo ego Amorem primum apud homines carnificinam commentum. Hanc ego de me coniecturam domi facio, ni foris quaeram, Qui omnes homines supero, antideo cruciabilitatibus animi. Iactor, crucior, agitor, stimulor, vorsor in amoris rota, Miser exanimor, feror, differor, distrahor, diripior, Ita nubilam mentem animi habeo. Ubi sum, ibi non sum, Ubi non sum, ibi est animus. |
Traduzione italianaCredo che Amore per primo abbia inventato la tortura tra gli uomini. Faccio questa congettura su me stesso, senza cercare altrove, Io che supero tutti gli uomini, li precedo nei tormenti dell’animo. Sono sballottato, torturato, agitato, stimolato, mi rigiro sulla ruota d’amore, Infelice sono sfinito, trasportato, dilaniato, trascinato, fatto a pezzi, Così ho la mente dell’animo offuscata. Dove sono, non sono, Dove non sono, lì è il mio animo. |
Questi versi della Cistellaria di Plauto offrono una vivida rappresentazione dei tormenti d’amore. Analizziamoli più in dettaglio:
- Personificazione dell’Amore:
- Amore è presentato come un’entità che ha inventato la tortura per gli esseri umani, dipingendolo come una forza crudele e sadica.
- Iperbole:
- Il personaggio si descrive come colui che supera tutti gli altri nelle sofferenze d’amore, enfatizzando l’intensità del suo dolore.
- Linguaggio corporeo e fisico:
- Plauto usa una serie di verbi che descrivono azioni fisiche (essere sballottato, torturato, agitato) per rappresentare stati emotivi, creando un’immagine vivida del tormento interiore.
- Metafora della ruota:
- L’immagine della “ruota d’amore” suggerisce l’idea di un ciclo infinito di sofferenza, richiamando forse il mito di Issione.
- Accumulazione:
- L’uso di una serie di verbi in rapida successione (“exanimor, feror, differor, distrahor, diripior”) crea un effetto di crescendo che enfatizza l’intensità del tormento.
- Paradosso:
- Il verso finale esprime lo stato di confusione e alienazione causato dall’amore attraverso un paradosso: il personaggio non è dove si trova fisicamente, ma il suo animo è altrove.
- Stile retorico:
- L’uso di figure retoriche come l’anafora e l’asindeto contribuisce a creare un ritmo incalzante che riflette l’agitazione emotiva del personaggio.
Questo passaggio è un esempio eccellente dello stile di Plauto, che combina elementi della commedia greca con un linguaggio vivace e colloquiale tipicamente romano. L’intensità dell’espressione dei sentimenti, anche se potenzialmente esagerata per effetto comico, offre uno sguardo sulle concezioni romane dell’amore come forza potenzialmente distruttiva e alienante.
La rappresentazione dei patimenti d’amore in questo brano serve probabilmente a diversi scopi all’interno della commedia:
- Creare empatia con il personaggio
- Generare umorismo attraverso l’esagerazione
- Commentare sulla natura dell’amore nella società romana
Questi versi dimostrano anche l’abilità di Plauto nel manipolare il linguaggio per creare effetti drammatici e comici, una caratteristica che ha contribuito alla sua duratura popolarità e influenza sulla letteratura occidentale.