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27 Gennaio 2019Adolescenza
27 Gennaio 2019Analisi formale, compositiva e icongrafica della tela “La primavera” di Sandro Botticelli, conservata agli Uffizi
1. livello
ANALISI DELLOPERA:
– Dipinto
203 x 314
– Tempera su tavola
– 1477-1490 Firenze
– Botticelli
– Allegoria della primavera
– Firenze, galleria degli uffizi
La datazione di un’opera così complessa è tutt’altro che unanime. Per motivi stilistici si propone attorno al 1482, dopo la fondamentale esperienza di Roma.
ANALISI FORMALE:
– Linee e ritmo sono gli elementi strutturali che danno vitalità alla composizione. Le linee ondulate dei contorni e i ritmi degli abiti con il loro dinamismo espressivo evocano il lieve fluire dei corpi nella danza e il ritmo vitale della stessa natura. Straordinaria la qualità esecutiva: oltre alla disarmante minuzia descrittiva di fiori e piante, va rimarcato il rapporto formale con la scultura, sia classica di cui anche a Firenze esistevano importanti esemplari, che contemporanea, al Botticelli.
– Il quadro non fa uso di prospettiva, cade la luce come realtà fisica, cade la ricerca della massa e del volume come concretezza delle cose e dello spazio.
ANALISI COMPOSITIVA:
– La principale figura è quella delle 3 fanciulle danzanti che potrebbero rappresentare le 3 grazie, a sinistra la sensualità, al centro la castità e a destra la bellezza, gli altri personaggi non sono immaginari ma ritratti di persone esistenti all’epoca.
– Le figure sono disposte in diversi piani su un pirato fiorito e sullo sfondo un bosco di tronchi paralleli senza profondità e prospettiva. Alle spalle dei personaggi si trova una quinta arborea di aranci, mentre un tappeto erboso, intessuto di decine e decine di fiori, costituisce il piano su cui le figure sembrano muoversi danzando.
– Diversamente dall’epoca non ha utilizzato la prospettiva
– Le figure sono raggruppate in 2 principali gruppi oltre a singole figure.
2. livello
ANALISI ICONOGRAFICA:
– Centralità di venere, fisicamente collocata al centro del dipinto e davanti ad un mirto, pianta a lei tradizionalmente sacra. Le figure sono immerse in un paradiso mitologico: sulla destra zefiro, il vento primaverile, è raffigurato nell’atto di afferrare la ninfa clori, che sta per fuggire e dalla cui bocca escono i fiori che si depositano sul trasparente abito di flora. A sinistra le tre grazie, le ancelle di venere intrecciano una danza e accanto a loro Mercurio allontana le nubi con il caduceo, suo tipico attributo. In alto, sopra venere, cupido, il dio dell’amore lancia i suoi dardi verso una delle grazie.
– Neoplatonismo botticelliano.
– La rappresentazione allegorica della primavera. Si propone però di reinterpretare il soggetto come le Nozze di Filologia e Mercurio. Resta la collocazione culturale con rimandi al tema dell’amore
– Il gruppo delle 3 grazie.
3. livello
AUTORE E CONTESTO:
– L’opera viene composta dal pittore nel periodo fiorentino successivo alla permanenza di Roma. Firenze ospita i Medici e Botticelli ha il compito di interpretare la cultura neoplatonica illustrando le favole antiche e i miti nel tempo.
– Il dipinto si collega a Lorenzo di Pierfrancesco de Medici, uno dei figliocci di Lorenzo il magnifico
– Rinascimento.
ANALISI DELLA RICERCA ARTISTICA DELL’AUTORE:
– Stile lineare e inquieto.
– 1445-1510 (rinascimento)
– Privata per i Medici
– I Medici
– Rappresenta l’allegoria della primavera ed un richiamo ad una favola mitologica con la natura che mostra un rito pagano.
4. livello
VALUTAZIONE CRITICA DELL’OPERA D’ARTE:
– Il dipinto analizzato è una delle opere principali del Botticelli e presenta una tecnica pittorica molto accurata; le immagini rappresentate seguono la filosofia neoplatonica che ispirava la corte dei Medici a Firenze nell’epoca in cui Botticelli ha dipinto il quadro.
– I personaggi scelti sono di ispirazione mitologica e inseriti nella natura.
– A parere dei critici l’opera ha sempre avuto molte difficoltà di interpretazione anche se il tema centrale è quello dell’Amore.
– Assoluta originalità espressiva anche per il distaccarsi dai temi tecnici della prospettiva in uso ai tempi della produzione dell’opera.
di Mariasole Barbaglia