Patriarcato e scuola: una sfida culturale aperta

Il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha detto: “Il patriarcato non c’è più .. è finito con la riforma del diritto di famiglia nel 1975, che ha sostituito la famiglia fondata sulla gerarchia con quella sull’uguaglianza”.

Se si assume un’ottica formale l’asserzione è vera ma, nella sostanza, non è così. Si tratta di un fatto culturale profondo, ed è proprio quello che le scuole dovrebbero affrontare.

Emblematico il fatto che Adolf Hitler facesse cavalcare i soldati senza sella, sostenendo che il contatto diretto con l’animale infondesse il senso della superiorità, del dominio e del possesso. Come nel caso dei soldati nazisti, anche in altri contesti moderni emerge la valorizzazione di dinamiche basate sul dominio e il controllo. La pornografia, ad esempio, trasmette immagini improntate alla violenza, al tutto e subito, al consumo.

Significativa è la frequente presenza di attori porno in televisione: la luce dei proiettori li esalta e li propone come modelli, da cui il contrasto tra la funzione educativa della scuola e lo scenario illuminato. Sarebbe stato utile che il ministro avesse proposto di approfondire il significato della parola Amore, per contrastare le derive culturali che la scuola e i mass media spesso ignorano.