Quello che la memoria insegna – di Laura Alberico
21 Aprile 2013Il ruolo formativo dell’azione comunicativa del Dirigente Scolastico –…
22 Aprile 2013
I concorsi come altri mezzi di selezione del
personale hanno un grande limite , non riescono a misurare la sensibilità
personale , la ricchezza umana e culturale , la reale predisposizione ,
l’empatia per un determinato lavoro e se questo
è vero in generale lo è ancora di
più per i concorsi riguardanti docenti e dirigenti ; attività basate in via prioritaria sulla
relazioni e sulla loro pluralità.
personale hanno un grande limite , non riescono a misurare la sensibilità
personale , la ricchezza umana e culturale , la reale predisposizione ,
l’empatia per un determinato lavoro e se questo
è vero in generale lo è ancora di
più per i concorsi riguardanti docenti e dirigenti ; attività basate in via prioritaria sulla
relazioni e sulla loro pluralità.
Il D.lgs 59/1997 introducendo nel
sistema scolastico italiano l’Autonomia Scolastica trasformava ope legis la figura del Preside
in Dirigente Scolastico con nuove e più
impegnative attribuzioni non solo
burocratiche ma anche e soprattutto gestionali -organizzative – relazionali e propositive ; ma al cambio lessicale non
corrispondeva un altrettanto cambio della mente dei nuovi dirigenti scolastici ancorati a rigidi
schemi militareschi e arcaici modelli di potere che dovrebbero appartenere a
precedenti epoche ma che sono ancora in atto a tutti i livelli seppur in condizioni di dichiarata quanto apparente democrazia .
Il termine
“Preside” ha la stessa origine di “presidio” cioè avanposto che
controlla , che è a garanzia di un ordine precostituito e centrale . Quindi la
funzione del Preside era quella verificare e garantire agli organi superiori
che tutto avvenisse secondo quanto stabilito a livello nazionale e che tutti
svolgessero il loro dovere .
“Preside” ha la stessa origine di “presidio” cioè avanposto che
controlla , che è a garanzia di un ordine precostituito e centrale . Quindi la
funzione del Preside era quella verificare e garantire agli organi superiori
che tutto avvenisse secondo quanto stabilito a livello nazionale e che tutti
svolgessero il loro dovere .
Il dirigente ,invece , dovrebbe
“dirigere” cioè dare una direzione , indicare un cammino e una rotta per
raggiungere obiettivi certi e determinati ; dovrebbe ,quindi, organizzare tutte le strategie e gli
strumenti per arrivare alla meta .
“dirigere” cioè dare una direzione , indicare un cammino e una rotta per
raggiungere obiettivi certi e determinati ; dovrebbe ,quindi, organizzare tutte le strategie e gli
strumenti per arrivare alla meta .
Come recita l’art. 21 del D.lgs
59/97 “al dirigente scolastico sono attribuiti autonomi compiti di direzione ,
coordinamento e gestione delle risorse umane , finanziarie e strumentali ; nel
raccordo con le funzioni spettanti agli organi collegiali , nel raccordo con le
funzioni dell’amministrazione scolastica e periferica “.
59/97 “al dirigente scolastico sono attribuiti autonomi compiti di direzione ,
coordinamento e gestione delle risorse umane , finanziarie e strumentali ; nel
raccordo con le funzioni spettanti agli organi collegiali , nel raccordo con le
funzioni dell’amministrazione scolastica e periferica “.
Altre indicazioni le ritroviamo
nell’art. 25 del D.lgs 165/2001 (in cui è stato trasfuso l’art.21 del d.lgs
59/97) che individua nel dirigente scolastico oltre che la figura del Legale
rappresentante dell’istituzione Scolastica e del titolare delle relazioni
sindacali interne anche veri e propri compiti manageriali in coordinamento e
rispetto delle competenze degli organi collegiali, già in parte anticipati dall’art. 21 del D.lgs
59/97.
nell’art. 25 del D.lgs 165/2001 (in cui è stato trasfuso l’art.21 del d.lgs
59/97) che individua nel dirigente scolastico oltre che la figura del Legale
rappresentante dell’istituzione Scolastica e del titolare delle relazioni
sindacali interne anche veri e propri compiti manageriali in coordinamento e
rispetto delle competenze degli organi collegiali, già in parte anticipati dall’art. 21 del D.lgs
59/97.
La figura del Dirigente Scolastico
avrebbe dovuto dare, in uno scenario prefigurato dall’Autonomia
Scolastica , nuovo impulso alle singole
Istituzioni Scolastiche per raggiungere più alti livelli di qualità , di
efficienza e di efficacia delle singole realtà locali , con processi di “Governance” tramite l’utilizzo
della “Democrazia Attiva ” applicando
principi di coinvolgimento e di responsabilizzazione delle diverse componenti, capacità di creare visioni condivise ,
comportamenti coerenti con tali visioni, definizione di risultati attesi e
gestione snella per realizzarli, apprendimento continuo, partecipazione e non gerarchia,
conferimento di responsabilità e potere alle varie componenti del sistema ,
perseguendo flessibilità ed apertura organizzativa.
avrebbe dovuto dare, in uno scenario prefigurato dall’Autonomia
Scolastica , nuovo impulso alle singole
Istituzioni Scolastiche per raggiungere più alti livelli di qualità , di
efficienza e di efficacia delle singole realtà locali , con processi di “Governance” tramite l’utilizzo
della “Democrazia Attiva ” applicando
principi di coinvolgimento e di responsabilizzazione delle diverse componenti, capacità di creare visioni condivise ,
comportamenti coerenti con tali visioni, definizione di risultati attesi e
gestione snella per realizzarli, apprendimento continuo, partecipazione e non gerarchia,
conferimento di responsabilità e potere alle varie componenti del sistema ,
perseguendo flessibilità ed apertura organizzativa.
Ma purtroppo non è stato così sia
per la Dirigenza e sia per la Scuola dell’Autonomia . Ci ritroviamo , frequentemente
, sempre i vecchi “Presidi” che spesso esaltati da un aumentato potere e da un male interpretato
senso della dirigenza , mettono in atto
solo l’aspetto più oppressivo e cinico , più formale e burocratico del loro ruolo creando spesso
inutili quanto dannose tensioni all’interno dell’ambiente scolastico ,dimenticando
facilmente di essere stati docenti ,
quasi in una sorta di “Catarsi” provocata dalla nuova veste dirigenziale
che impone ipocrisie e moralismi a copertura degli eventuali “peccati” della
loro precedente vita da docente e degli opportunismi della nuova .
per la Dirigenza e sia per la Scuola dell’Autonomia . Ci ritroviamo , frequentemente
, sempre i vecchi “Presidi” che spesso esaltati da un aumentato potere e da un male interpretato
senso della dirigenza , mettono in atto
solo l’aspetto più oppressivo e cinico , più formale e burocratico del loro ruolo creando spesso
inutili quanto dannose tensioni all’interno dell’ambiente scolastico ,dimenticando
facilmente di essere stati docenti ,
quasi in una sorta di “Catarsi” provocata dalla nuova veste dirigenziale
che impone ipocrisie e moralismi a copertura degli eventuali “peccati” della
loro precedente vita da docente e degli opportunismi della nuova .
Spesso il nuovo ruolo si fonde e si confonde con le prerogative
del precedente ; con il risultato che ciò che si nota di più negli
Istituti Scolastici è il dominio del” Capo Assoluto” , del “Generale” che ordina e comanda, impone e controlla i propri “subalterni e sudditi” secondo la logica gerarchico – piramidale , nonostante il teorico trionfo della gestione democratica
della scuola attraverso gli organi collegiali (organismi “equiordinati” al
potere dirigenziale come si evince dagli ancora vigenti Decreti Delegati del 1974 trasfusi nel T.U.
297/94 ), della contrattazione d’istituto e dalla RSU Potere che alcune volte si trasforma in
arroganza irrispettosa della dignità
umana e professionale dei docenti che a loro volta la percependola come ricattatoria
(a causa anche di norme giuridico
contrattuali fatte per sudditi e non per professionisti e che
sottopongono i docenti alle libere interpretazioni del dirigente come ad esempio il numero di giorni di permessi
) la subiscono con rassegnazione e con senso di impotenza .
del precedente ; con il risultato che ciò che si nota di più negli
Istituti Scolastici è il dominio del” Capo Assoluto” , del “Generale” che ordina e comanda, impone e controlla i propri “subalterni e sudditi” secondo la logica gerarchico – piramidale , nonostante il teorico trionfo della gestione democratica
della scuola attraverso gli organi collegiali (organismi “equiordinati” al
potere dirigenziale come si evince dagli ancora vigenti Decreti Delegati del 1974 trasfusi nel T.U.
297/94 ), della contrattazione d’istituto e dalla RSU Potere che alcune volte si trasforma in
arroganza irrispettosa della dignità
umana e professionale dei docenti che a loro volta la percependola come ricattatoria
(a causa anche di norme giuridico
contrattuali fatte per sudditi e non per professionisti e che
sottopongono i docenti alle libere interpretazioni del dirigente come ad esempio il numero di giorni di permessi
) la subiscono con rassegnazione e con senso di impotenza .
Il vecchio Preside vincolato ad
un rigido orario di lavoro settimanale di 36 ore era sistematicamente presente
a scuola contrariamente al novello dirigente scolastico che svincolato da tale
obbligo è spesso assente ed impegnato in altre attività più o meno “collaterali” grazie ad una sorta di dono
dell’ubiquità che il ruolo dirigenziale
conferisce .
un rigido orario di lavoro settimanale di 36 ore era sistematicamente presente
a scuola contrariamente al novello dirigente scolastico che svincolato da tale
obbligo è spesso assente ed impegnato in altre attività più o meno “collaterali” grazie ad una sorta di dono
dell’ubiquità che il ruolo dirigenziale
conferisce .
Cosi che ogni scuola continua a
girare e a funzionare grazie alla consolidata routine ed antichi ritmi scolastici che docenti e non docenti mettono
in atto autonomamente ,responsabilmente (alcune volte meccanicamente ) indipendentemente dalla presenza di un dirigente !
girare e a funzionare grazie alla consolidata routine ed antichi ritmi scolastici che docenti e non docenti mettono
in atto autonomamente ,responsabilmente (alcune volte meccanicamente ) indipendentemente dalla presenza di un dirigente !
Prof.
Pietro Trematore