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7 Marzo 2022Il Ministero dell’istruzione prepara il bando di concorso per i dirigenti scolastici. Le relative bozze prevedono otto ambiti disciplinari, di cui tre riguardano l’organizzazione. E’ una problematica fondamentale perché definisce la struttura decisionale delle singole scuole: tutti i processi vitali sono condizionati dal suo disegno.
Peccato che si tratti di una scelta sconsiderata: l’intera scuola ignora la scienza dell’organizzazione, per cui l’esito della selezione sarà fuori controllo.
La documentazione/giustificazione di tale denuncia si trova in rete; tutti gli organigrammi che le scuole hanno elaborato e pubblicato sono sbagliati, con il beneplacito del ministero: i suoi organi di controllo non hanno mai mosso ciglio, non hanno mai segnalato gli errori, non sono mai intervenuti per affermare i dettami della scienza dell’amministrazione che, oltre a tutto, la legge ha fatto propri.
L’art 37 del Dlgs 150/2009 sulla dirigenza pubblica, infatti, recita: si deve “rafforzare il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza”.
Un principio che riduce la dimensione del problema formativo scomponendolo in due sottoproblemi di ampiezza inferiore: da un lato quello riguardante il rispetto della legge, che il dirigente scolastico deve esigere; egli indirizza i lavori degli organi di governo, portando a unità l’istituzione da lui amministrata. Dall’altro lato sono collocate le responsabilità degli organismi collegiali che, vincolati da ordini del giorno ben confezionati, onorano il mandato ricevuto.
Un principio che le scuole hanno disatteso. Duplice è l’errore contenuto nei loro organigrammi. Il primo consiste nell’accentramento delle due funzioni nelle mani della dirigenza, errore che genera confusione e nebulosità. Il secondo ha natura geometrica; lo spazio bidimensionale, che tutti hanno utilizzato, non è idoneo a rappresentare la situazione: si deve ricorrere allo spazio tridimensionale e disegnare una piramide al cui vertice è collocato il preside e, sulla base, gli organi di governo, con le loro interazioni.
Concludendo. L’impostazione concorsuale per la dirigenza scolastica, congiunta a quella per la selezione del personale docente della secondaria [si veda in rete “La scuola che il ministero vuole conservare”], genera sconforto sia per l’evidente assenza di una strategia per il dominio delle problematiche formative/educative, sia per l’allontanarsi del sogno di una scuola efficace.