Bibliografia della tesina Le tenebre dell’odio e della paura: l’Europa…
27 Gennaio 2019La follia
27 Gennaio 2019Situazione prebellica e svolgimento del conflitto
L’Europa, all’inizio del Novecento, vive da lungo tempo una situazione di pace. Non mancano però gli elementi di crisi: l’espansionismo tedesco porta alle due “crisi marocchine” con la Francia; di fronte al crescere dei nazionalismi tutti gli Stati incrementano la produzione di materiale bellico. 1 diversi interessi delle grandi potenze portano al formarsi di due coalizioni: la Triplice Alleanza tra Germania, Austria e Italia (1 882), e la Triplice Intesa tra Gran Bretagna, Francia e Russia (1907).
Nella regione dei Balcani, dopo l’annessione della Bosnia-Erzegovina da parte dell’Austria (1908), la crisi dell’Impero ottomano induce Serbia, Grecia e Bulgaria ad allearsi e ad intraprendere una guerra per una nuova definizione dei confini. Le due guerre balcaniche (1912-1913) si risolvono con un rafforzamento della Serbia e un indebolimento della Turchia e della Bulgaria. Proprio dai Balcani scocca la scintilla che accende il conflitto mondiale, con l’omicidio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, a Sarajevo, per mano del nazionalista serbo Gavrilo Princip (1 914).
Tra luglio e agosto del 1914 le maggiori potenze europee entrano in guerra: accanto all’Austria si schiera la Germania, mentre in difesa della Serbia scendono in campo Russia, Francia e Gran Bretagna. Pochi mesi più tardi entravano nel conflitto anche il Giappone e la Turchia. L’Italia resta a lungo neutrale, mentre all’interno del Paese si sviluppa un acceso confronto tra le posizioni dei neutralisti e degli interventisti.
Nonostante l’orientamento della maggioranza parlamentare sia per il non intervento, il governo, rovesciando le precedenti alleanze, sottoscrive con i Paesi aderenti alla Triplice Intesa il patto di Londra (1915), che impegna l’Italia all’entrata in guerra, nel maggio 1915, contro gli Imperi centrali. 1 primi anni di guerra si risolvono in un logoramento che indebolisce entrambi gli schieramenti; pochi e non significativi sono i successi militari, mentre molto forte è la crisi economica e sociale in tutti i Paesi belligeranti. Nel 1917 avvengono tre fatti decisivi: la Russia si ritira dal conflitto con la pace di Brest-Litovsk; gli austriaci sfondano a Caporetto le linee difensive italiane; gli Stati Uniti entrano in guerra al fianco della Triplice Intesa e dell’Italia.
Un consistente invio di truppe statunitensi a partire dall’autunno del 1917 e soprattutto l’incapacità degli Imperi centrali dì sostenere per lungo tempo il conflitto rovescia le sorti della guerra. La sconfitta degli austriaci sul fronte del Piave e il tracollo economico della Germania portano alla resa degli imperi centrali (novembre 1918), piegati più dalle crisi interne che dalle sconfitte militari. A Versailles, presso Parigi; si apre la conferenza di pace (gennaio 1919).
Le conseguenze più evidenti sono lo smembramento dell’Impero austro-ungarico e di quello ottomano, la perdita della Germania delle sue colonie e l’imposizione di pesanti riparazioni economiche a carico dei vinti. Intanto si apre una nuova fase per la Russia, dopo la presa al potere da parte dei bolscevichi di Lenin, e per gli Stati Uniti, che appaiono la nuova grande potenza economica e militare mondiale.