Tanto gentile e tanto onesta pare e Oltre la spera che piu’ larga gira Venti…
28 Dicembre 2019Boccaccio Andreuccio da Perugia II giornata V novella
28 Dicembre 2019“La Vita Nova” di Dante Alighieri è un’opera che mescola prosa e poesia per raccontare l’amore idealizzato del poeta per Beatrice Portinari, una figura centrale nella sua vita e nella sua produzione letteraria.
I primi due capitoli dell’opera presentano il proemio e il primo incontro di Dante con Beatrice, che segna l’inizio della sua esperienza amorosa e spirituale.
Proemio (Capitolo I)
Nel proemio, Dante introduce l’opera spiegando il motivo che lo ha spinto a scriverla. In particolare, dice di voler raccontare l’amore che ha provato per Beatrice fin dal momento in cui l’ha vista per la prima volta, quando aveva solo nove anni. Dante descrive questo amore come qualcosa di straordinario, che ha influenzato profondamente la sua vita e la sua scrittura.
Dante spiega che la sua narrazione sarà fedele ai suoi ricordi e ai suoi sentimenti, poiché è guidato da un’intenzione pura: onorare la memoria di Beatrice. Conclude il proemio promettendo che l’opera racconterà “la nuova vita” che ha iniziato dopo aver incontrato Beatrice, usando per la prima volta l’espressione “Vita Nova”, che dà il titolo all’opera.
Testo
In quella parte del libro de la mia memoria, dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubrica, la quale dice: Incipit vita nova. Sotto la quale rubrica io trovo scritte le parole le quali è mio intendimento d’asemplare in questo libello; e se non tutte, almeno la loro sentenzia. |
Parafrasi
Nella parte iniziale del libro della mia memoria, che contiene i ricordi della mia vita e che si trova nelle prime pagine, c’è un capitolo che porta il titolo: “Inizia la Vita Nuova”. Sotto questo titolo, trovo scritte le parole che intendo trascrivere in questo libretto, e anche se non riporterò tutte le parole esattamente come sono scritte, ne fornirò almeno il significato. |
Primo Incontro con Beatrice (Capitolo II)
Il secondo capitolo della Vita Nova racconta il primo incontro di Dante con Beatrice, un evento che avviene quando entrambi hanno nove anni. Dante descrive Beatrice come una figura straordinaria, dotata di una bellezza e di una grazia che suscitano in lui un amore immediato e travolgente. Pur essendo ancora un bambino, Dante sente che questo incontro è destinato a cambiare la sua vita.
Beatrice non pronuncia alcuna parola durante questo primo incontro, ma la sola sua presenza è sufficiente a lasciare un’impressione indelebile nel giovane Dante. Egli descrive l’amore che nasce in lui come un’emozione potente e misteriosa, che inizialmente non riesce a comprendere pienamente, ma che lo condurrà, nel tempo, a una profonda trasformazione spirituale.
L’incontro con Beatrice segna l’inizio della “nuova vita” di Dante, in cui l’amore per lei diventa il centro della sua esistenza e la forza motrice della sua produzione poetica. Questo amore, tuttavia, non è visto come un semplice sentimento terreno, ma come una via di elevazione spirituale che lo avvicina al divino.
Testo
Nove fiate già appresso lo mio nascimento era tornato lo cielo de la luce quasi a uno medesimo punto, quanto a la sua propria girazione, quando a li miei occhi apparve prima la gloriosa donna de la mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice, li quali non sapeano che si chiamare. |
Parafrasi
Sono passati nove anni dal mio nascere, e il cielo della luce (il sole) era ritornato al suo punto di partenza, quando, per la prima volta, apparve ai miei occhi la gloriosa signora della mia mente, che molti chiamavano Beatrice, anche se non sapevano perché. |
Ella era in questa vita già stata tanto, che ne lo suo tempo lo cielo stellato era mosso verso la parte d’oriente de le dodici parti l’una d’un grado, sì che quasi dal principio del suo anno nono apparve a me, ed io la vidi quasi da la fine del mio nono. | Beatrice era già vissuta su questa terra per tanto tempo che, nel corso della sua vita, il cielo stellato si era mosso verso est di un grado. Così, quando Beatrice apparve a me, era quasi all’inizio del suo nono anno di vita, mentre io ero quasi alla fine del mio nono anno.
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Apparve vestita di nobilissimo colore umile ed onesto sanguigno, cinta e ornata a la guisa che a la sua giovanissima etade si convenia. In quello punto dico veracemente che lo spirito de la vita, lo quale dimora ne la secretissima camera de lo cuore, cominciò a tremare sì fortemente, che apparia ne li menimi polsi orribilmente; e tremando, disse queste parole: «Ecce deus fortior me, qui veniens dominabitur michi». | Mi apparve vestita di un colore molto nobile, modesto e onesto, di un rosso intenso, e ornata in modo adatto alla sua giovane età. In quel momento, posso dire sinceramente che lo spirito della vita, che risiede nella parte più segreta del cuore, iniziò a tremare così fortemente che si manifestava con un tremito nei miei polsi; e tremando, disse queste parole: “Ecco un dio più forte di me che viene a dominarmi”.
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In quello punto lo spirito animale, lo quale dimora ne l’alta camera ne la quale tutti li spiriti sensitivi portano le loro percezioni, si cominciò a maravigliare molto, e parlando spezialmente a li spiriti del viso, sì disse queste parole: «Apparuit iam beatitudo vestra».
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In quel momento, lo spirito animale, che risiede nella parte superiore del cuore, dove si raccolgono tutte le percezioni sensoriali, iniziò a stupirsi molto e, rivolgendosi in particolare agli spiriti della vista, disse: “Ecco, è apparsa la nostra beatitudine”. |
In quello punto lo spirito naturale, lo quale dimora in quella parte ove si ministra lo nutrimento nostro, cominciò a piangere, e piangendo, disse queste parole: «Heu miser, quia frequenter impeditus ero deinceps».
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In quel momento, lo spirito naturale, che risiede nella parte dove si gestisce il nostro nutrimento, iniziò a piangere e, piangendo, disse queste parole: “Ahimè, povero me! Perché d’ora in avanti sarò spesso ostacolato”. |
D’allora innanzi dico che Amore segnoreggiò la mia anima, la quale fu sì tosto a lui disponsata, e cominciò a prendere sopra me tanta sicurtade e tanta signoria per la vertù che li dava la mia imaginazione, che me convenia fare tutti li suoi piaceri compiutamente. Elli mi comandava molte volte che io cercasse per vedere questa angiola giovanissima, onde io ne la mia puerizia molte volte l’andai cercando, e vedeala di sì nobili e laudabili portamenti, che certo di lei si potea dire quella parola del poeta Omero: Ella non parea figliuola d’uomo mortale, ma di Deo. | Da quel momento in poi, dico che Amore prese il controllo della mia anima, che subito si legò a lui, e iniziò a esercitare su di me una tale autorità e potere, grazie alla forza che gli dava la mia immaginazione, che dovetti soddisfare tutti i suoi desideri. Amore mi comandava spesso di cercare di vedere questa giovane angiola; così, nella mia giovinezza, la cercai molte volte e la vedevo con dei comportamenti così nuovi, nobili e lodevoli, che davvero di lei si poteva dire, come disse il poeta Omero: “Non sembrava figlia di un uomo mortale, ma di Dio”. |
E avegna che la sua imagine, la quale continuatamente meco stava, fosse baldanza d’amore a segnoreggiare me, tuttavia era di sì nobilissima vertù, che nulla volta sofferse che Amore mi reggesse sanza lo fedele consiglio de la ragione in quelle cose là ove cotale consiglio fosse utile a udire. E però che soprastare a le passioni e atti di tanta gioventudine pare alcuno parlare fabuloso, mi partirò da esse; e trapassando molte cose, le quali si potrebbero trarre de l’esemplo onde nascono queste, verrò a quelle parole le quali sono scritto ne la mia memoria sotto maggiori paragrafi. |
E benché la sua immagine, che era sempre con me, fosse la fonte del potere di Amore su di me, tuttavia aveva una virtù così nobile che non permise mai che Amore mi dominasse senza il saggio consiglio della ragione in quelle situazioni in cui tale consiglio era utile. E poiché parlare di queste emozioni e azioni giovanili potrebbe sembrare una favola, mi asterrò dal narrarle e passerò direttamente a quelle parole che sono scritte nella mia memoria sotto capitoli più importanti. |
Significato
Questi primi due capitoli della Vita Nova pongono le basi per l’intera opera, introducendo i temi dell’amore ideale, della bellezza spirituale e della trasformazione interiore. Il proemio stabilisce l’intento di Dante di raccontare una storia personale e sincera, mentre il primo incontro con Beatrice presenta l’elemento centrale dell’opera: l’amore purificatore e trascendente che guiderà Dante per tutta la vita.