Powerpoint su Alto Medioevo
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Conferenza di Postdam sull’assetto da dare alla Germania, che segnò la contrapposizione tra est comunista e occidente capitalista, divisi da quella che Churchill chiamò cortina di ferro: non trovando un accordo la Germania nel 1949 venne divisa in Repubblica federale tedesca a occidente e Repubblica democratica tedesca a oriente, dividendo in settori anche la stessa città di Berlino. Questo fatto si concretizzerà poi ulteriormente con la costruzione del muro di Berlino nel 1961, voluta dal regime sovietico per bloccare l’esodo dalla Germania orientale a quella occidentale.
Gli Stati Uniti cercano di ottenere il controllo del blocco occidentale attraverso una strategia fondata sugli aiuti economici, come testimoniato dal Piano Marshall (1947) che si rivelò fondamentale per risollevare l’Europa distrutta dalla guerra. Coerentemente con questa strategia nacque la Nato (1949), con l’obiettivo di fornire all’Europa sostegno politico e militare.
L’Urss invece impose la propria influenza sugli stati dell’Europa orientale, che si allinearono politicamente all’Unione Sovietica (Patto di Varsavia, 1955). Con il Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica), opposto al Piano Marshall, si creava una sorta di coordinamento delle economie dell’est europeo.
La guerra fredda tra USA e Urss non si concretizzò mai in uno scontro diretto, ma venne combattuta in aree periferiche del pianeta, come nel caso della guerra di Corea (1950-53). Quando in Cina la rivoluzione portò all’instaurazione di un regime comunista con Mao Zedong, gli Stati Uniti cominciarono a temere l’avanzata del comunismo nel mondo (la Cina è un paese vastissimo e assai popolato). Quando in Corea del nord si affermò il comunismo e l’alleanza con la Cina, gli Stati Uniti intervennero in difesa della Corea del sud, scatenando un violento conflitto, che si concluse con la divisione della penisola in una regione settentrionale e in una meridionale.
Il Vietnam faceva parte (con il Laos e la Cambogia) della colonia francese dell’Indocina. Negli anni tra le due guerre mondiali era nato un movimento nazionalista di matrice comunista, guidato da Ho chi Minh, teso a raggiungere l’indipendenza e che riuscì, di fatto, ad arrivare alla proclamazione della Repubblica democratica del Vietnam. La Francia non accettò questa situazione e riuscì ad occupare la parte meridionale del paese. A partire da questo momento il Vietnam divenne il centro di un conflitto strategico: mentre le grandi potenze comuniste (Cina e Urss) appoggiavano la repubblica sorta nel nord del paese, gli Stati Uniti iniziarono a sostenere il sud, temendo l’avanzata comunista nel mondo.
Mentre nel 1954 la Cambogia e il Laos raggiunsero l’indipendenza, il Vietnam restava diviso tra il governo filocomunista del nord e il governo del sud sostenuto da Francia e Stati Uniti.
Fra nord e sud si aprì dunque un conflitto (1955-1975) che assunse portata internazionale, divenendo una lotta tra comunismo e capitalismo. L’intervento americano fu caratterizzato da una strategia distruttiva, con l’utilizzo di armi micidiali, come le tristemente celebri bombe al napalm. Alla fine la città di Saigon, capitale della repubblica del sud, venne occupata dai vietcong (combattenti comunisti del Vietnam meridionale) e nel 1976 venne proclamata la Repubblica sociale del Vietnam con capitale Hanoi.
Nel 1967-68 sorse un movimento di protesta che coinvolse settori del mondo operaio e giovanile, specialmente studentesco, negli Stati Uniti e in molti paesi europei. Nato nel contesto della protesta contro l’intervento americano in Vietnam, fece proprie le istanze antiautoritarie ed egualitarie, rivendicando forme di democrazia diretta e di ‘partecipazione integrale’ alla vita politica, che, in assenza di riferimenti teorici alternativi, si concentrarono in una radicale critica delle istituzioni sociali (famiglia, scuola, lavoro). Le agitazioni, che culminarono nel cosiddetto maggio francese, mentre in Cecoslovacchia assumevano i tratti della contestazione antisovietica della Primavera di Praga, in altri paesi, quali l’Italia, si misurarono (1968-69) con le lotte del movimento operaio.
Il simbolo della Guerra fredda
Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 cominciò la costruzione del Muro: filo spinato, corrente ad alta tensione, cemento armato e torrette di controllo comparvero improvvisamente nel centro di Berlino, dividendo a metà scuole, palazzi, persino cimiteri. Da quel momento nessuno poté più passare a Ovest senza un regolare permesso. I primissimi giorni fu ancora facile per i Berlinesi dell’Est scappare dall’altra parte: ci fu persino chi, abitando nei palazzi che segnavano il confine tra i due settori, si buttò dalle finestre di casa prima che queste venissero murate.
Per tutto il periodo della guerra fredda, fino al 1989, quando il Muro fu abbattuto, più di 5.000 persone riuscirono a scavalcare il Muro, moltissime furono arrestate e oltre 150 furono uccise. I primi tempi i Tedeschi orientali ricorsero a ogni stratagemma per scappare: tunnel sotterranei, automobili con doppio fondo, teleferiche artigianali da un palazzo all’altro, mongolfiere. Ma i mezzi di controllo diventarono sempre più sofisticati e col passare del tempo divenne quasi impossibile oltrepassare il Muro perché le guardie avevano l’ordine di sparare a chiunque si avvicinasse alla terra di nessuno davanti al Muro.
Nella seconda metà degli anni Ottanta il blocco comunista in Europa mostrò evidenti segni di crisi. La politica riformatrice di Michail Gorbačëv, leader dell’Unione Sovietica dal 1985, favorì e accelerò il crollo dei regimi comunisti. A Berlino tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre 1989 centinaia di migliaia di abitanti manifestarono nelle strade invocando libere elezioni, libertà di stampa e di viaggiare. Mentre i dirigenti della Germania dell’Est cercavano di controllare e indirizzare le proteste della popolazione, il simbolo più sinistro della repressione venne preso d’assalto pacificamente dai Berlinesi dell’Est.
Nel tardo pomeriggio di giovedì 9 novembre gli abitanti della città iniziarono la conquista e l’abbattimento del Muro: da Est e da Ovest migliaia di persone si arrampicarono sul Muro per abbracciarsi, ballare, festeggiare. Preso a picconate, raschiato, martellato, il Muro mostrò i primi squarci e nel giro di alcune settimane si era trasformato in un cumulo di macerie.