Il monachesimo in occidente
28 Dicembre 2019Le idee progressiste del vecchio Micione dagli Adelphoe di Terenzio
28 Dicembre 2019Per Vincenzo Caldesi di Giosuè Carducci, lezione in classe di Luigi Gaudio
Prof. Luigi Gaudio
Giambi ed epodi 1867- 1879
Raccolta politica polemica
– Il nome deriva da due forme metriche antiche, spesso dedicate alla satira politica e di costume, all’invettiva al sarcasmo
– Il giambo era il verso per eccellenza della poesia d’invettiva
– L’epodo era un’ode a carattere politico- satirico o morale
Poesia corposamente realistica
– Con reminiscenze classiche e romantiche
Il nucleo centrale
– Irosa insofferenza
< Le poesie del periodo 1864- 1870 anni di partecipazione politica del poeta
< La delusione per gli sviluppi politici e militari ingloriosi dopo l’unità d’Italia
< Il ritorno di un nuovo anticlericalismo
< Propongono rievocazioni storiche di tempi eroici come ad esempio la Rivoluzione francese secondo Carducci tradita da Napoleone III, ormai diventato protettore della Santa Sede
I bersagli della critica carducciana
La chiesa ed il clero
La Chiesa ha due gravi colpe
- Aver ostacolato il processo di unificazione
- Aver ostacolato la diffusione della cultura e di nuove idee affinché il popolo fosse mantenuto nel fatalismo e nella superstizione
– Napoleone III
Per Carducci traditore ed assassino perché una volta eletto presidente ha voluto restaurare l’Impero
– La nuova classe dirigente italiana
Secondo Carducci è composta da burocrati che con la loro miopia hanno defraudato l’Italia del destino di gloria e di grande potenza cui aveva diritto per natura e storia
TESTO DELLA POESIA:
Per Vincenzo Caldesi – otto mesi dopo la sua morte Giambi ed epodi, Libro II, n. XVIII
Dormi, avvolto nel tuo mantel di gloria
Dormi, Vincenzio mio:
De’ subdoli e de’ fiacchi oggi è l’istoria
E de i forti l’oblio. 4
Deh non conturbi te questo ronzare
Di menzogne e di vanti!
No, s’anco le tue zolle attraversare
Potessero i miei canti 8
E su ‘l disfatto cuor sonarti come
La favolosa tromba,
No, gridar non vorrei di Roma il nome
Su la tua sacra tomba. 12
Pur, se chino su ‘l tumolo romito
Lo con gentile orgoglio
Dir potessi – Vincenzio, risalito
Abbiamo il Campidoglio, – 16
Tu scuoteresti via da le fredde ossa
Il torpor che vi stagna,
Tu salteresti su da la tua fossa,
O leon di Romagna, 20
Per rivederla ancor, Roma, a cui ‘l verbo
Di libertà gittasti,
Per difenderla ancor, Roma, a cui ‘l nerbo
De la vita sacrasti. 24
Dormi, povero morto. Ancor la soma
Ci grava del peccato:
Impronta Italia domandava Roma,
Bisanzio essi le han dato. 28