La peste vista da Boccaccio e da Lucrezio
27 Gennaio 2019Laboratorio di Poesie
27 Gennaio 2019Il Positivismo è una corrente di pensiero, scientifica e filosofica, nata in Francia nella metà dell’800.
Il termine è stato creato da Saint Simon e si basa sulle scienze positive, fondate sulla conoscenza, sperimentazione e verifica dei fenomeni. E’ attraverso lo sviluppo di queste tecniche che le scienze si estesero anche nel campo della filosofia. Un precursore positivista fu Auguste Comte che utilizzò il termine positivo” per descrivere una fase evolutiva dell’umanità. Per Comte l’umanità aveva superato lo stadio teologico e metafisico, ed era giunta allo stadio scientifico per merito di scienziati come Galileo e Cartesio. E’ a partire da loro che l’uomo s’interroga sui rapporti di causa-effetto. Questo studio positivo avrebbe raggiunto il suo culmine, nel momento in cui si fosse esteso a tutti i settori del sapere umano. Comte voleva unire le scienze particolari in una scienza della società: la sociologia, che doveva osservare e analizzare i fenomeni sociali. La teoria dell’Evoluzionismo occupò un rilevo centrale nel pensiero positivista, poiché influenzò tutti i campi del sapere. Essa venne formulata da Darwin (Origine della specie/dell’uomo“) il quale affermò che il diversificarsi delle specie dipende da variazioni che intervengono individualmente. A queste osservazioni si collegò Malthus che vedeva nella diversità tra esseri della stessa specie la lotta per la sopravvivenza. Darwin, notando questo contrasto, giunse alla legge della selezione naturale: le specie più forti sopravvivono quelle più deboli si estinguono. Le teorie di Darwin fecero scalpore poiché abbandonavano le teorie della creazione divina. La teoria dell’Evoluzionismo, per Spencer, rappresentava una legge universale valida per la materia inorganica e per le società umane, le quali si sviluppano con il nascere di nuove esigenze. Le teorie di Darwin furono utilizzate in prospettive molto diverse: alcuni pensatori estesero queste idee alle relazioni sociali, determinando il trionfo dei forti sui deboli. Fu questo il darwinismo sociale“. Base ideologica per movimenti antidemocratici, colonialisti e razzisti. In seguito il Positivismo si espresse soprattutto nel campo storico con Hyppolite Taine, e sociologico con Emile Durkheim. A Taine si devono molte riflessioni nel campo dell’estetica, mentre il tema centrale di Durkheim fu il problema delle relazioni tra individuo e società. Per lui l’individuo era generato dalla società.
Precursori italiani: Ferrari, Cattaneo
Esponente di spicco del positivismo italiano: Roberto Ardigò
Critica al Positivismo
Un ruolo fondamentale fu occupato dal socialismo scientifico teorizzato da Marx e da Engels, che criticavano il capitalismo e i valori della società borghese, che credeva nel progresso. Nell’opera Il capitale“, Marx analizzava la produzione finalizzata al profitto, per giungere ad una rivoluzione proletaria con la nascita di una nuova società senza classi e senza sfruttamento.
Alla fine del secolo si affermarono forme di pensiero irrazionalistiche che mettevano in discussione l’ottimismo del pensiero positivista. Una di queste forme fu il Nichilismo di Nietzsche, che interpretò la crisi della fiducia nella ragione. Egli formulò il concetto di superuomo”, cioè di un uomo nuovo che si impegna a realizzare se stesso superando tutti gli ostacoli.
Industria culturale
Verso la fine dell’800 grazie alla diffusione dell’istruzione si allargò la produzione culturale. Nella letteratura se ne affermò una di tipo popolare, con lo scopo di raggiungere un profitto maggiore. Queste sono le basi dell’industria culturale o cultura di massa.
L’editore poteva intervenire sulle scelte dello scrittore e ciò portò un disagio nel mondo degli intellettuali, che videro il loro lavori ridotti a merce. A questa crisi: alcuni scelsero un’opposizione radicale al mercato, con forme di ribellione; altri si confrontarono con il mercato, rivolgendosi anche alle classi popolari. Con la nascita dell’industria culturale sempre più gente si guadagnava da vivere con un lavoro intellettuale. Più tardi si sviluppò l’industria pubblicitaria e il design. Tra fine 800 e inizio 900 nacque una nuova forma di arte visiva: il manifesto.
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